Silvia Nanni | Redazione

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Laboratorio a tema TEATRO: ascolto&immaginazione!

in Arte, Musica e Spettacolo/Attività di classe by

Entriamo in punta di piedi nel magico mondo del teatro per “rubare” due esercizi utili anche in classe, per stimolare con creatività all’ascolto dell’altro e alla fantasia!

Si dice che il teatro sia una scuola di vita: sì, ne siamo convinti anche noi, ecco perché pensiamo sia davvero importante portare… il teatro a scuola!

Dopo i primi due laboratori proposti, dedicati al tema dell’inclusione (il primo lo trovi qui, il secondo invece qui), eccoci con un’altra proposta di laboratorio da fare in classe, che ruba dal grande baule dei sogni chiamato “teatro”, due esercizi interessanti e stimolanti, sia per l’insegnante che per gli alunni!

Scambio d’identità

Il primo esercizio – “scambio d’identità” –  è ottimo per abituare gli alunni all’ascolto dell’altro. La tendenza è quella di essere sempre meno concentrati sulle parole di chi ci sta parlando, perché catturati da mille stimoli. Si dice infatti che: si pensa 100, si racconta 80, si ascolta 40 e si ricorda 20! Impariamo dunque a guardare l’altro negli occhi, e a non farsi scappare nemmeno una parola!

Procedimento

Dividete la classe a coppie, le quali saranno impegnate a raccontarsi l’un l’altro un aneddoto, con più particolari possibili: dove mi trovavo, quando è successo, cosa è successo, come mi sono sentito (o come si è sentita la persona a cui è successo), ecc.

Terminati entrambi i racconti, si passa al cambio di coppia: formato un nuovo duo, ogni alunno dovrà raccontare all’altro la storia appena ascoltata. E via così, fino a che gli alunni non avranno raccontato le varie storie ascoltate a tutti i compagni!

Terminato il giro di storie, ognuno racconterà l’ultimo aneddoto ascoltato: quanto sarà fedele al racconto originario? Colui che lo ha vissuto o raccontato per primo, sarà in grado di riconoscerlo?

L’oggetto immaginario

Smartphone, consolle, pc, tv: i ragazzi e le ragazze di oggi sono talmente abituati a “vedere”, che sempre meno sono in grado di immaginare, di attingere al profondo pozzo della fantasia. Anzi, quel pozzo sempre di più rischia di prosciugarsi. Ecco allora un esercizio in grado di stimolare proprio quel grande patrimonio che tutti dovrebbero avere in grande quantità.

Procedimento

Fate sedere gli alunni in cerchio, dicendo loro che al centro si trova un oggetto immaginario: nessuno sa cos’è, o meglio, ognuno può farlo essere quello che vuole.

Uno alla volta gli alunni – dopo aver deciso autonomamente di che oggetto potrebbe trattarsi – si alzeranno e interagiranno con lui, senza dire alcuna parola.

Terminato il turno dell’ultimo alunno, si procede ad un secondo giro, in cui stavolta ogni alunno dovrà aggiungere un’esclamazione alla sua interazione con l’oggetto.

Terminato anche il secondo giro, si passa alle domande al “pubblico”: di che oggetto si trattava, per ogni alunno? Sono stati tutti così bravi da far indovinare agli altri la natura dell’oggetto, senza mai nominarlo ma solo interagendo con lui, grazie all’immaginazione, e utilizzando una sola esclamazione?

Via libera alla fantasia!

Foto di copertina by saeed karimi su Unsplash

Laboratorio a tema INCLUSIONE: Emozioni & Empatia

in Attività di classe by

Impariamo a gestire le emozioni con due proposte di attività in classe, finalizzate ad agevolare l’inclusione. Il tutto, sempre grazie alla campagna educativa Più unici che rari!

Dopo il primo laboratorio a tema inclusione torniamo con una seconda proposta, stavolta finalizzata a familiarizzare con il vasto mondo delle emozioni e, perché no, a sviluppare il nostro senso di empatia.

Per fare ciò ci viene di nuovo in aiuto la pluripremiata campagna educativa “Più unici che rari”, promossa da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Sanofi, che promuove l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico.

LE EMOZIONI

Perché chiamare in causa le emozioni, per affrontare il tema dell’inclusione? Ce lo spiegano Annalisa Bisconti ed Enrico Ceva, dell’Associazione Italiana  Niemann Pick Onlus, affermando che:

“L’alfabetizzazione emotiva è un percorso di “addestramento” necessario per trasformare il desiderio di fuga in curiosità reciproca: attraverso la conoscenza e la gestione delle emozioni che l’altro suscita in noi, arriviamo a conoscere noi stessi e a comprendere gli altri.”

Il primo passo per aiutare gli alunni a gestire le proprie emozioni è guidarli alla scoperta di ciò che provano loro e che provano gli altri, dando un nome preciso al sentire che vivono. È infatti proprio la mancanza di auto-consapevolezza emotiva a suscitare incomprensioni e conflitti con gli altri.

E non limitiamo il campo alle emozioni positive: anche quelle negative – come la rabbia e la tristezza, la paura e la noia – hanno un ruolo protettivo, avvertendoci che qualcosa non va e correndo ai ripari.

La seguente attività è ottima per guidare gli alunni a conoscere le emozioni e per sostenere lo sviluppo di autoconsapevolezza emotiva, base essenziale per imparare a valorizzare le proprie e altrui unicità , creando così relazioni vere, soddisfacenti e che mirano all’inclusione.

ATTIVITA’: EMOZIONI IN SCENA
  • Obiettivi: conoscere le emozioni, acquisire consapevolezza di come influenzino il comportamento e sviluppare la capacità di rispondervi adeguatamente (Life Skills, area emotiva: consapevolezza di sé emotiva, gestione delle emozioni).
  • Metodologia: lavoro di gruppo, role playing.
  • Strumenti/Materiali: carte delle emozioni, fogli, penne.
  • Discipline: Italiano, Educazione civica.
  • Sul sito: la storia animata “Come stai con la paura”.
  1. Guardiamo la storia animata “Come stai con la paura”, nella sezione “Campagna educativa” di www.piuunicicherari.it , e parliamone insieme.
  2. Contestualizziamo il discorso alla vita degli allievi chiedendo di raccontarci degli episodi in cui hanno avuto paura seguendo questi punti, che scriviamo alla lavagna o sulla LIM: situazione in cui ci si trovava, ciò che l’ha scatenata, come si è manifestata, come ci si è comportati.
  3. Procediamo nello stesso modo con la rabbia, invitando a raccontare le proprie esperienze o situazioni di cui sono stati testimoni. Aggiungiamo questi punti: verso chi era diretta, quali conseguenze ha avuto il comportamento messo in atto, se dopo il comportamento l’emozione è sparita o è rimasta, che cosa ognuno avrebbe voluto fare di diverso.
  4. Dopo il confronto, formiamo piccoli gruppi e facciamo pescare una delle carte delle emozioni per ideare una scenetta sull’emozione estratta, da recitare ai compagni. Chiediamo di usare come canovaccio i punti che abbiamo analizzato durante la discussione iniziale.
  5. Per aumentare la complessità dell’attività o approfondire il lavoro, possiamo chiedere di prevedere delle varianti alla drammatizzazione, modificando la situazione iniziale, i comportamenti, le conseguenze… aggiungendo quindi nuove parti da recitare.
  6. Al termine confrontiamoci: è stato difficile rappresentare le emozioni? Con quale avete avuto maggiori difficoltà? Perché? Inserendo le varianti, come cambiano le rappresentazioni? Le emozioni si modificano al variare delle condizioni/situazioni? E le conseguenze?
  7. Infine riflettiamo su come le emozioni influenzino il comportamento e su quali risposte e reazioni possano non essere funzionali, individuando in gruppo reazioni alternative più adatte.
EMPATIA

Al riconoscere le emozioni altrui si affianca la capacità di essere e mostrarsi empatici. L’empatia è proprio la capacità di riconoscere e comprendere le emozioni, i sentimenti e il punto di vista altrui, mettendosi “nei panni dell’altro”: aspetto essenziale quando si punta all’inclusione.

Ciò comporta un enorme vantaggio sociale: riconoscere le emozioni altrui – e sapere che gli altri sono in grado di leggere le nostre – agevola le interazioni, permette di sentirsi accettati e di accettare gli altri, favorendo quindi relazioni autentiche basate su scambio e reciprocità, rispetto di sé e dell’altro, cooperazione e inclusività reale.

Quello di guidare gli alunni ad analizzare episodi del proprio vissuto in cui hanno mostrato/provato/ricevuto empatia è un ottimo esercizio per spiegare loro che l’empatia non è un comportamento prescritto, ma spontaneo; e che questa  capacità “cresce” insieme a noi via via che impariamo a comprendere l’altro, a prestare attenzione ai suoi bisogni, a tollerare le differenze. L’empatia infatti può essere educata e sviluppata durante l’intero arco della vita.

La seguente attività è ottima per guidare i bambini/ragazzi a sviluppare le proprie capacità empatiche e a prendere consapevolezza che prendersi cura degli altri e imparare ad accettare e rispettare la diversità, propria e altrui, consente di migliorare la qualità delle proprie relazioni e della vita.

ATTIVITA’: PRENDERSI CURA
  • Obiettivi: acquisire comportamenti responsabili e di rispetto verso sé, gli altri e l’ambiente; imparare ad accettare la diversità; favorire supporto reciproco e cooperazione (Life Skills, area relazionale: empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci); sostenere i processi di decision making.
  • Metodologia: lavoro in grande e piccolo gruppo; cooperative learning; apprendimento situato.
  • Strumenti/Materiali: in base alle attività scelte, piccole piante per lo spazio verde (alloro, rovo, biancospino…) o rampicanti; vasi, fioriere, sacchi di iuta; pallet di legno e teli cerati per il giardino verticale; semi e piantine di erbe aromatiche, ortaggi, frutta (fragole, pomodori, piselli, ravanelli, lattuga…); attrezzi per la semina e l’innaffiatura; contenitori di varie dimensioni per la raccolta d’acqua; pezzi di legno e materiali di riciclo per nidi e mangiatoie; briciole di pane e semi per uccelli; materiali informativi reperibili online (tipo di ortaggi o piante adatte al territorio ecc.), fogli, cartelloni, penne, pennarelli, fotocamera.
  • Discipline: Scienze, Geografia, Educazione civica.
  1. Lavoriamo con gli alunni sul concetto di prendersi cura, legato all’attenzione all’altro e all’empatia. In base alle caratteristiche del gruppo e all’età, possiamo organizzare varie attività, modulandone la complessità:
    1. Creare uno spazio verde nella scuola, o arricchire quello presente, piantando specie vegetali adatte al territorio, per esempio alloro, piante che producano bacche o rampicanti; possiamo anche realizzare un “giardino verticale” con dei pallet di legno adeguatamente isolati con dei teli cerati, in cui inserire piantine di erbe aromatiche e fiori.
      – Realizzare un orto nel cortile, in una parte del giardino se presente, o con vasi, fioriere e sacchi di iuta per coltivare erbe aromatiche, ortaggi o piccoli frutti come le fragole, scegliendo le specie in base al territorio e agli spazi.
      – Creare “punti d’acqua”, sia di raccolta dell’acqua piovana, per bagnare le piante presenti a scuola, l’orto o il giardino verticale, sia per fornire un’area di ristoro per le specie animali durante i periodi di siccità, posizionando vaschette d’acqua in zone d’ombra.
      – Costruire dei nidi artificiali o mangiatoie per gli uccelli, per aiutarli a nutrirsi in inverno.
  2. Queste attività consentono agli alunni di sperimentare l’impegno di occuparsi di altri esseri viventi e la gratificazione che se ne ricava (nel raccolto dei frutti del proprio orto, nell’osservare le farfalle e le api attratte dai fiori o gli uccelli che mangiano le briciole dalle mangiatoie), sostenendo lo svilupparsi di attenzione all’altro, supporto reciproco e cooperazione. Inoltre educano alla sostenibilità e alla tutela della biodiversità, aspetti centrali nell’educazione dei futuri cittadini e obiettivi dell’Agenda 2030, e sono occasione di apprendimento situato di quanto affrontato sui libri di testo e di sperimentazione scientifica.
  3. In base al tipo di attività scelta, dividiamo gli alunni in piccoli gruppi, in modo che tutti partecipino alle diverse fasi di realizzazione e si mettano alla prova, turnandosi nei vari momenti e sostenendo i compagni che possono essere in difficoltà in una particolare fase.
  4. Guidiamoli in modo che siano loro stessi a decidere come procedere (quali piante piantare, dove creare i punti d’acqua…), fornendo loro o facendo cercare le informazioni necessarie e sostenendoli nei processi decisionali.
  5. Dopo ogni fase di lavoro, prevediamo un momento di scambio delle loro osservazioni e di confronto su quanto hanno sperimentato e vissuto, sottolineando di volta in volta gli aspetti specifici di attenzione e rispetto verso l’altro da sé. Formalizziamo anche gli elementi legati agli apprendimenti disciplinari, tramite foto che documentino le varie fasi, schede di sintesi e cartelloni.

La campagna “Più unici che rari”, è un laboratorio completo sull’inclusione: il percorso parte dai temi dell’identità e della consapevolezza di sè, prosegue con i temi del riconoscimento delle emozioni e dell’empatia e termina con attività sui temi del bullismo. Prevede inoltre un concorso per le classi, al quale è possibile partecipare entro il 1 marzo 2024.

Per maggiori informazioni: 055.9073999 | scuola@progettiedu.it

SCARICA IL KIT DIDATTICO E PARTECIPA AL CONCORSO!

Foto di copertina Alexas_Fotos su Unsplash

Giornata contro la violenza sulle donne: 4 consigli di lettura da proporre alla classe

in Letture in classe by

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, ricorriamo a 4 letture per insegnare fin da subito il rispetto e la parità di genere

Torniamo anche quest’anno a parlare di violenza sulle donne (lo avevamo fatto qui in passato), lasciandoci aiutare da libri e fiabe per poter affrontare il delicato tema con i più piccoli: perché non è mai troppo presto per imparare il rispetto e, fondamentale per veder diminuire significativamente gli episodi di violenza, la parità di genere.

Fiabe in rosso

Nato a 4 mani (Lorenzo Naia l’autore e Roberta Rossetti l’illustratrice), Fiabe in rosso è un progetto nato per combattere la violenza sulle donne e gli stereotipi di genere, adatto dai 5 anni in su.

Una raccolta di fiabe con protagoniste femminili in cui la trama evolve in maniera diversa da quella che abbiamo ascoltato tante volte:

E se fosse Biancaneve a salvare il principe?

Questo per ricordare a tutti i bambini che il finale della loro storia (della loro vita), non deve essere scontato, non deve essere uno solo, non deve essere – soprattutto – già deciso da qualcun altro.

Gli inserti di carta di giornale che si trovano all’interno del libro rimandano alla realtà e alla cronaca, e la tecnica del collage rimanda anche graficamente al processo di costruzione di una fiaba

Chiamarlo amore non si può

Scritto per bambini dai 12 anni in su, riunisce storie vere di 23 scrittrici, tutte dedicate al tema della violenza sulle donne.

Cari ragazzi e care ragazze che vi affacciate al mondo dei grandi, questo libro è per voi. Perché impariate dai nostri errori, impariate che amore vuol dire rispetto e non sopraffazione, che amare vuol dire permettere all’altro/a di essere se stessi. (…) 23 scrittrici per ragazzi vi offrono questi racconti per aiutarvi a riflettere e a dialogare, perché non rimaniate in silenzio di fronte ai tremendi fatti di cronaca. Ma anche perché sappiate reagire a ciò che può succedere intorno a voi, non solo quando si tratta di violenza fisica, ma anche di gesti e comportamenti che comunque feriscono profondamente. 

Quante tante donne | Le pari opportunità spiegate ai bambini

Di Anna Sarfatti, insegnante alle scuole primarie e scrittrice di romanzi per bambini, una lettura (dai 7 anni in su) per imparare a sognare in grande e a credere che tutto sia possibile nella vita!

Le bambine giocano con le bambole, i bambini con le costruzioni. Le donne fanno le segretarie e gli uomini i presidenti. Ma chi lo ha deciso? Non a tutte va bene così! Ecco allora un modo per imparare a lottare per i propri sogni, a capire che da grande si può fare la mamma e la casalinga, ma anche la sindaca e l’inventrice o, perché no, la fotografa di ragnatele e l’accompagnatrice di sirene.

Bruco blu

Infine, una fiaba illustrata, per tutte le età! Il Bruco blu, di Tiziana Di Ruscio (sopravvissuta al femminicidio), ci racconta che uscire dalla violenza è possibile, nonostante il più delle volte questa si annidi negli affetti, dentro la propria casa, sotto le spoglie di chi in realtà dovrebbe proteggerci.

Un racconto di sofferenze, di tante storie comuni, di vissuti quotidiani di bambini ma soprattutto la speranza che si può riprendere in mano la propria vita e tornare ad essere felici.

Bloccare la spirale di violenza sulle donne  è possibile, ma solo educando i bambini al rispetto di sé e degli altri, dando loro il buon esempio a casa (i genitori) e a scuola (gli insegnanti).

Insegniamo loro a riconoscere e abbattere ogni stereotipo, affinché diventino adulti più attenti e consapevoli nelle loro relazioni future.

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(In)Sostenibili Terrestri: la campagna educativa dedicata alla sostenibilità!

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Essity, l’azienda leader nell’igiene e nella salute, lancia “(In)Sostenibili Terrestri – Piccoli gesti per salvare il pianeta”, una campagna educativa tutta green: scopriamola insieme!

(In)Sostenibili Terresti -– Piccoli gesti per salvare il pianeta è il nome della campagna educativa promossa da Essity – azienda leader nell’igiene e nella salute, con brand dal calibro di Nuvenia, Tempo e Tena – in collaborazione con Legambiente, che vede anche la partecipazione di aBetterPlace (realtà leader in Italia nello studio dei comportamenti umani) e del giornalista ambientale e geografo Emanuele Bompan.

(In)Sostenibili Terresti: di cosa si tratta?

L’idea di fondo è indagare sul gap tra intenzioni sostenibili e comportamenti reali degli italiani, promuovendo al contempo pratiche quotidiane di consumo improntate alla sostenibilità, grazie ad una pratica guida con utili consigli da seguire.

Se infatti da una parte si parla sempre più frequentemente di sostenibilità, dall’altra molti continuano a non essere consapevoli dei comportamenti corretti da adottare nel quotidiano per essere, appunto, più sostenibili.

La guida, che si presenta come un libro di narrativa, è già online ed è scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale del progetto (disponibile anche in audiolibro): la trovate qui!

La campagna scuola

È partita a settembre la campagna scuola legata al progetto (In)Sostenibili Terresti -– Piccoli gesti per salvare il pianeta, realizzata da Librì Progetti educativi, e che coinvolge 500 classi Secondarie di I e II grado di tutto il territorio nazionale.

Le classi partecipanti riceveranno gratuitamente un kit didattico composto da una guida per il docente curata dalla scrittrice Paola Zannoner, con attività laboratoriali e Infografiche di approfondimento. Come supporto ai materiali cartacei, una piattaforma digitale all’interno della quale trovare risorse aggiuntive per gli studenti, incluso un podcast. I docenti delle classi partecipanti riceveranno un attestato con i crediti formativi MIM.

Le classi coinvolte nel progetto avranno l’opportunità di affrontare un percorso di approfondimento sulle diverse tematiche legate alla sostenibilità ambientale, tra cui:

  • Scelte alimentari sostenibili;
  • Attuazione di comportamenti attenti all’ambiente come la riduzione dei rifiuti, la riduzione degli sprechi energetici, un utilizzo corretto dell’acqua;
  • Adozione di una mobilità sostenibile

A conclusione del percorso educativo, poi, gli studenti effettueranno un’inchiesta dedicata a un’emergenza ambientale sul territorio del loro quartiere o comune.

Infine, un concorso premierà le migliori inchieste con un set da vero reporter sul campo: fotocamera, pc portatile e videocamera!

Essity: un’azienda dal cuore green

È senza dubbio green il cuore di Essity, che già si occupa di economia circolare e di supporto alla popolazione femminile in condizioni di estrema vulnerabilità.

Come ha spiegato Massimo Minaudo, Amministratore Delegato dell’azienda:

In Essity ci impegniamo ogni giorno per rompere le barriere al benessere delle persone, creando al contempo valore sostenibile negli ambiti di igiene e salute. Il nostro obiettivo per il 2050 è di arrivare a zero emissioni nette e tutte le nostre innovazioni si muovono in questa direzione. Sono però importanti il coinvolgimento e il contributo di tutti, soprattutto delle nuove generazioni.

Essity ha infatti dimostrato grande attenzione verso quelli che sono gli obiettivi dell’Agenda 2030; in particolare il 3 (Salute e benessere), il 5 (parità tra i sessi), il 6 (Acqua pulita e buone pratiche d’igiene), il 12 (consumo e produzione responsabili), il 13 (agire per il clima) e il 15 (una vita migliore).

Ma scopriamo di più su questa azienda dal cuore green facendo due chiacchiere con Laura Deni, Italy Communications Manager di Essity.

Come è nato il progetto (In)Sostenibili Terrestri?

(In)Sostenibili Terrestri – Guida Supermoderna per umani che vogliono salvare il Pianeta…o quasi” nasce da una ricerca che abbiamo condotto in Essity a livello globale nel 2021 per indagare le abitudini dei consumatori e, in particolare, gli effetti della pandemia sui loro comportamenti in tema di sostenibilità. Dai dati relativi all’Italia, è emerso come la pandemia abbia modificato gli stili di vita e aumentato la consapevolezza delle persone di far parte di un ecosistema da salvaguardare. Tuttavia, si è rilevato un importante gap tra il “dire e il fare”, un divario tra quanto gli italiani dichiarano e come di fatto agiscono, dovuto a molteplici fattori.
In collaborazione con Legambiente, aBetterPlace (realtà leader in Italia nello studio dei comportamenti sociali e di consumo) ed il giornalista ambientale Emanuele Bompan, abbiamo quindi lavorato per oltre un anno alla ricerca di soluzioni volte a colmare questo gap. E così è nato (In)sostenibili Terrestri, la nostra “guida” ai comportamenti sostenibili, non l’ennesimo vademecum che dica cosa fare e cosa non fare, ma un racconto illustrato, dal linguaggio diverso, il tono fresco e coinvolgente, un prodotto narrativo divertente e adatto a tutte le età. 

Il protagonista del racconto è un alieno che per errore arriva sulla Terra, entra in contatto con gli esseri umani e con i loro comportamenti e inizia a farci notare che, nella vita quotidiana, siamo un po’ tutti “insostenibili terrestri”. Con un linguaggio semplice e a tratti ironico, questa narrazione (disponibile sia in formato scritto che in audiolibro) ci ricorda che ognuno di noi può fare davvero la differenza nella propria quotidianità.

Cosa vi ha spinto a realizzare una campagna educativa da promuovere nelle scuole?

In Essity ci impegniamo ogni giorno per rompere le barriere al benessere delle persone, creando valore sostenibile negli ambiti di igiene e salute e al contempo contribuendo alla salvaguardia del pianeta con le nostre innovazioni. Siamo convinti che siano importanti il coinvolgimento e il contributo di tutti, soprattutto delle nuove generazioni. Per questo abbiamo deciso di percorrere un pezzo di questo nostro percorso al fianco di Librì, editore leader in Italia nei progetti realizzati per le scuole. Il progetto educativo che è nato insieme a Librì porta l’esperienza di (IN)sostenibili Terrestri in un dialogo diretto rivolto ai più giovani. Sono loro i protagonisti del futuro e oggi più che mai stanno diventando via via più consapevoli degli sforzi necessari per viverlo davvero in modo sostenibile.

Che risultati vi aspettate da questa campagna educativa?

Il progetto (IN)sostenibili Terrestri entrerà in oltre 500 classi, secondarie di I e II grado, di tutto il territorio nazionale e, grazie a percorsi strutturati con gli insegnanti, i ragazzi coinvolti avranno l’opportunità di affrontare un percorso di approfondimento su diverse tematiche legate alla sostenibilità ambientale. Siamo molto orgogliosi di questo progetto e non vediamo l’ora di raccogliere le idee ne nasceranno!

Grazie ad un concorso a conclusione dell’esperienza, contiamo di raccogliere tantissimi utili spunti dai ragazzi, che siamo certi saranno fondamentali per far vivere (IN)sostenibili Terrestri nell’esperienza diretta.

Avete già in mente degli sviluppi futuri relativi a questa campagna educativa?

(IN)sostenibili Terrestri è un progetto in divenire, che intendiamo aprire ad ogni spunto e sviluppo di chi vorrà parteciparvi attivamente, crediamo che sarà accolto con entusiasmo dai ragazzi e ci auguriamo che il percorso possa essere ancora lungo e stimolante. Questo è il primo anno in cui viene avviata la campagna educativa insieme a Librì, una prima volta in assoluto per noi: siamo curiosi di vedere come verrà accolta dai ragazzi e dagli insegnanti. Loro sono il nostro target primario, rappresentano il nostro futuro, sono loro che oggi hanno le potenzialità per migliorare la terra che abitiamo, noi “adulti” abbiamo però il compito di fornire loro gli strumenti migliori per poterlo fare.

Sono convinta che la nostra guida possa diventare nelle loro mani un ottimo strumento per aiutarli a ragionare e a scovare quelle “cattive” abitudini che purtroppo facciamo fatica ad abbandonare e a trovare nuovi modi per cambiare marcia. Allo stesso tempo, sono fiduciosa che saranno loro i primi a darci una mano per studiare insieme il futuro di questa campagna. Ascoltare le loro voci, le loro esperienze pratiche e tutto quanto emergerà nelle loro classi sarà la risposta migliore.

Cliccando qui è possibile avere maggiori informazioni sulla campagna educativa e richiedere il kit gratuito!

Festival “Educhiamoci – Giornate per l’Educazione”: al via la terza edizione!

in Scuola by

A Vittorio Veneto dal 16 al 21 ottobre, il Festival dedicato all’educazione proporrà tanti eventi gratuiti sia in presenza che in diretta web!

Un festival per studenti, genitori, insegnanti, professionisti dell’educazione e della salute e per chiunque abbia interesse verso il mondo e la crescita dei giovani: questo è “Educhiamoci – Giornate per l’Educazione”!

Organizzato dal 16 al 21 ottobre dal Comune di Vittorio Veneto, il festival – di cui Librì Progetti Educativi è Media Partner – è alla sua terza edizione, che per questo anno ha come titolo “Ci vuole coraggio”.

“Coraggio”, termine che evoca la possibilità di superare le nostre paure, e che contiene al suo interno la parola “cuore”, fondamentale in educazione.

Pensare con il cuore – esiste infatti anche un cervello del cuore, luogo del sentire, dell’affettività, della connessione con le emozioni degli altri – è ciò che ogni genitore, educatore, insegnante dovrebbe fare, imparando da chi è maestro in questo: i bambini e le bambine.

“L’educazione” – dice Antonella Caldart,  Assessore alle Politiche Scolastiche e al Sociale – “è per noi e per tutti gli esperti che a vario titolo offriranno il proprio contributo a questa iniziativa, un tema di interesse centrale per costruire un presente di qualità e un futuro migliore: un impegno serio verso le nuove generazioni, da condividere con l’intera società di cui siamo parte”. 

I relatori di quest’anno (trovi QUI l’elenco completo) saranno dunque chiamati, prima che a “fare”, ad “essere”, guardandosi dentro di sé per poter entrare in relazione con il bambino, la bambina, il ragazzo e la ragazza.

Il festival – il cui programma è stato ideato da I AM SERVIZI –  propone 20 incontri, 24 relatori, laboratori per le scuole e i professionisti e tante altre iniziative per le famiglie. 

Tutti gli eventi sono gratuiti in presenza e visibili in diretta online sulle pagine Facebook e Youtube del festival.

Scarica QUI la brochure con il programma dettagliato, iscriviti QUI agli eventi gratuiti e clicca QUI per visitare il sito del festival, dove trovare tutte le informazioni a riguardo!

Genitori, insegnanti: i consigli di lettura per voi… con un pizzico di ironia!

in Letture in classe by

Guida semiseria per libri da mettere in valigia: pensati per gli adulti, ecco i nostri consigli di lettura per ritemprare mente e corpo!

Lo dichiariamo subito: l’intento è quello di offrire a genitori e/o insegnanti, spassosi consigli di lettura da ombrellone (o da picco di una montagna, o da sdraio nel giardino di casa!), in grado di sollazzare e, perché no, anche regalare qualche utile insegnamento, strizzando l’occhio a un po’ di sana ironia!

Iniziamo dunque la sfilata invitando sul nostro red carpet un grande successo letterario dal 2020, ovvero il Quaderno di compiti delle vacanze per adulti, ben 150 esercizi passatempo che regalano fino a 120 ore di divertimento. Una sola regola da seguire: spegnere il cellulare e prendere una matita!

Annoiarsi: che privilegio!

Tra lavoro e hobby, questo ultimo anno e mezzo, vissuto in clima pandemico, ha aumentato notevolmente il vostro rapporto con uno schermo (pc, laptop, cellulare)? È il momento di riappropriarvi del tempo e della mente, riguadagnandovi qualcosa di tremendamente sottovalutato: il diritto alla sana noia! Se la cosa vi stuzzica, dunque, tra i nostri consigli di lettura non può mancare il libro Come annoiarsi meglio!

Parola d’ordine: relax!

Mettiamoci belli comodi, pennarelli alla mano, e godiamoci un po’ di sano, sereno e calmo relax, perché no colorando bellissimi disegni: la psicologia, infatti, ci conferma l’utilità del colorare per combattere lo stress.

Infatti, quando ci si concentra su un’ attività manuale – come appunto il colorare – la mente si alleggerisce da preoccupazioni e pensieri che continuamente ci tormentano!

E se colorare casette e gattini non fa per voi, ecco la soluzione:  il libro Sono allergico alla stupidità, mi fa salire il sarcasmo vi regala 35 pagine antistress, con frasi irriverenti da colorare per rilassarsi e mandare via lo stress!

Preferite una versione più “Girl power”? Eccovi Non c’è limite a ciò che noi Donne possiamo realizzare, il libro da colorare motivazionale dedicato alle donne!

Andiamo nel pratico!

Se al colorare o al risolvere rebus e giochi di abilità preferite libri più pratici, in grado di insegnarvi l’abc di un hobby che nasce da una vostra passione, la scelta allora è veramente ampia: dai manuali per principianti per imparare uno strumento musicale, a quelli per far proprie le frasi in inglese più utili per viaggiare all’estero, passando per il vademecum per diventare professionisti di uncinetto o, perché no, disegnatori di manga e anime, argomento, come abbiamo visto qui, molto amato anche dai ragazzi! C’è davvero solo l’imbarazzo della scelta!

E se adesso il dubbio vi assale perché la scelta su cosa leggere in vacanza è diventata assai ardua, potete sempre ricorrere al Libro delle risposte che stavi aspettando: saprà sicuramente sciogliere i vostri dubbi amletici!

Buona lettura!

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ChatGPT: strumento da sfruttare o da temere?

in Zigzag in rete by

ChatGPT: un mostro a tre teste in grado di fare fuori la nutrita schiera di copywriter, designer e content creator o, al contrario, un fido alleato grazie al quale migliorare le proprie performance?

Come sempre, facciamo un passo indietro e spieghiamo intanto cos’è ChatGPT.
Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante nella sua capacità di comprendere e interagire con gli esseri umani.

Una delle più recenti innovazioni è rappresentata dai chatbot basati su GPT (Generative Pre-trained Transformer), una tecnologia di apprendimento automatico che consente di creare conversazioni sempre più naturali e fluide.

Che l’argomento sia storia, geografia, matematica, fisica, si apre la finestra, si fa una qualsiasi – veramente, qualsiasi – domanda, e nel giro di mezzo secondo ecco sciorinata la risposta: a volte imprecisa, non infallibile, ma tendenzialmente corretta.

Certo non va preso come un oracolo, per stessa ammissione del co-fondatore e amministratore delegato di OpenAI (che l’ha creato), Sam Altman:

ChatGPT è incredibilmente limitato, ma abbastanza bravo in alcune cose da creare un’impressione ingannevole di grandezza. È un errore fare affidamento su di esso per qualcosa di importante in questo momento. È un’anteprima del progresso; dobbiamo ancora lavorare molto sulla robustezza e sulla veridicità.

“Un’anteprima del progresso”: ma si può considerare progresso ricevere risposte non più da persone competenti che hanno studiato, fatto esperienza e formazione, ma da un algoritmo?

I suoi usi

Quali possano essere gli utilizzi di ChatGPT è presto detto:

  • Assistenza automatizzata — è in grado di generare risposte automatiche in una conversazione con un utente umano e di rispondere in modo proattivo, con un linguaggio naturale.
  • Generazione di testo — può redigere descrizioni di prodotti, post per social network, articoli di giornale, e-mail…
  • Riepilogo automatico — la sua capacità di apprendimento e comprensione del testo lo rende adatto per riassumere lunghe conversazioni e documenti autonomamente, decisamente utile per studenti e professori.
  • Traduzione automatica — conosce molteplici lingue e traduce in modo del tutto automatico.
  • Generazione di codice — può generare script e righe di codice in diversi linguaggi di programmazione.
Ma quindi può sostituire l’uomo?

Questa è la domanda che attanaglia le menti dei più. Noi abbiamo deciso di rivolgerla proprio a ChatGPT, che ha optato per il politically correct; ecco la sua risposta:

Come modello di linguaggio AI, posso assistere gli esseri umani nell’esecuzione di determinate attività, come rispondere a domande, fornire informazioni ed eseguire attività di elaborazione linguistica di base. Tuttavia, non posso sostituire completamente il lavoro umano poiché non sono in grado di svolgere compiti fisici o compiti che richiedono creatività, empatia e pensiero critico. Il mio scopo è assistere gli esseri umani e rendere più facile il loro lavoro, non sostituirli.

E io, da umanista convinta, mi aggrappo a quel “non sono in grado di svolgere compiti che richiedono creatività, empatia e pensiero critico”. La conoscenza umana, infatti, non è certo un semplice insieme di dati e di informazioni; è un qualcosa che si fonda e si evolve sulle esperienze, sui sentimenti, sul sentire unico di ogni essere umano. Ed è proprio questo a generare valore. Per fortuna, aggiungo!

Dobbiamo temere l’IA?

Non poter distinguere facilmente se un testo è stato generato da un algoritmo o da un umano, potrebbe in futuro portarci ad avere a che fare con sempre più testi falsi. Futuro nemmeno troppo lontano, visto che alcuni studenti già utilizzano lo strumento per scrivere i propri temi scolastici…

Ma la questione non è se la tecnologia sia o meno cattiva; piuttosto, come essa viene utilizzata. Del resto, un coltello lo si usa per affettare il pane, ma c’è chi lo trasforma in un’arma, no?

Nella nostra dimensione, in cui reale e virtuale sono due facce della stessa realtà, ciò di cui si ha bisogno è l’intelligenza umana, l’etica. L’uomo, storicamente, raggiunge sempre nuovi strumenti in più: ma sta a lui saperli usare con criterio e con beneficio di tutti.

Se volete leggere un altro articolo sul tema del digitale, cliccate qui!

Foto di copertina by Jonathan Kemper su Unsplash

Gita scolastica: 3 proposte da valutare per il prossimo anno!

in Attività di classe/Zigzag in rete by

3 proposte di musei – dislocati nel centro Italia, per iniziare a farsi un’idea sull’offerta formativa del prossimo anno, in materia di “gita scolastica”!

Toscana, Emilia Romagna e Marche: le 3 proposte museali che andiamo a proporvi per la gita scolastica del prossimo anno sono dislocate in queste 3 regioni dell’Italia centrale!

L’Italia è territorio assai fertile di musei – vanta 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti e ecomusei aperti al pubblico (dato aggiornato al 2018) – e accanto ai grandi nomi come la Galleria degli Uffizi, il Museo Egizio, il Museo Archeologico di Napoli, i Musei Vaticani, la Pinacoteca di Brera (e molti, molti altri!), c’è un folto gruppo di musei minori, che meritano comunque una visita o, perché no, una gita scolastica, magari unendola ad altre mete circostanti.

IL MUME – SAN MINIATO (PISA), TOSCANA
Una sala del MuMe

Il Museo della Memoria (MuMe), nel piccolo ma delizioso borgo di San Miniato, nasce dalla volontà di dare alla città uno spazio dedicato alla conservazione dell’insieme di valori e testimonianze della storia più recente della comunità, con particolare riferimento ai fatti della Seconda Guerra Mondiale, ai valori dell’antifascismo e della Resistenza, rappresentati nella Costituzione italiana.

La raccolta museale – articolata in tre sezioni – copre un periodo che va dal 1921, anno in cui anche a San Miniato furono instituiti i Fasci di combattimento, al 1946, quando con le prime elezioni democratiche a suffragio universale si proclama la nascita della Repubblica.

L’obiettivo del Museo, che oltre agli oggetti vanta una struttura di supporto multimediale di ultima generazione, è promuovere la salvaguardia della memoria storica e favorire un’ attiva e consapevole cultura della pace e della convivenza civile.

Perché è perfetto per una gita scolastica? Perché è anche uno dei principali musei didattici del territorio, offrendo agli studenti la possibilità di rivivere la microstoria locale del ventennio fascista tramite gli oggetti e le testimonianze raccolte. Qui è possibile scaricare un esempio di materiale didattico del museo.

MUSEO DEL BALì – COLLI AL METAURO (PESARO E URBINO) – MARCHE
La villa che ospita il Museo del Balì

Con il suo motto “Vietato NON toccare”, ha catturato la nostra attenzione! Il Museo scientifico del Balì di Colli al Metauro offre:

  • postazioni interattive che mostrano in modo divertente i principi scientifici;
  • un osservatorio astronomico;
  • un planetario in cui gli animatori conducono il pubblico alla scoperta della volta celeste, illustrando i principi per orientarsi nel cielo, i moti dei pianeti, le stelle e le costellazioni.

Ospitato in una stupenda villa settecentesca, è un luogo speciale dove si parla di scienza utilizzando la scienza; nove sale per altrettante tematiche suddivise tra percezione fisica (onde, luce, forze, elettromagnetismo), matematica, scienze della terra, scienze della vita (inaugurate nel 2016) e astronomia (inaugurazione 2019).

Clicca qui per consultare l’elenco degli exhibit con un approfondimento sui contenuti. Per le scuole l’osservatorio offre laboratori diurni per osservare il Sole e sessioni serali per l’esplorazione degli oggetti celesti di stagione. Da Settembre 2014 l’Osservatorio è utilizzabile in remoto dalle Scuole più lontane.

I MUSEI DEL CIBO DELLA PROVINCIA DI PARMA
Gli 8 musei del cibo della provincia di Parma

Museo del Parmigiano Reggiano, del Prosciutto di Parma, della Pasta, del Pomodoro, del Culatello, del Vino, del Salame di Felino e del Porcino di Borgotaro: un circuito di 8 musei che fa venire l’acquolina in bocca, perfetti per imparare l’importanza di una corretta alimentazione e la grande varietà della nostra tavola!

Si ripercorre così la storia degli uomini e dei prodotti che hanno reso unico un territorio, attraverso la visita ma anche la degustazione, i laboratori e i giochi di discussione: un’ampia offerta di attività educative per le scuole di ogni ordine e grado. Molte si prestano ad essere spunti o approfondimenti per progetti più ampi, legati a singole materie curricolari o interdisciplinari.

I Musei del Cibo, infatti, credono nella creazione di un rapporto profondo con le Scuole che vada ben oltre la semplice visita e offerta di attività. Per questa ragione offrono agli istituti la possibilità di co-progettare e avviare percorsi su tematiche particolari che interessino sia le Scuole che i Musei.

Alimenti tipici, alimentazione, paesaggio, intercultura, museologia, ambiente, civiltà contadina, storia del territorio, letteratura per l’infanzia, storia delle tecnologie, esplorazioni: molti sono i temi sui quali si può pensare di avviare progetti di collaborazione con il museo!

Se sei in cerca di una mostra interessante – aperta fino al 2 luglio – dai un occhio a questo articolo!

Foto di copertina by Giu Vicente su Unsplash

Galleria BPER Banca: tra Modena e Genova, musei che strizzano l’occhio alle scuole.

in Arte, Musica e Spettacolo/Zigzag in rete by

Non solo opere da ammirare, ma un interessante percorso laboratoriale per le scuole: scopriamo la Galleria BPER Banca.

Nel sito dedicato alla Galleria BPER Banca, se ne leggono chiaramente le finalità. Lo spazio è infatti concepito come un

luogo di scambio culturale, dove l’arte dialoga quotidianamente con il pubblico in modo vivace e vitale.

È dal 2017 che BPER Banca gestisce in modo più maturo e consapevole il proprio patrimonio culturale, grazie proprio a La Galleria, che valorizza, tutela, conserva e rende fruibile una delle maggiori corporate collection italiane, con un migliaio di opere d’arte di pregio.

Le mostre

“Nelle stanze dell’arte. Dipinti svelati di antichi maestri” è la mostra della Galleria BPER Banca che – proseguendo nell’attività di promozione del proprio patrimonio artistico – dal 17 marzo al 2 luglio 2023 è allestita negli spazi modenesi di via Scudari 9.

Si tratta di un nuovo approfondimento dedicato alla pittura emiliana dal XIV al XVIII, che offre ai visitatori la possibilità di visionare alcuni ulteriori capolavori del nucleo modenese, che in occasione di una precedente mostra del 2017 non furono accessibili al grande pubblico.

Visitabile da venerdì a domenica con orario 10.00-18.00, la mostra è a ingresso libero e gratuito. Per visite guidate e scolaresche scrivere o chiamare: lagalleria@bper.it | +39 059 2021598. Ulteriori info qui.

“Sinfonie d’arte. Capolavori in dialogo tra Modena e Genova” è invece il nome della mostra che aprirà al pubblico dal 21 aprile fino al 23 luglio 2023, negli spazi del Palazzo Doria – Carcassi di Genova.

Un dialogo quotidiano tra l’arte e il suo pubblico, dicevamo ad inizio articolo, e l’arte dialoga in special modo con i bambini, dal momento che le classi che si prenoteranno sia per la mostra a Modena che per quella a Genova, riceveranno un kit digitale – dal titolo Giocare con l’arte – che prevede un percorso laboratoriale da fare prima, durante e dopo la visita.

I partecipanti alle mostre della Galleria BPER, inoltre, riceveranno come gadget un piccolo taccuino in stile sketchbook dal titolo Il Passamostre. Per liberi viaggiatori dell’arte.

Foto ci copertina dal sito https://www.lagalleriabper.it/

Giornata Internazionale della Felicità: come riconoscerla?

in Affettività e Psicologia/Attività di classe by

Il 20 marzo si festeggia la Giornata Internazionale della felicità: un consiglio di lettura potrebbe aiutarci a riconoscere questo prezioso stato!

Lunedì 20 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Felicità. Fu proprio l’Organizzazione delle Nazioni Unite, nel 2012, ad istituirla:

«L’Assemblea generale […] consapevole di come la ricerca della felicità sia uno scopo fondamentale dell’umanità, […] riconoscendo inoltre la necessità di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità, invita tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica […]»

Perché proprio il 20 marzo? Perché coincide con l’equinozio di primavera, simbolo beneaugurante di rinascita della Natura: non poteva esistere data migliore!

Se fosse felicità?

Ma come si riconosce la felicità?

Arturo, Zoe e Giulio, i protagonisti del libro Se fosse felicità, una storia avventurosa e piena di emozioni, riflettono proprio sulla cosa più bella del mondo – la felicità appunto – e su come provare a ricercarla.

Il libro fa parte del kit dell’omonima campagna educativa per la scuola primaria, dedicata al tema dell’affettività e dell’inclusione, realizzata da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Eulab srl – Laboratorio della Felicità.

Oltre ad affrontare il tema dell’inclusività, la campagna ha l’obiettivo di accompagnare i più piccoli alla scoperta di questo stato d’animo, non solo come emozione ma anche come competenza da allenare.

Proprio così: ci vuole allenamento per imparare ad essere felici!

QUI trovi alcune attività tratte dalla campagna educativa, da poter proporre in classe

E il genitore, cosa può fare per educare suo figlio o sua figlia a provare questo stato d’animo? Come affermava Maria Montessori:

“L’adulto deve farsi umile e imparare dal bambino ad essere grande.”

È solo grazie a questo atteggiamento, infatti, che il genitore comprende i veri bisogni del bambino, aiutandolo a guadagnare autostima e benessere interiore. Buona Giornata Internazionale della Felicità!

Gender Gap nelle STEM: tema caldo a DIDACTA e non solo!

in STEM ed Esperienze digitali/Zigzag in rete by

Donne e materie STEM: a che punto siamo? Breve analisi sul tema, con tre convegni da non perdere a DIDACTA, una campagna educativa e un’attività gratuita da scaricare!

Quest’anno a DIDACTA, la più importante manifestazione sull’innovazione della scuola in Italia (8-10 marzo, Fortezza da Basso, Firenze), sarà dato ampio spazio al tema delle STEM, ma non solo.

Sarà na tre giorni con oltre 800 eventi formativi, tra workshop, seminari e convegni, dedicati al mondo della scuola (qui trovi il nostro articolo sulla passata edizione, e qui il programma di quest’anno).

Visto dunque che le danze si apriranno proprio l’8 marzo, giornata della Festa della Donna, viene naturale una riflessione a proposito di Donne e Materie STEM.

A che punto siamo?

Non la tiriamo per le lunghe lo diciamo subito: nonostante l’importante raggiungimento della parità di genere nell’educazione di primo e secondo livello (anzi, le donne, in Europa,  sono addirittura più inclini a intraprendere gli studi universitari), non siamo ancora ad un buon punto. Il gender gap è infatti ancora assai evidente, davanti a noi.

Le statistiche parlano chiaro: nel mondo, anche se risultano più donne iscritte all’università, meno di 4 laureati su 10 nelle materie STEM sono donne. Inoltre, il tasso di occupazione ad un anno dalla laurea degli uomini laureati STEM è più elevato di quello femminile (91,8% contro l’89%), così come la retribuzione non risulta paritaria: le donne laureate in queste materie ricevono circa 300 euro mensili in meno della controparte maschile.

Percorso STEM? No, grazie!

Fattori individuali, elementi sociali, background familiare: sono molti i motivi che tengono le ragazze alla larga dalle materie scientifiche.

  • Mancanza di motivazione personale e di autostima: non ci si sente in grado di poter addentrarsi dentro materie oscure come la matematica.
  • Pregiudizi e stereotipi duri a morire: fin da piccole le bambine sono portate a sentirsi inferiori ai maschi, nelle materie scientifiche.  
  • Mancanza di modelli nell’immaginario collettivo, che alimenta gli stereotipi persino negli insegnanti (a proposito degli sparuti modelli femminili nel campo delle STEM, invitiamo i docenti a raccontare agli studenti e alle studentesse la storia di Rosalind Franklin, perfetto simbolo della posizione di inferiorità delle donne nel Pantheon della scienza).
  • Svantaggio nel luogo del lavoro: la questione “maternità” è ancora vista come un ostacolo all’ascesa della carriera lavorativa. A parità di competenze, si preferisce ancora assumere un uomo, libero da futuri obblighi famigliari.
Diversità come fattore essenziale nella ricerca

Risolvere questo gender gap, che abbraccia appunto anche il divario salariale, è una sfida che dobbiamo vincere non solo per i benefici individuali delle singole donne, ma per il bene della società stessa.

Avere più donne – e quindi individui – nella scienza, garantisce maggiore capitale umano in grado di affrontare le sfide tecnologico-scientifiche del futuro. Poter infatti osservare un problema da diverse prospettive aumenta la possibilità di trovare soluzioni, e questo perché la diversità di un gruppo di persone risulta più importante delle abilità individuali.

in risposta a ciò, e al peggioramento della condizione femminile dovuta al Covid-19, è stata formata una task force tutta al femminile dall’ex Ministro per le Pari Opportunità Elena Bonetti (“Donne per un nuovo Rinascimento”), che include anche la promozione e l’incentivo a formarsi nelle materie STEM.

Tre convegni, una campagna educativa e un’attività gratuita

Tornando alla fiera DIDACTA, ecco qualche appuntamento da segnarsi in agenda, a tema STEM e Gender Gap:

Mentre in materia di campagne educative, “Futuri fantastici e dove trovarli. Le Stem senza differenza di genere” è la nuova campagna di Librì, realizzata in collaborazione con Capgemini, che ha come obiettivo quello di introdurre insegnanti e ragazzi al tema del gender gap nelle professioni STEM e più in generale alla tematica della scelta scolastica e professionale.

Infine, la Fondazione AIRC ci viene in aiuto e ci spiega in cosa consiste il lavoro del ricercatore e della ricercatrice, con test e attività da scaricare gratuitamente qui e da utilizzare in classe: buon lavoro!

Fonte articolo

Giornata Mondiale delle malattie rare: il punto di vista di UNIAMO per aumentare la conoscenza fra i banchi di scuola.

in Bisogni Educativi Speciali by

Annalisa Scopinaro è la Presidente di UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare, uno dei 37 Enti e Associazioni di Pazienti che sostengono la campagna educativa Più Unici che rari, promossa da Sanofi e Librì Progetti Educativi. A lei rivolgiamo le nostre domande sul tema delle patologie rare.

Dopo la chiacchierata con Marcello Cattani – Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Farmaceutico Sanofi impegnato nella ricerca e sviluppo di farmaci per i malati rari – sul tema dell’inclusione, in occasione della Giornata Mondiale del prossimo 28 febbraio torniamo ad affrontare il tema delicato e ancora poco conosciuto.

Sanofi è una delle principali realtà industriali del settore farmaceutico, che da oltre 40 anni è impegnata nella ricerca di terapie innovative che possano migliorare la qualità di vita di persone affette da malattie gravi, croniche e progressivamente invalidanti.

Dalla collaborazione tra Sanofi e Librì Progetti Educativi, è nata nel 2019 Più unici che rari, la campagna educativa nazionale per le scuole primarie (classi IV e V) e secondarie di primo grado, il cui obiettivo è raccontare il valore dell’unicità di ciascun alunno e promuovere tra i bambini e i ragazzi l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico, partendo da quelle difficoltà e barriere che possono nascere in presenza di patologie ma non solo.

Tra i 37 Enti e Associazioni di Pazienti che sostengono la campagna educativa Più Unici che rari, troviamo UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare in rappresentanza della comunità delle persone con malattie rare in Italia; ed è alla presidente Annalisa Scopinaro che rivolgiamo le nostre domande:

Quali sono i campanelli di allarme da tenere in considerazione per una diagnosi precoce di malattia rara?

La diagnosi precoce di malattia rara è fondamentale per dare un nome alla patologia e per avere accesso alle migliori terapie possibili. I tempi di diagnosi sono ancora troppo lunghi, come dimostrato da Eurordis: siamo oltre i 4 anni di ritardo. Le diagnosi precoci si ottengono dagli screening neonatali e con la corretta interpretazione di segni e sintomi evidenziati dai pazienti. Quanto un paziente ha un quadro complesso, che non trova spiegazione nonostante gli specialisti consultati, sarebbe opportuno farsi venire un “sospetto diagnostico” e indirizzare ad uno dei centri della rete nazionale delle malattie rare. 

Sempre in tema di diagnosi precoce: esistono dei test basati su sintomatologie da proporre alle famiglie?

Ad oggi esistono tecniche omiche che permettono l’individuazione di patologie anche complesse. Fondamentale è l’interpretazione dei risultati delle analisi, che deve essere fatta da esperti. In alcuni casi, come per esempio nelle neuromuscolari, il controllo del CPK può essere utile. Tutti gli esami devono però essere strettamente correlati ad una corretta anamnesi e raccolta della storia familiare per poter formulare un sospetto diagnostico attendibile. 

Cosa fare in caso di test positivi (ovvero che evidenziano il sospetto di una patologia)?

Se i test evidenziano una patologia rara, va capito se si rientra nei casi di esenzione dalla spesa sanitaria e individuato il centro di competenza, che possa indirizzare verso le migliori terapie e sistematizzare il caso nel registro malattie rare. 

Si è registrato, negli ultimi anni, un incremento dei casi di una qualche specifica malattia rara?

Come evidenziato nella campagna fatta da Uniamo per la Giornata Malattie Rare 2023, tutti i malati rari italiani riempirebbero un treno della metropolitana lungo 175 Km oppure 25 volte lo stadio di San Siro. Non ci sono però statistiche precise che forniscono informazioni sull’incremento di nuovi casi ogni anno. Sicuramente negli ultimi anni, gli sforzi congiunti delle Associazioni Pazienti in termini di sensibilizzazione e delle Aziende Farmaceutiche in termini di ricerca hanno permesso a tanti malati rari di trovare una diagnosi e una terapia.

Aggressione liceo Michelangiolo di Firenze: la condanna ai totalitarismi nella lettera della Preside del Da Vinci.

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A circa una settimana dal pestaggio avvenuto davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze e a 2 giorni dalla manifestazione a Campo di Marte per protestare contro l’aggressione, pubblichiamo – vicini al suo pensiero – la lettera della preside del Da Vinci.

Risale allo scorso sabato 18 febbraio l’aggressione al Liceo Michelangiolo di Firenze, innescata da sei attivisti di Azione Studentesca durante un loro volantinaggio (non preannunciato in Questura), ai danni di almeno due studenti del collettivo di sinistra.

Mentre si continua ad indagare sulla dinamica e sull’individuazione di altri studenti coinvolti, 2 giorni fa si è tenuta la manifestazione – che ha raccolto circa 2000 persone a Firenze – per protestare contro l’aggressione, e ieri è stata resa pubblica una lettera della Preside dell’Istituto Da Vinci di Firenze, Annalisa Savino.

Vicini alle parole della Preside, la pubblichiamo per intero:

Sconnessi Day: un invito e un consiglio di lettura

in Zigzag in rete by

Riusciremo, questa sera, nella titanica impresa di spegnere il cellulare per un’ora? Noi di Occhiovolante ci proviamo – unendoci alla proposta dello Sconnessi Day – e ne approfittiamo per darvi anche un interessante consiglio di lettura.

Da 5 anni si festeggia, il 22 febbraio, lo Sconnessi Day, la giornata mondiale della Sconnessione da Internet. Nata nel 2018 in occasione dell’uscita del film “Sconnessi” di Christian Marazziti, questa ricorrenza vuole porre l’attenzione sulla nostra dipendenza dalla Rete.

Il problema si è fatto infatti sempre più serio, tanto da guadagnarsi anche un termine specifico:  “nomofobia” – acronimo di “No Mobile Phone Phobia” – che indica la paura di non essere rintracciabili e ritrovarsi improvvisamente disconnessi dalla Rete internet e mobile.

Quanti di noi, in maniera più o meno consapevole, controllano spesso se hanno campo, se hanno un livello di carica sufficiente, se è arrivata la notifica su Whatsapp piuttosto che su Facebook? Tanti, tantissimi. Continuamente.

C’è quindi davvero bisogno di questo Sconnessi Day, che più che un giorno (purtroppo 24 ore sono davvero tante lontane dal cellulare, considerando anche il fatto che tantissimi lo utilizzano come strumento di lavoro) si riduce a un’ora, dalle 20.30 alle 21.30. Un orario scelto non a caso, visto che coincide con quello della cena, momento in cui la famiglia dovrebbe raccogliersi attorno alla tavola, raccontandosi la giornata.

Consiglio di lettura

Questa Giornata ci offre l’occasione per consigliarvi un curioso libro, dall’alto potere nostalgico: “100 cose che abbiamo perso per colpa di internet”, di Pamela Paul. L’opera ci riporta nel «Preinternettiano», epoca in cui nessuno aveva idea di che cosa fosse un sito, uno smartphone o un’app digitale, per farci scoprire che cosa abbiamo perso o stiamo perdendo con l’avvento dell’online.

Così, il lettore si ritrova a sfogliare un vero e proprio inventario di 100 oggetti, emozioni e consuetudini (ma probabilmente sono molte di più) che sono letteralmente sparite dalla nostra vita.

Dall’antico timore che nessuno si ricordasse il nostro compleanno, alle lettere scritte a mano; dall’avventurarsi in un luogo sconosciuto armati solo di una mappa sbrindellata, all’immergersi completamente in uno spettacolo al cinema o a teatro.

Un libro che ci invita a ripensare le nostre giornate iperconnesse – e dunque perfetto per lo Sconnessi Day – perché possano tornare a riempirsi di creatività e smarrimento, lentezza ed empatia.

Ma soprattutto, la prima tra le cose che più ci ha colpito di questo volume, ci invita a riscoprire una grande risorsa che abbiamo perso: la noia. In fila dal dottore, in coda alle poste, persino nelle situazioni più monotone non ci permettiamo il lusso di annoiarci: tiriamo fuori lo smartphone ed eccoci connessi con persone, situazioni, gossip dell’ultimo minuto. Eppure, quanto sarebbe utile e sana un po’ di noia, che ci costringe a mettere in moto il cervello, cercando soluzioni creative a questioni o situazioni che dobbiamo gestire?

Personalmente, le idee migliori mi sono sempre venute al volante o sotto la doccia, gli unici due momenti in cui mi è letteralmente impossibile usare il cellulare: coincidenze? Non credo proprio.

Foto di copertina by Creative Christians su Unsplash

Spiegare l’amore ai bambini: come fare?

in Attività di classe/Zigzag in rete by

Ma poi, davvero l’amore si spiega, o piuttosto si mostra e dunque poi il bambino lo impara? Parliamone insieme!

Anche l’amore è una “buona pratica” quotidiana da mostrare ai bambini che, assistendo a gesti di gentilezza, rispetto e complicità, proprio come spugne li assorbono e li fanno propri, imparando a relazionarsi con gli altri in maniera sana.

Ma se vogliamo ancora di più accompagnare per mano i bambini alla scoperta del sentimento dell’amore, ecco 2 attività da poter fare insieme a loro, in classe come in famiglia!

Guardiamo le foto!

Anche se purtroppo la tecnologia ci ha fatto perdere la buona abitudine di stampare le foto, ne possediamo comunque a centinaia nei nostri dispositivi!

Invitate i bambini a scegliere le più belle della propria famiglia e a stamparle, chiedendo ai genitori di raccontare loro la storia di come è nato il loro amore. Sentire il racconto sfogliando le immagini è un buon modo per “vedere” l’amore!

Raccontiamo le favole giuste!

Storie coinvolgenti e belle illustrazioni possono essere davvero molto utili per raccontare questo forte sentimento. Ecco qualche suggerimento di libri da sfogliare insieme:

  • Dieci dita alle mani, dieci dita ai piedini di Mem Fox. Una filastrocca semplice rivolta ai bambini dai 6 mesi ai 2 anni. Ottima anche per iniziare a parlare di razzismo e multiculturalità!
  • Indovina quanto bene ti voglio di Sam McBratney, decisamente un classico per l’infanzia! Si tratta di una favola consigliata dai 2 anni in su.
  • Quando un elefante si innamora di Davide Calì e Alice Lotti, una tenera storia consigliata dopo i 5 anni.
  • Cuor di pettirosso di Ale + Ale: una favola consigliata dai 5 anni in poi.
  • Favola d’amore, di Herman Hesse, un libretto illustrato di poche pagine, consigliato dai 6 anni in su, in cui la narrazione e i dipinti di Hesse si fondono in un unicum inscindibile per descrivere la vicenda di un giovane pittore, Pictor.

E adesso, lasciamoci intenerire da questo video, in cui alcuni bambini e bambine rispondono alla difficile domanda “cos’è l’amore”…

Roberto Benigni accende Sanremo parlando della Costituzione!

in Letture in classe/Zigzag in rete by

Ad alcuni giorni di distanza dalla prima serata del Festival di Sanremo, ancora riecheggiano – forti del loro spessore morale – le parole di Roberto Benigni sulla Costituzione Italiana. Approfittiamone per parlarne una volta di più anche in classe!

La Costituzione è un documento vivo; bene dunque che se ne parli in qualsiasi contesto, a maggior ragione se si tratta di una piazza importante come quella del Festival di Sanremo.

A farlo è stato stato Roberto Benigni in un accorato monologo appassionato e appassionante, a pochi minuti dal fischio d’inizio della 74° edizione del Festival della Canzone Italiana.

Proprio al cospetto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dall’attore e regista toscano definito “fratello della Costituzione”dal momento che suo padre Bernardo fu uno dei costituenti, Benigni ha affermato che:

La Costituzione è un’opera d’arte, frutto dell’audacia dei costituenti che hanno saputo guardare al futuro, a noi e anche oltre.

Perché dunque non approfittare di questo intervento in TV – seguito dal 62% degli italiani – per non affrontare in classe alcuni degli articoli della Costituzione, come l’articolo 21 – il più importante per Benigni – quello ovvero sulla libertà di manifestare il proprio pensiero, che, afferma l’attore:

per me è l’architrave, il pilastro di tutte le libertà dell’uomo, il più semplice e il più forte.

Per affrontare il vasto tema possiamo farci aiutare dal libro “La scoperta dell’Italia | Lettere dal passato remoto del mio amico Virgilio”, che con humour e brillantezza racconta  il momento saliente della storia del nostro Risorgimento (il 1861, quando si combatte per l’Unità d’Italia), visto attraverso le lettere di un adolescente che lo ha vissuto, ritrovate in una soffitta da un suo coetaneo nel 2011.

Nel libro – un gioco continuo di chiama e rispondi – le due storie si intrecciano, narrando il momento storico in maniera fresca, moderna, attuale: come se la storia raccontata fosse la stessa, ma ambientata in due epoche diverse che si confrontano. La grafica accattivante, poi, rende tutto ancora più coinvolgente!

Scarica GRATUITAMENTE il libro qui: potrai leggerlo insieme ai tuoi alunni!

Approfondisci ulteriormente leggendo questo articolo.

Chi ha la stoffa del ricercatore? Un’attività di classe per scoprirlo!

in Attività di classe by

Com’è il lavoro del ricercatore? E soprattutto, cosa cercano di preciso questi uomini e queste donne, spesso giovani, curiosi di scoprire come funziona il mondo? La Fondazione AIRC ci viene in aiuto e ci spiega il tutto per filo e per segno, con test e attività da scaricare gratuitamente e da utilizzare in classe.

Con una definizione decisamente poetica ma altrettanto vera, potremmo dire che un ricercatore è uno scienziato che cerca di afferrare un sogno!

Può essere uomo o donna, parlare qualsiasi lingua, vivere in qualunque Paese, ma quello che lo caratterizza davvero è avere un obiettivo che lo spinge a studiare e lavorare di giorno e spesso anche di notte: scoprire il funzionamento delle cose.

L’importanza del ruolo del ricercatore è ben noto a Fondazione AIRC, che con “Una Costellazione luminosa”, propone un percorso educativo di classe sulla ricerca scientifica. Segui il link e scarica l’attività per la tua classe!

COMPILA LA FORM E SCARICA GRATUITAMENTE LA PRIMA ATTIVITA’ DI
“UNA COSTELLAZIONE LUMINOSA”

Foto di copertina by National Cancer Institute su Unsplash

Spiegalo con un Podcast: i nostri consigli di ascolto.

in Zigzag in rete by

Come veicolare contenuti eterogenei in modo piacevole e coinvolgente? Con un Podcast! Uno strumento educativo da affiancare alla didattica tradizionale, grazie al quale spaziare sia nei temi che nei linguaggi: prendi carta e penna e appuntati questo primo consiglio di ascolto!

Abbiamo già avuto modo di affrontare il tema del Podcast (qui per la prima volta e qui con le varie dritte per realizzarne uno con la classe) che – repetita iuvant – consideriamo un ottimo strumento per divulgare temi e approfondire i contenuti espressi con la didattica tradizionale.

Il podcast coinvolge, fa da sottofondo ad altre attività (mai provato ad ascoltarne uno mentre cammini all’aria aperta o mentre spadelli ai fornelli?), incuriosisce ed invita ad approfondire ulteriormente con letture o film sul tema, diverte persino o, perché no, fa pure un po’ paura (come “In compagnia del lupo“, il podcast dei Carlo Lucarelli  alla scoperta del lato oscuro delle fiabe).

ZooPodcast

Proprio in virtù del nostro apprezzamento del mezzo, cominciamo l’anno con il primo di una serie di articoli volti a consigliarti i Podcast che abbiamo trovato più interessanti, iniziando la carrellata con ZooPodcast.

ZooPodcast nasce dalla mente di Willy Guasti, naturalista e divulgatore scientifico, volto di Focus TV e gestore di Zoosparkle, uno dei progetti dedicati ad animali, evoluzione e paleontologia più seguiti in Italia.

Il podcast racconta – con un lieve e simpatico accento toscano – storie strane di animali, scoperte recenti e creature singolari, sia viventi che già estinte. Episodi sotto i 20 minuti che esplorano con un linguaggio semplice ma accattivante il variegato mondo animale, con tutti gli innumerevoli aneddotti e curiosità che ne derivano.

Disponibile qui su Spotify, Willy lo si può seguire anche su altri canali social:

  • Youtube: http://bit.ly/2MAC0Vf
  • Patreon: http://bit.ly/2OxVB6J
  • Instagram: http://bit.ly/2kcekn4
  • Twitch: http://bit.ly/2OxVB6J
  • Facebook: http://bit.ly/2lrACXh
  • Secondo Canale: http://bit.ly/39ucCIH

Buon ascolto e al prossimo consiglio!

Foto di copertina di Juja Han su Unsplash

L’importanza del teatro per le giovani generazioni

in Approcci Educativi/Arte, Musica e Spettacolo/Zigzag in rete by
teatro e giovani generazioni

Nella TOP 10 degli articoli più letti, abbiamo un articolo sul teatro. Un’esperienza che scaturisce emozioni formative e stimolanti per la mente delle giovani generazioni

Fare teatro è un’esperienza che coinvolge, fa riflettere, emoziona, avvicina agli altri; che siano le emozioni dei compagni sul palco, o l’empatico sentire del pubblico in ascolto. Questa è l’importanza di fare teatro, soprattutto per le giovani generazioni, e di questo ne avevamo già parlato qui.

Non è da meno, dunque, il “vedere teatro” che, nel caso in cui abbia come pubblico quello dei bambini, delle scuole e delle famiglie, con linguaggi e metodologie proprie dell’infanzia e dell’adolescenza, prende il nome di Teatro ragazzi.

Un po’ di storia

Mentre il teatro di figura e il teatrodanza si autodefiniscono in base agli elementi linguistici utilizzati, e il teatro sperimentale o di avanguardia lo fanno in base alla metodologia, il teatro ragazzi si autodefinisce in base al pubblico.

Nato inizialmente in Europa come fenomeno teatrale, il teatro ragazzi rappresenta, soprattutto in Italia, un vero e proprio genere teatrale, comprendente diversi tipi di spettacoli ed espressioni artistiche: il teatro d’animazione, il teatro dei burattini, il teatrodanza.

Il teatro ragazzi contemporaneo nasce in Italia alla fine degli anni sessanta come vero e proprio movimento, proprio in rapporto ai cambiamenti culturali dell’epoca, i quali portano ad un nuovo modo di concepire la scuola e il teatro, fondendo il teatro ragazzi con il teatro ‘per ragazzi’ e, attraverso il lavoro di alcuni operatori, esce dalla scuola e diventa autonomo, adottando stilemi propri, con un linguaggio al servizio dell’immaginario del bambino.

Perché è importante?

Dalle semplici fiabe – comunque portatrici di determinati valori – a spettacoli che mettono al centro temi civili forti, in grado di aiutare a comprendere meglio il presente e dunque a dare un senso al mondo: quella teatrale è un’arte che stimola sia la fantasia che il pensiero critico, aprendo alla diversità, sviluppando empatia.

Diffondendo la bellezza, l’arte e la cultura, il teatro è un veicolo sociale potentissimo, portatore di messaggi positivi.

Il teatro ragazzi ha dunque una grande utilità formativa, offrendo strumenti utili a capire e a dare un senso al proprio io e alla comunità: la scrittura, il movimento, il suono, l’immagine… tutto si fa veicolo di un sapere che attraverso la voce/il gesto dell’attore passa allo spettatore.

Pubblico di adulti e di ragazzi: quali le differenze?

Più estraneo alle forti emozioni, il bambino accoglie con entusiasmo ciò che gli viene mostrato, e più di un adulto si lascia andare alle esternazioni delle proprie emozioni: il riso, la paura, la commozione… tutto ciò che come pubblico il bambino riceve, lo restituisce a sua volta, raddoppiandone la potenza!

Teatro ragazzi: dove andare a vederlo?

Molte in Italia sono le compagnie specializzate nel Teatro ragazzi; ecco di seguito un elenco di alcune di queste, dove poter trovare il programma della stagione dedicata al pubblico delle giovani generazioni:

TEATRO DEL BURATTO MILANO
TEATRO DELLA TOSSE GENOVA
TIB TEATRO BELLUNO
TEATRINO DEI FONDI SAN MINIATO (PISA)
VENTI LUCENTI FIRENZE
KANTERSTRASSE TERRANUOVA B.NI (AREZZO)
FONTEMAGGIORE PERUGIA
TEATRI DI BARI
TEATRO LIBERO PALERMO

Foto di copertina by Barry Weatherall on Unsplash

Un’attività divertente da fare in classe con la galalite!

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Sapevate che dal latte è possibile ricavare una plastica modellabile che può essere realizzata anche in classe? Scopriamo insieme un bell’esperimento rapido e divertente!

Nella TOP TEN degli articoli più letti nel 2022, troviamo un interessante esperimento da proporre in classe con la galalite. Di cosa si tratta?

Antesignana della plastica, la galalite (dal greco gala=latte e lithos=pietra) è una materia dura, fabbricata a partire dal latte che non va a colpire gli animali o l’ambiente e per questo ci piace molto.

Di seguito vediamo come realizzarla in classe!

A chi si rivolge l’attività

L’attività è particolarmente adatta ad una classe prima di scuola secondaria di primo grado!

Temi affrontati

  • La materia
  • Il calore e la temperatura
  • Le basi della chimica

Finalità dell’attività

  • Distinguere un fenomeno fisico – che non altera la materia – da un fenomeno chimico, che al contrario comporta una trasformazione della materia
  • Conoscere i passaggi di stato (solido | liquido | gassoso | plasmatico)
  • Comprendere l’azione del calore sugli stati di aggregazione della materia
  • Saper eseguire una reazione chimica
  • Pianificare le diverse fasi per la realizzazione di un oggetto, impiegando materiali di uso quotidiano

Di cosa abbiamo bisogno?

  • latte scremato (un bicchiere)
  • aceto bianco (3 cucchiai)
  • colino
  • recipiente
  • 1 forchetta
  • stampi per biscotti
  • Carta da cucina

Tempi

  • Realizzazione: 30 minuti ca.
  • Attesa: 4-5 giorni ca.

E ora… mani in pasta!

  1. Scaldare il latte, spegnendo pochi secondi prima di raggiungere l’ebollizione
  2. Aggiungere l’aceto e mescolare. Mescolando costantemente, osservare che il liquido tende a separarsi. In questo modo si formerà la cosiddetta “cagliata”, una sostanza bianca e gommosa
  3. Procedere a separare la parte liquida (cioè il siero del latte, che non ci serve) da quella solida, utilizzando il colino e il recipiente, e schiacciando bene con una forchetta, per scolare bene il composto
  4. Asciugare il composto ottenuto con della carta da cucina
  5. Inserire il composto ottenuto all’interno dello stampo per biscotti
  6. Rimuovere il composto dallo stampo, con delicatezza
  7. Aspettare 4-5 giorni, o almeno fino a che la formina ottenuta non si è indurita: è possibile velocizzare l’attesa sistemandola sopra un radiatore acceso  
  8. Terminata l’attesa, il manufatto è pronto: con un tocco di pittura acrilica è possibile decorarlo e personalizzarlo

Osservazioni

  • Per far rapprendere (“cagliare”) il latte, si usa solitamente un caglio composto da enzimi di origine animale, vegetale o microbica; noi abbiamo utilizzato l’aceto! Nell’esatto momento in cui lo abbiamo aggiunto al latte, questo ha coagulato, formando immediatamente tanti piccoli pezzi di caseina, simili a neve!
  • Passati 4-5 giorni, una volta che il composto è diventato duro, rimane però oleoso, tanto da essere necessario strofinarlo con carta da cucina. 

Conclusioni: cosa abbiamo imparato?

  • Se desideriamo ricavare dal latte una materia plastica, dobbiamo mescolare insieme latte e aceto bianco; attraverso il calore, questi due semplici ingredienti danno vita ad un vero e proprio effetto chimico.
  • Mescolato al latte caldo, l’aceto ha fatto immediatamente separare le proteine dalla parte liquida del latte, proprio come avviene per creare il formaggio.
  • Il composto che ne deriva è morbido e modellabile: una volta che il liquido residuo è evaporato, le sue dimensioni sono rimpicciolite, e la sua consistenza è molto dura e simile alla plastica.

Immagine di copertina di whitehoune su Unsplash

Educazione emotiva e life skills: scopriamole insieme

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Nella nostra TOP TEN degli articoli più letti nel 2022 abbiamo l’educazione emotiva. Di cosa si tratta? Vediamolo insieme!

Quasi un anno fa è stata presentata alla Camera la proposta di legge relativa all’educazione emotiva. L’obiettivo era quello di introdurre nel sistema scolastico l’apprendimento delle cosiddette “life skills“.

Che cosa sono le Life skills?

Con il termine life skills si intendono tutte le abilità sociali ed emozionali che ci permettono di gestire al meglio le relazioni, affrontando in modo efficace e maturo la vita quotidiana, senza sfociare difficoltà relazionali e sociali.

Ecco che viene introdotta l’educazione emotiva…

La proposta di legge prevede che il progetto durerà per tre anni. Saranno le singole scuole, in piena autonomia, a stabilire quali competenze non cognitive verranno affrontate di volta in volta nelle classi.

In questo modo non ci sarà alcuno stravolgimento dei programmi scolastici, e nessuna introduzione di nuove materie.

L’obiettivo?

Migliorare il rapporto tra gli studenti e gli insegnanti e sviluppare competenze come coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale.

Alcuni approfondimenti:

Qui trovi il webinar dal titolo “Insegnare con empatia, insegnare l’empatia” che potrebbe tornarti utile

Maggiori informazioni sulla proposta di legge qui.

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Costruiamo in classe giochi green, per un divertimento che pensa all’ambiente!

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Stop ai balocchi che finiscono ben presto nella spazzatura: impariamo a costruire giochi green partendo da materiali di recupero, così da strizzare l’occhio anche all’ambiente!

Continuiamo a scoprire la nostra TOP TEN degli articoli più letti nel 2022, e troviamo stavolta un’attività sui giochi green da realizzare in classe.

Sapevate, infatti, che con furbizia e creatività possiamo realizzare tanti giochi green partendo da semplici materiali di recupero? La creatività è un’arma invincibile per abbattere l’enorme produzione di rifiuti e ognuno di noi può metterla in atto tutti i giorni, a casa e a scuola!

Oggi, per bambini o adolescenti che siano, spesso i vari balocchi non durano che il tempo di una stella cadente, diventando in men che non si dica spazzatura da smaltire (e il come è un bel problema, soprattutto per l’ambiente).

Ecco dunque questa facile e divertente attività a tema giochi green, ottima da realizzare in classe (perfetta per la scuola primaria, secondo ciclo: classi III-IV-V). Gli alunni scopriranno che il divertimento, specie se condiviso, può scaturire anche da oggetti semplici e che di norma sarebbero scartati come rifiuti, toccando con mano le potenzialità del riciclo.

Realizzata in collaborazione con Corepla, Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, trovi qui come realizzare tanti giochi green!

E prima di passare all’azione, perché non ripassare tutti insieme cos’è la plastica? Leggi qui l’articolo di riferimento!

Foto di copertina di Sigmund su Unsplash

La tribù di carta e penna: iscrivi gratis la tua classe!

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Un progetto educativo prezioso dedicato alla scrittura e all’amicizia, che aiuta a riscoprire il piacere di avere amici di penna!

Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’”, cantava Lucio Dalla nella celebre canzone, perfetto incipit per parlare di tutto il fascino insito nel prendere carta e penna e scrivere una bella lettera… come ai “vecchi tempi”!

Via l’immediatezza delle mail, di WhatsApp,  di Telegram e Messenger: si torna alla piacevole lentezza dell’attesa, quella che, come diceva Leopardi, è essa stessa piacere, immaginando le parole che il nostro amico o amica di penna scriverà per noi e che il postino – ebbene sì, può consegnare anche altro oltre a bollette e pacchi Amazon! – porterà a casa nostra.

La tribù di carta e penna è dunque il nome del nuovo progetto educativo promosso da Librì e dedicato alla scrittura, all’amicizia e allo scambio culturale, pensato proprio per scoprire o riscoprire il piacere di inviare e ricevere una vera lettera, esercitandosi anche nella scrittura a mano (purtroppo sempre meno utilizzata nel quotidiano).

Qualsiasi classe può aderirvi – iscrivendosi gratuitamente – e sarà associata ad un’altra classe di una qualsiasi città d’Italia: i bambini potranno così sperimentare la felicità di conoscere nuovi compagni di altri paesi!

Clicca qui per iscrivere GRATIS la tua classe, e buona scrittura/lettura!

“Il Parlamento degli animali”: scarica l’attività gratuita da fare in classe!

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Schede di approfondimento e una divertente attività per imparare a vivere felici con gli animali da compagnia

Il contatto e la relazione con gli animali sono importanti per lo sviluppo del bambino: la presenza di un pet stimola infatti nel bambino l’osservazione, il confronto tra se stesso e l’animale, il piacere del contatto fisico, il desiderio di accudire.

Spesso però, soprattutto in città, capita che alcuni bambini non hanno mai avuto un contatto con animali al di fuori del cane e del gatto e sono completamente a digiuno di conoscenze, anche semplici, relative a specie che fanno parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni: il pollo, il suino, la vacca, il cavallo.

Fortunatamente, buona parte degli italiani possiede almeno un animale da compagnia, che spesso ne condivide gli spazi domestici ed è considerato a tutti gli effetti parte della famiglia. Ma non tutti conoscono la base dell’educazione PetCare e di conseguenza le buone pratiche e le conoscenze di base per prendersi cura nella maniera corretta del proprio pet.

Nel materiale da scaricare – pensato per la scuola Primaria – troverete una carrellata delle caratteristiche principali degli animali domestici, e preziosi consigli su come prendersene cura; inoltre, troverete l’attività “IL PARLAMENTO DEGLI ANIMALI”, con cui i bambini sono chiamati a mettersi nei panni degli animali, a individuare i loro bisogni e desideri e a discutere insieme una legge che li possa tutelare!

COMPILA LA FORM E SCARICA GRATUITAMENTE LA PRIMA ATTIVITA’ DI
“INSIEME È MEGLIO”

Se sei in cerca di altre attività didattiche da scaricare gratuitamente, eccone qui un’altra sullo stile di vita salutare!

Attività didattica: Scopriamo la città con Ettore e i suoi amici! Per la scuola Primaria.

in Attività di classe by

Pensato all’interno di un percorso didattico rivolto ai bambini della classe seconda e terza della scuola primaria, “A spasso con Ettore” affronta tutti gli aspetti della vita quotidiana che contribuiscono a determinare uno stile di vita salutare.

Ed eccoci alla seconda puntata di “A spasso con Ettore”, il progetto educativo promosso da Regione Toscana in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, che affronta il tema dello stile di vita salutare per i bambini.

Avevamo affrontato già il tema in questo articolo (clicca e scarica la prima attività, se ancora non lo hai fatto!); torniamo a farlo stavolta dedicandoci nello specifico a descrivere il luogo in cui il bambino/la bambina vive.

La metodologia di lavoro scelta è quella dell’educazione attiva: gli alunni sono invitati a scoprire, a osservare, a sperimentare in un modo nuovo, a cominciare da se stessi e aprendosi al mondo che li circonda.

L’intervento proposto è multidisciplinare e prevede il coinvolgimento di tutti gli insegnanti, i genitori e le altre figure di riferimento.

COMPILA LA FORM E SCARICA GRATUITAMENTE LA SECONDA ATTIVITA’ DI “A SPASSO CON ETTORE”

Dieta mediterranea: scarica gratis un’attività didattica per la scuola secondaria di I° grado!

in Attività di classe by

La “dieta mediterranea” riassume in modo più ampio una cultura dell’alimentazione e uno stile di vita. Scopriamo insieme come si legge una dieta, scaricando gratuitamente questa attività da fare in classe!

I punti chiave della dieta mediterranea sono legati da una parte al grande consumo di frutta e verdura, dall’altra a una presenza modesta di carni e derivati; inoltre, si privilegiano in particolare l’olio d’oliva come condimento al posto di burro o strutto.

La dieta mediterranea è anche uno stile di vita che privilegia l’attività fisica, la vita all’aria aperta e la convivialità – tutti elementi che concorrono a una buona alimentazione (pur senza riguardare specifici alimenti).

Già in questo articolo avevamo affrontato l’importanza di una corretta alimentazione; con l’attività didattica di seguito, da proporre ad una classe della scuola secondaria di 1° grado, sarà possibile approfondire l’argomento, imparando come si legge una dieta!

Compila la form con i tuoi dati e scarica GRATUITAMENTE l’attività!

Foto di copertina by Evgeniy Alyoshin on Unsplash

Giornata Mondiale della Gentilezza: partecipa e vinci una Biblioteca di Classe!

in Letture in classe by

Il 13 novembre è la Giornata Mondiale della Gentilezza: 2 consigli di lettura e la possibilità di ricevere alcune copie gratuitamente per la propria Biblioteca di Classe!

Io non conosco nessun altro segno di superiorità nell’ uomo che quello di essere gentile.

Così disse Ludwig van Beethoven un bel po’ di tempo fa, e noi oggi non possiamo che fargli eco, dando un occhio al calendario e riflettendo proprio sul tema della gentilezza: il 13 novembre, infatti, ricorre la Giornata Mondiale della Gentilezza.

Ma cosa significa essere gentili?

Essere gentili davvero si limita al dire “grazie” o al rispondere “prego”, oppure “scusa” quando commettiamo un errore? Certo queste parole, seppure piccole, non sono certo da trascurare: ma da sole non bastano.

Si è gentili quando ci si dimostra altruisti e generosi, in maniera del tutto disinteressata. Vale a dire, senza aspettarsi niente in cambio. Lo si fa e basta.

A chi fa bene la gentilezza?

Dimostrarsi generosi fa star bene non solo chi riceve l’atto di gentilezza, ma di riflesso anche chi lo compie: avvertiamo una sorta di appagamento del senso del dovere, sentendoci per questo soddisfatti e sereni. Provare per credere, e non solo in occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza!

Gentile come te

Sul tema della gentilezza è uscito, nel 2020, il libro Gentile come te, edito da Librì – Progetti educativi, scritto da Fabio Leocata e illustrato da Massimo Alfaioli.

Attraverso questo libro, i giovani lettori scoprono tutti quei fattori ed elementi che rendono straordinaria la loro età: la forza dell’amicizia e la voglia di stare insieme, le fragilità nascoste nel cuore e la difficoltà di essere sempre se stessi, le gioie quotidiane e i piccoli e grandi drammi che hanno la forza di scuotere un’esistenza, la solitudine e la scoperta dell’amore.

La gentilezza vola lontano

Sul tema della gentilezza – a sottolinearne quindi l’importanza – era già uscito un testo nel 2019, sempre edito da Librì – Progetti educativi, con stesso autore ma illustrato da Giulia Orecchia, dal titolo La gentilezza vola lontano, per la collana Collilunghi.

Il libro è una lettura appassionante e commovente, che ci prende per mano e ci accompagna alla scoperta della misteriosa forza della gentilezza.

Scritto per bambini dai 6 anni in su, può essere letto anche in compagnia di mamma e papà, per parlare così insieme dell’importanza del tema.

Vinci il libro!

In occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza, noi di OcchioVolante vogliamo dare l’occasione, ad una classe, di riceve gratuitamente alcune copie del libro “La gentilezza vola lontano”!

Compila la form con i tuoi dati: se sarà il tuo il nominativo estratto sarai contattato/a!

Leggi qui come creare un’efficace Biblioteca di Classe!

Qui invece trovi un interessante spunto per un percorso sulla gentilezza da affrontare in classe.

Foto di copertina by Adam Nemeroff on Unsplash

Lucca Comics & Games: scopriamo il programma Junior!

in Arte, Musica e Spettacolo/Zigzag in rete by

Il programma Junior, presentato ad un’ inusuale ma entusiasta platea di “reporter per un giorno” tra i 9 e gli 11 anni; i laboratori per le scuole; i workshop per gli educatori: questo e tanto altro è il Lucca Comics & Games che strizza l’occhio al pubblico young!

Ai nastri di partenza la nuova edizione di Lucca Comics & Games che, come recita il suo claim, è decisamente molto più di un festival!

Tutto il meglio che l’editoria e le industrie creative offrono viene proposto in questa densa 5 giorni, soddisfando le aspettative degli amanti di fumetto, manga, anime, gioco, videogioco, serie tv, anime, cosplay e narrativa fantasy!

Un festival che tiene molto a stimolare la partecipazione attiva dei suoi fan, e che vuole coinvolgere anche coloro che non saranno presenti fisicamente al Lucca Comics & Games, ma che, grazie alla Rai, seguiranno da casa attraverso Twitch, oppure nei campfire presenti in tutta Italia!

Il programma Junior

Nella splendida location di San Micheletto a Lucca, martedì 18 ottobre si è tenuta la conferenza stampa per presentare il programma Junior del Lucca Comics & Games, davanti ad una sala stampa decisamente d’eccezione: un evento “vietato ai maggiori” in cui oltre 100 bambini delle scuole elementari di Lucca e provincia hanno vestito i panni di reporter per un giorno!

È toccato a Carolina Benvenga, Andrea Lucchetta, Dodò, la Pimpa (e molti altri) il piacevole compito di raccontare a questa entusiasta platea il programma, a partire dal ritorno di Lucca Junior nella sua sede storica, il Real Collegio, denominata Family Palace, un luogo a misura dei più piccoli, pensato per le famiglie e le scuole.

Leggi QUI l’intero programma Junior!

Lucca Comics & Games per le scuole

Tanti gli incontri e i laboratori che si svolgeranno sia in classe, nelle giornate che precedono e seguono la manifestazione, sia durante il festival all’interno del Family Palace, e che hanno visto chiudersi le iscrizioni il 10 ottobre.

Le principali attività di quest’anno dedicate alle scuole saranno le proposte di lettura e gli incontri con autrici e autori, per capire insieme come nascono le storie che leggiamo, ma anche per stimolare la passione per il fumetto, l’albo illustrato, la narrativa, e magari anche la crescita di una nuova generazione di talenti!

Focus: Il fumetto per insegnanti, educatori, genitori e adulti interessati

Segnaliamo in data 28 ottobre, dalle 17.45 alle 19.00 (Location Si10 – Sala Incontri Junior Real Collegio), un interessante focus sul fumetto, ad ingresso GRATUITO su prenotazione.

Domanda centrale dell’incontro è: “Perché leggere e lavorare con i fumetti a scuola?”. La nona arte può infatti essere uno strumento didattico eccezionale. Questo incontro aiuta a capire la grammatica, le caratteristiche e le potenzialità di questo linguaggio tra i banchi di scuola, sfatando ogni pregiudizio.

Con: Emanuele di Giorgi editore Tunué e Cristina Caponeri referente progetto scuola per Il Castoro, a cura della libreria Pensieri Belli di Lucca – Spazio Uack!

Per prenotarti all’incontro gratuito CLICCA QUI!

Quanto fin qui riportato è solo un piccolo assaggio di quella che di fatto è la più grande fiera italiana dedicata al fumetto e al gioco, con musica, spettacoli, anteprime, social e videogames. QUI trovi un’utile guida con tutte le informazioni più importanti (a partire dal “come acquistare il biglietto”!): non mancare e, mi raccomando, non dimenticare la macchina fotografica!

Foto by https://gametimers.it/

Webinar gratuito: come costruire curricola inclusivi

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Costruire curricola inclusivi per consentire la piena partecipazione di ogni allievo con disabilità alla vita del gruppo classe: scopriamo come farlo nel webinar gratuito previsto DOMANI alle 16.30!

Si terrà domani alle 16.30 il webinar organizzato in collaborazione con Sanofi Italia, sul tema dei curricola inclusivi.

Scopriremo come costruire curricula inclusivi alla luce del PEI su base ICF, per consentire la piena partecipazione di ogni allievo con disabilità alla vita del gruppo classe di appartenenza. Il tutto, utilizzando i nuovi modelli nazionali di PEI proposti dal D.I. n. 182 del 29 dicembre 2020.

È infatti importante che vengano sviluppate conoscenze tecniche – tecnologiche e competenze per i comportamenti adattivi e positivi, che consentano di sostenere nel loro percorso di crescita gli alunni con disabilità.

Il webinar sui curricola inclusivi si rivolge a figure professionali operanti in ambito educativo, e consente di acquisire competenze su:

  • Compilazione del PEI come reale supporto per l’inclusione
  • Osservazione del contesto di apprendimento, per evidenziare il ruolo dei facilitatori e delle barriere all’attività e alla partecipazione degli allievi
  • Progettazione dell’intervento edcativo orientato all’allievo, al contesto e al curriculum, con un approccio che integri gli orientamenti di inclusione
  • Richiesta delle risorse
Ne parleremo con…

Francesca Costa, docente presso il Liceo “G.Leopardi – E. Majorana” di Pordenone, dove è anche Funzione Strumentale BES. Ha collaborato con l’Università di Urbino e collabora con l’Università di Udine. Si occupa di formazione docenti ed ha al suo attivo varie pubblicazioni, anche riguardanti le tematiche sulla disabilità/difficoltà e sulla didattica.

PER SEGUIRE IL WEBINAR MARTEDì 18 OTTOBRE ALLE 16.30, CLICCA QUI

Insegnanti: oggi è il vostro giorno!

in Letture in classe/Scuola by

Festeggiamo oggi, 5 ottobre, la Giornata Mondiale degli Insegnanti, con una breve riflessione e un piccolo OMAGGIO ai primi 100 che cliccheranno sul link!

Oggi, come ogni anno dal 1994, festeggiamo la Giornata Mondiale degli Insegnanti! Istituita tra gli altri dall’UNESCO e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), vuole commemorare l’anniversario dell’adozione della raccomandazione ILO-UNESCO sullo statuto degli insegnanti.

Istituire una giornata internazionale dedicata agli insegnanti significa riconoscerne l’ importanza all’interno della società.

Perché se da una parte la scuola ha un ruolo fondamentale nella vita di ciascun individio, fornendo strumenti utili alla formazione personale, culturale e sociale, dall’altra non riuscirebbe mai in questo nobile intento senza la preziosa figura dell’insegnante.

Come disse Rita Levi Montalcini:

La scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione, ma anche dalla fortuna di incontrare un grande maestro.

Dopo la figura genitoriale, è dunque l’insegnante colui/colei che più di tutti incide sulla formazione e sull’educazione dei ragazzi e delle ragazze, con un impegno quotidiano e costante nell’accompagnarli nella formazione del proprio futuro.

Lo scopo della Giornata Mondiale degli Insegnanti è proprio quello di far riflettere sul ruolo cardine dei docenti, sensibilizzando la società sulle sfide che gli insegnanti si trovano a dover affrontare quotidianamente, spesso sottoposti a difficili condizioni di lavoro (pensiamo alle aule con anche 30 ragazzi e ragazze da seguire).

L’attuale fase storica è quella in cui il numero di bambini e ragazzi che frequentano una scuola è il più alto di sempre.

Scuola e istruzione sono però dei concetti ancora per niente scontati in molte zone del mondo, a causa delle guerre o della povertà dilagante.

Proprio in merito alla povertà, ricordiamo le parole di Mandela:

L’istruzione è la migliore arma che abbiamo a disposizione per combattere la povertà

Motivo per cui l’UNICEF si batte affinché tutti i bambini godano di eguali opportunità di studio e formazione, dalla prima infanzia all’adolescenza. 

Noi di OcchioVolante siamo ogni giorno al fianco degli insegnanti con tanti articoli, approfondimenti e attività didattiche.

In questa giornata speciale vogliamo ringraziarvi per il vostro lavoro quotidiano, omaggiando I PRIMI 100 CHE NE FANNO RICHIESTA con il libro”La gentilezza vola lontano“, edito da Librì – Progetti educativi.

CLICCA E RICEVI IL TUO OMAGGIO!

Escape Room: per una didattica innovativa

in Attività di classe by

Divertente sì, ma anche estremamente educativa: scopriamo insieme tutte le qualità di una Escape Room a misura di classe!

Avevamo già affrontato in questo articolo gli escape game, giochi ispirati alle Escape Room, e la loro funzione educativa.

Facciamo adesso un passo indietro, soffermandoci invece proprio sulle Escape Room e su come, questi ambienti reali o virtuali in cui fare gruppo per risolvere enigmi, abbiano un alto potere educativo oltre che ludico.

Già ne abbiamo rivelato un aspetto fondamentale: difficile cavarsela da soli, piuttosto è necessario e utile collaborare, cooperare, per raggiungere l’obiettivo comune.

Ma se scaviamo più a fondo, possiamo renderci facilmente conto che questo tipo di attività interattiva chiama in causa molteplici competenze:

  • È un vero e proprio gioco che si trasforma in apprendimento, attivando competenze linguistiche e comunicative;
  • Si accettano le difficoltà che si incontrano e, grazie al gruppo, si gestisce meglio il livello di stress;
  • Può essere personalizzabile e replicabile;
  • Sviluppa molteplici conoscenze e competenze: il cooperative learning, il gioco di squadra, il problem solving, il pensiero critico, la logica, il rigore, l’attenzione ai particolari;
  • Stimola l’impegno, la creatività e la motivazione
  • È un’attività super inclusiva: ognuno può offrire le proprie specifiche competenze e attitutidi per risolvere gli enigmi!

Vietato parlare di Escape Room laddove invece quello che si offre sono esercizi come test a risposta multipla o vero/falso: l’esperienza deve essere totalmente immersiva, e dunque organizzata in appositi spazi (tendenzialmente piccoli, dai quali sembra impossibile trovare la via d’uscita), oppure servendosi della tecnologia, ricorrendo ad ambienti virtuali (decisamente più semplice per una classe).

Giocare ma anche progettare una Escape Room è un’attività che può coinvolgere qualsiasi età. Se svolta in un ambiente virtuale, può essere fruita da persone fisicamente distanti, ma ciò non ne compromette l’efficacia.

L’Escape Room risulta essere dunque un valido percorso, alternativo a quelli classici di apprendimento, per acquisire contenuti, importanti competenze trasversali e soft skills.

Trovi qui un esempio di Escape Room virtuale!

Per ulteriori approfondimenti clicca qui.

Foto di copertina by John Schnobrich on Unsplash

La sostenibilità tra i banchi di scuola

in Attività di classe by

Insegnare ad avere cura dell’ambiente è ormai sempre più necessario: le dritte per affrontare il tema della sostenibilità in classe!

Sempre più quello della sostenibilità appare un tema non solo necessario ma urgente da affrontare, in ogni ambito.

A maggior ragione tra i banchi di scuola, dove i bambini appaiono sicuramente più ricettivi rispetto agli adulti, per i quali cambiare atteggiamenti radicati negli anni è decisamente più complicato.

Abbiamo già avuto modo di proporre qui alcune attività per bambini sul tema della sostenibilità, il quale può apparire un tema anche piuttosto complesso:

  • il risparmio energetico
  • l’inquinamento ambientale
  • la tutela e la salvaguardia del nostro pianeta

Ecco perché è necessario, con i bambini, riportare il tutto ad una dimensione più vicina e quotidiana, facendo loro capire l’importanza dei piccoli gesti.

La raccolta differenziata, il cibo che non va sprecato: attenzioni che nel loro piccolo possono portare a grandi risultati.

Qui puoi trovare ben 23 attività pratiche che stimoleranno i bambini sul tema della sostenibilità, e che li aiuteranno a comprendere realmente cosa significhi rispettare l’ambiente!

Inoltre, ecco di seguito 2 attività didattiche dedicate al tema della sostenibilità, e che consentono ciascuna di assolvere alle 33 ore di educazione civica.

IDEA PLASTICA

Il progetto IDEA PLASTICA, in collaborazione con COREPLA, è dedicato a tutte le classi delle scuole secondarie di 1° grado nazionali.

 L’obiettivo è quello di sensibilizzare al tema della sostenibilità e della salvaguardia del nostro ambiente; attenzione particolare va alle azioni volte alla raccolta della plastica e al suo riciclo e riutilizzo, affrontando il tema dell’economia circolare.

La guida presente nel kit – che affianca la lettura del graphic novel Detective Catch e il caso plastiche – è lo strumento didattico della campagna educativa con cui potrai affrontare in classe l’argomento plastiche.

Nelle sue pagine troverai sia spunti per approfondimenti interdisciplinari, sia attività didattiche corredate da obiettivi e materiali per stimolare i ragazzi sul tema della sostenibilità.

FUTURO

La campagna educativa FUTURA è realizzata in collaborazione con Fondazione Ambienta, ed è rivolta alle classi della scuola secondaria di I e II grado.

L’obiettivo è raccontare come uno sviluppo industriale sostenibile e rispettoso delle risorse ambientali non solo è possibile, ma è anche un’occasione unica e importante per le nuove generazioni.

FUTURO ha un taglio non solo divulgativo ed educativo ma anche socio-economico. Un progetto su temi molto concreti, con case history di successo, che dimostrano come, a fronte del contesto ambientale ed energetico in cui viviamo, il tessuto industriale italiano (ed europeo) sia stato in grado di trovare soluzioni innovative e brillanti in moltissimi campi.

Per ulteriori informazioni sulle campagne educative, clicca qui:

IDEA PLASTICA

FUTURO

Foto di copertina by Noah Buscher on Unsplash

Occhiovolante: una nuova sezione del sito con tanti contenuti da scaricare!

in Attività di classe by
copertina Unità didattica

Occhiovolante si rifà il trucco con una nuova sezione di download con tante attività educative da scaricare gratuitamente e con un menu di navigazione semplificato per trovare più velocemente gli argomenti che ti interessano.

Ebbene sì, Occhiovolante cambia volto (ma non contenuto!), con una nuova interfaccia grafica che renderà la navigazione più semplice e immediata!

Sulla destra svetta un elenco di macrotemi – contrassegnato ciascuno da una propria icona – che permette di trovare più velocemente l’approfondimento di proprio interesse.

Didattica, bisogni educativi speciali, curiosità dalla rete, consigli: tanti argomenti che possono diventare spunti da cui partire per impostare il lavoro  con la classe.

La sezione Download di Occhiovolante, permette di scaricare facilmente vere e proprie attività di lavoro da utilizzare in classe: sono dedicate ai temi più disparati (parità di genere, alimentazione, sostenibilità, arte, intercultura, ecc.)!

Scarica subito la prima Unità Didattica dedicata agli stili di vita dei bambini.


Promosso dalla Regione Toscana in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, il progetto educativo “A spasso con Ettore” si rivolge ai bambini della classe seconda e terza della scuola primaria.

Obiettivo del progetto, è affrontare tutti gli aspetti della vita quotidiana che contribuiscono a determinare uno stile di vita salutare.

Grazie alla metodologia dell’educazione attiva, gli alunni sono qui chiamati a scoprire e sperimentare in un modo nuovo, a cominciare da se stessi e aprendosi al mondo che li circonda. L’intervento prevede il coinvolgimento di tutti gli insegnanti, i genitori e le altre figure di riferimento.

COMPILA LA FORM E SCARICA GRATUITAMENTE L’ATTIVITA’

“Tutti a tavola”, la campagna dedicata alla corretta alimentazione e all’inclusione!

in Approcci Educativi by

“Tutti a tavola”, la campagna educativa dedicata al tema dell’inclusione interculturale tramite una sana e corretta alimentazione!

Il progetto educativo “Tutti a tavola!, realizzato e gestito da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Esselunga, nell’ambito dell’iniziativa Amici di Scuola, ruota attorno a 2 temi: la corretta alimentazione e l’inclusione interculturale.

In una dieta sana e gustosa, infatti, è davvero bello esplorare sapori nuovi e altre culture!

Così, in compagnia della famiglia De Gustibus e con l’aiuto dei Super Foodies, studenti e insegnanti impareranno quanto è bello scoprire culture nuove attraverso un viaggio nei loro cibi.

Scopriranno poi come la piramide alimentare della dieta mediterranea possa essere integrata in modo interessante e salutare con alimenti e piatti provenienti da altre tradizioni!

Il kit, GRATUITO, comprende:

  • 1 guida per il docente, per svolgere percorsi di inclusione interculturale in classe.
  • 25 libri illustrati per gli alunni, con le nuove avventure della famiglia De Gustibus.
  • 25 pieghevoli per le famiglie, per continuare le attività a casa.

Clicca qui per ricevere il kit GRATUITAMENTE!

A proposito di corretta alimentazione, leggi qui l’articolo dedicato alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione!

“Tondo come il mondo”, la campagna educativa che pensa all’ambiente!

in Approcci Educativi by

Tutela dell’ ambiente e risparmio delle risorse: scopriamo la campagna educativa “Tondo come il mondo”!

Gli animali, le piante, la natura tutta: in una sola parola, l’ambiente! Parliamone e, soprattutto, impariamo a prendercene cura grazie alla campagna educativa “Tondo come il mondo”.

Realizzata da Librì – Progetti educativi, in collaborazione con Fondazione Ambienta, la campagna si rivolge alle classi III, IV e V delle scuole primarie. Tema cardine è la tutela ambientale (a proposito, hai letto qui come sta il mare?) e il risparmio delle risorse.

Si parla dunque di acqua, aria, energia e rifiuti, insegnando in modo semplice e divertente come rendere la Terra un luogo più bello e pulito!

Con l’obiettivo di promuovere uno stile di vita rispettoso dell’ambiente, “Tondo come il mondo” è alla sua 13esima edizione: 13 anni trascorsi tutti in compagnia di Bob, il simpatico personaggio del libro illustrato.

E’ proprio Bob a diffondere tra i banchi di scuola tutti quei comportamenti che possono contribuire a salvaguardare la Terra e il nostro futuro: non resta che ascoltarlo e prenderlo d’esempio!

Kit didattico

Grazie al kit didattico gli studenti, le famiglie e i genitori vengono coinvolti in maniera semplice e ludica, sull’importanza di imparare a gestire bene e a risparmiare le preziose risorse del nostro pianeta. Come? Diffondendo una cultura del risparmio energetico, del riciclo e in generale di tutti quei comportamenti in grado di conciliare sviluppo industriale e cultura ambientale.

Il libro per bambini, presente nel kit, si presenta come un corso di educazione ambientale, ricco di informazioni, curiosità e attività da realizzare in classe.

La guida per l’insegnante, invece, propone tanti laboratori didattici per approfondire i temi ambientali più importanti e tutte le indicazioni per partecipare al nuovo concorso a premi per le classi.

Il progetto educativo è riservato alle classi III, IV e V delle scuole primarie, e consente di assolvere alle 33 ore di educazione civica.

Clicca qui per ricevere il kit di “Tondo come il mondo” GRATUITAMENTE!

Arte e natura nei percorsi Land Art!

in Zigzag in rete by

Vere e proprie gallerie d’arte che profumano di legno e fiori, in cui è possibile incontrare anche tanti animali: scopriamo i percorsi di Land Art.

Land Art, ovvero, parchi d’arte in cui gli artisti da tutto il mondo realizzano importanti opere sfruttando gli elementi che la natura, generosa, offre loro. In Trentino e in Alto Adige questi luoghi magici sono davvero tanti, e sono perfetti per fuggire alle temperature bollenti cittadine!

Nello specifico vogliamo però parlare del Percorso circolare di Land Art della località turistica Falzes, in Val Pusteria (Alto Adige). Lungo 2 km e con un dislivello di soli 50 m, è adatto anche ai più piccoli!

Percorrere questi km significa immergersi in un’esperienza davvero particolare, camminando tra le opere d’arte di 7 artisti locali: Edith Kohlgruber, Pepi Peskollderungg, Johann Passler, Helene Psenner, Rita Gutwenger e Ulrike Großgasteiger.

La sua particolarità

i 7 artisti di Falzes utilizzano esclusivamente materiali naturali autoctoni, proprio per evidenziare e mantenere la perfetta armonia tra arte e natura.

La conseguenza è che il Percorso Land Art è in continua trasformazione, perché le opere d’arte sono esposte alle intemperie, dunque si disgregano e cambiano nel tempo insieme alla natura!

Quali opere troviamo?

Appena iniziato il percorso si incontra lo stemma del Comune, realizzato con legno di betulla e corteccia.

Ma il primo essere misterioso che possiamo scorgere è luomo di muschio, una creatura gigantesca arrampicata su un albero: chissà, forse è un guardiano della foresta! E ancora:

  • il ragno
  • il cubo di rami
  • il labirinto di sassi circolari a spirale
  • i due troni scavati nel legno con volti umani scolpiti
  • la strega con le fascine
  • la barca con le fascine
  • i tronchi d’albero scolpiti a forma di fungo
  • la sedia/carrozza
  • il Cristo crocifisso
Il ragno del Percorso Land Art a Falzes!
Fonte foto: https://www.giornirubati.it/

Sensazioni provate

Mentre si cammina tra questi alberi, fiori e opere d’arte, la sensazione è duplice: da una parte sembra che il tempo si sia fermato, proprio come in una fiaba;  dall’altra, è invece possibile percepire gli effetti dello scorrere del tempo, che con i suoi agenti atmosferici è intervenuto a rendere ancora più autentiche e incastonate nel paesaggio le opere degli artisti, a tal punto da infilare nella nostra testa una domanda:

dove finisce la natura, e inizia l’arte?

Durata del percorso

E proprio a proposito di tempo: tecnicamente per percorrere il Percorso Land Art occorre circa un’ora, ma per chi – come noi – ama perdersi nella natura avvolto nei propri pensieri, una giornata intera potrebbe non bastare!

Come arrivare

Per raggiungere il Percorso Land Art in Val Pusteria, occorre percorrere l’Autostrada del Brennero A22, uscire a Bressanone, direzione Val Pusteria, e dopo ca. 20 km in località Chienes girare a sinistra. Seguire poi le indicazioni per Issengo e successivamente per Falzes.

Il nostro consiglio

Avevamo già affrontato qui la questione dell’ importanza dell’arte per i bambini, con un divertente gioco per far uscire le opere d’arte dai musei.

L’arte stimola l’apprendimento di altre materie, è essenziale per lo sviluppo della percezione, delle capacità motorie e per l’interazione sociale.

Portare i vostri figli o la vostra classe in gita nei percorsi Land Art, non solo stimolerà la loro creatività e fantasia, ma sarà utile anche per sottolineare una volta di più l’importanza del rispetto dell’ambiente, e del vivere in armonia con la natura!

Qui un’utile lettura sul tema!

Fonte foto di copertina: https://www.itinerarinellarte.it/it/eventi/l-arte-fa-ben-essere-in-val-di-fiemme-2856

Plautus Festival: il Classico non passa mai di moda!

in Arte, Musica e Spettacolo by

Il Teatro Classico va in scena al Plautus Festival, uno dei più importanti e longevi festival teatrali di tutta Europa!

C’è tempo fino al 18 agosto per assistere ad una delle rappresentazioni in calendario per il Plautus Festival a Sarsina (provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna).

Un festival che vuole onorare Tito Maccio Plauto, il più grande commediografo latino, padre della commedia a livello mondiale e del dramma teatrale antico.

Quattordici gli appuntamenti, otto dei quali all’Arena Plautina (che può ospitare fino a 1.068 spettatori), tradizionale contenitore del Festival; gli altri sei spettacoli andranno invece a valorizzare spazi inediti, quali la Piazzetta Lucio Pisone e la Basilica di San Vicinio.

Arena Plautina

La 62° edizione del Plautus Festival si è aperta il 16 Luglio a Badia di Montalto, con uno concerto della talentuosa Simona Molinari, promosso dall’Unione dei Comuni Valle del Savio, nell’ambito del progetto “Savio Trail”.

La chiusura del 18 agosto, invece, sarà affidata a Massimo Venturiello, un habitué del Plautus Festival, con “Agamennone” di Eschilo nella rilettura del poeta e drammaturgo greco Ghiannis Ritsos.

Tra i due eventi, dodici appuntamenti di Teatro Classico e contemporaneo, Commedia dell’Arte e musica, che ti consigliamo di non perdere!

Clicca qui per scoprire nel dettaglio tutto il programma!

Clicca qui per ulteriori informazioni.

Fonte foto qui

Festival Internazionale del Teatro per Ragazzi: un salto a Porto Sant’Elpidio!

in Arte, Musica e Spettacolo by

Festival Internazionale del Teatro per Ragazzi: spettacoli e laboratori per far scoprire e vivere il teatro a ragazzi e ragazze!

Una delle più importanti manifestazioni dedicate al teatro per l’infanzia e la gioventù in Italia e nel mondo è il Festival Internazionale del Teatro per Ragazzi.

Alla sua 33°edizione, dal 17 al 23 luglio propone decine di spettacoli, laboratori, mostre, incontri, a cui partecipano compagnie teatrali dall’Italia e dall’estero.

Giuria dei ragazzi

Una giuria di 150 ragazzi e ragazze giudica ogni spettacolo con un voto che va da “bellissimo” a “noioso”. Lo spettacolo vincitore si aggiudica il premio “ Gianni Battilà”, tra i primi fondatori del Festival Internazionale del Teatro per Ragazzi.

Il premio da diritto alla compagnia vincitrice di tornare al Festival l’anno successivo con una nuova produzione.

Artisti per il Festival

L’immagine grafica del Festival, che ne diventa poi il simbolo, viene donata ogni anno da un grande artista, e va ad arricchire la Pinacoteca del Festival.

Si tratta di un progetto che dal 1995 ad oggi ha visto l’adesione di nomi importanti della cultura Italiana: Emanuele Luzzati, Bruno Munari, Nicoletta Costa, Altan, Dario Fo, Vincenzo Mollica, Oliviero Toscani, Sergio Staino e molti altri.

Tutte le opere sono visibili online qui e in una mostra permanente a Villa Murri a Porto Sant’Elpidio.

Alcune delle immagini donate negli anni dagli artisti

Con un pubblico vivace che conta ogni anno oltre ventimila presenze tra bambini e famiglie, il Festival Internazionale del Teatro per Ragazzi è una vera e propria occasione di festa che per una settimana anima tutta la città!

Clicca qui per scoprire tutti i laboratori della settimana, qui per leggere il programma del festival, e qui per vedere il calendario degli incontri!

Fonte foto di copertina qui

Casa Museo Montessori

in Zigzag in rete by

Dal dicembre 2021 sorge, a Chiaravalle, la Casa Museo Montessori, in quella che fu la città natale della poliedrica scienziata. Ecco cosa nasconde al suo interno!

Al numero 10 di piazza Mazzini, a Chiaravalle (Ancona), sorge dall’11 dicembre 2021 la Casa Museo Montessori, proprio dove la scienziata nacque, oltre 150 anni fa.

Abbiamo avuto modo più volte di parlare del metodo educativo di Maria Montessori, del suo concetto di classe cantiere in cui i bambini sono veri e propri costruttori. Che cosa aspettarsi da questa Casa Museo?

Contributi video

All’interno della Casa Museo, 6 video ci aiutano ad entrare nel mondo di Maria Montessori; ce ne raccontano la dimensione privata e quella pubblica, la vita nel comune di Chiaravalle, il secolo Novecento, le case dei bambini e l’internazionalità del pensiero e dell’azione.

C’è la volontà di ricostruire il percorso della sua storia umana e scientifica, soffermandosi sul metodo pedagogico montessoriano – adottato ancora oggi in scuole di tutto il mondo – che vede l’educazione come libera espansione dell’individualità.

Le opere di Maria Montessori

Della casa a 3 piani dove Maria Montessori visse fino all’età di 5 anni, non è stato mantenuto alcun ambiente domestico. Tutti gli spazi sono stati trasformati nel centro studi a lei intitolato e aperto al pubblico.

Nella Casa Museo Montessori è possibile visionare i materiali montessoriani e le prime edizioni delle sue opere, oltre ad una ricca bibliografia di testi pedagogici, divisa in due sezioni:

  • i testi di Maria Montessori, significativi del suo pensiero e della sua metodologia
  • i testi di autori che trattano gli aspetti del pensiero montessoriano

Le 5 stanze

Nei 130 mq della Casa Museo, 5 sono le stanze che troviamo, ognuna contraddistinta da un nome:

  • la Stanza della Mappa
  • la Stanza del Metodo, coloratissima e ricca di oggetti e materiali
  • la Stanza 3.0, laboratorio di fruizione e produzione culturale
  • la Stanza di Lettura
  • la Stanza Verde, aperta al cielo, con i bulbi dei tulipani come richiamo all’Olanda, terra di adozione per Maria Montessori

È la Casa fatta di stanze che si fa invenzione e progetto, esperienza e ricordo, prospettiva infinita del pensiero di Maria Montessori. Luogo del racconto – la donna, la madre, la studiosa, la viaggiatrice, la scienziata, la pedagogista – che connette Chiaravalle al mondo.

Informazioni – Giorni di apertura:
dal lunedì al venerdì, orario: 9.30-12.30
lunedì e mercoledì anche dalle h. 15:00 alle 18:00

Tel. 0721 9727343 / 344 – e-mail: info@fondazionechiaravallemontessori.it
www.fondazionechiaravallemontessori.it

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Festival dei Due Mondi a Spoleto: danza, teatro e musica!

in Arte, Musica e Spettacolo by

Dal 24 giugno al 10 luglio a Spoleto torna il Festival dei Due Mondi, con oltre 60 spettacoli e 500 artisti da 36 paesi!

Mai come quest’anno l’estate pullula di festival, spettacoli, eventi per stare insieme: è tanta la voglia di stare fuori, all’aperto. Dopo gli ultimi durissimi due anni, il pubblico ha adesso solo un grande desiderio di vedere, ascoltare, scoprire, conoscere!

E a proposito di festival, è in partenza il Festival dei Due Mondi di Spoleto, in provincia di Perugia, dal 24 giugno al 10 luglio.

La 65esima edizione

Arrivato all’edizione numero 65, il Festival dei Due Mondi di Spoleto ha per il secondo anno la direzione artistica di Monique Veaute.

Il festival, che segue la sua vocazione multidisciplinare e internazionale, tesse una tela di relazioni trasversali alle singole arti. Tre le linee programmatiche:

  • le melodie dei due mondi (l’Europa e l’America)
  • la voce delle donne
  • i nuovi modi di raccontare la musica

Valorizzando teatri, spazi all’aperto, ma anche luoghi non convenzionali, offre più di 60 spettacoli in 17 giorni, e oltre 500 artisti da 36 paesi!

La musica

La programmazione musicale guarda alla relazione tra le due sponde dell’oceano, abbracciando diversi linguaggi. In questo, hanno un ruolo importante le due orchestre in residenza: la Budapest Festival Orchestra e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

La soprano e direttrice d’orchestra Barbara Hannigan, presente con quattro diversi concerti, si inserisce nel percorso che la nuova edizione sviluppa con le figure femminili che hanno dato un nuovo corso alle arti performative.

Infine, la programmazione musicale include anche jazz ed elettronica, barocco e contemporanea; dalla rassegna di musica americana dell’ensemble Sentieri selvaggi, alla performance di Tovel.

Da non perdere, poi, gli speciali concerti per Spoleto di Angelique Kidjo, Mariza e Dianne Reeves, in Piazza Duomo.

Danza e teatro

Le altre sezioni – danza, teatro, mostre – raccolgono alcune delle proposte più innovative del panorama nazionale e internazionale. È il caso della coreografa spagnola Blanca Li, che mette in scena uno spettacolo immersivo in realtà aumentata.

Sempre in tema di danza, presenti anche: le coreografe Germaine Acogny, fondatrice dell’École des Sables, Anne Teresa De Keersmaeker e la regista Jeanne Candel – con una nuova esperienza di teatro musicale.

Il festival rende inoltre omaggio all’icona della danza Trisha Brown, scomparsa 5 anni fa.

La sezione Teatro, invece, propone il regista tedesco Thomas Ostermeier e presenta gli ultimi lavori di drammaturghi italiani quali Fabio Cherstich, Leonardo Lidi, Davide Enia e del duo RezzaMastrella.

Eventi collaterali

Attorno al cartellone ufficiale, poi, troviamo gli eventi speciali: gli incontri con gli artisti, i premi, le istallazioni d’arte, le rassegne cinematografiche e le mostre.

Per info sull’interno programma dettagliato, clicca qui; per tutte le altre informazioni sul Festival, clicca qui.

Foto di copertina: https://festivaldispoleto.com/

Green Action Squad: i risultati delle challenge

in Attività di classe by

Seguendo i goals dell’Agenda 2030 e le indicazioni della campagna educativa GREEN ACTION SQUAD, 400 ragazzi e ragazze tra gli 11 e 13 anni sono arrivati a raggiungere dei risultati incredibili. Ecco il resoconto!

Abbiamo avuto modo di parlarvi qui di Green Action Squad, la campagna educativa realizzata da Librì in collaborazione con FRoSTA, che ha portato nelle scuole il tema dell’eco-sostenibilità.

Obiettivo della campagna, come ci ha raccontato Gianluca Mastrocola, Amministratore Delegato FRoSTA, è stato:

non solo educare e sensibilizzare ai temi ambientali, bensì stimolare i giovani a mettersi in discussione e “sporcarsi le mani”, agendo in prima persona e – soprattutto – riflettendo all’impatto dei comportamenti di oggi per trovare nuovi modi di agire nel rispetto del pianeta e degli altri.

La campagna educativa ha dunque invitato gli studenti a fare squadra, difendendo l’ambiente e il nostro pianeta attraverso 4 challenge: aria, acqua, terra e cibo.

I risultati

Ed eccoci dunque arrivati alla conclusione del percorso che ha coinvolto 400 studenti in questi mesi, e alla lettura dei risultati.

In generale, tutti si sono impegnati nella riduzione dei quantitativi di CO2 nell’aria e dell’uso di plastica, e nell’incrementare le biodiversità sul loro territorio.

Nello specifico, i 250 ragazzi e ragazze – supportati da professori e famiglie – che hanno partecipato alle challenge ARIA e CIBO, in una settimana hanno ottenuto una riduzione di circa 50.000 Kg/Km di CO2 sui loro territori!

Altri 175 ragazzi che hanno partecipato alla Challenge ACQUA, hanno raggiunto in una settimana una riduzione della plastica di ben 43,6 kg!

Numeri incredibili raggiunti mettendo in atto piccole ma significative azioni sostenibili nel loro vivere quotidiano, come:

  • scegliere di andare a scuola a piedi, in bicicletta o con un mezzo pubblico, rinunciando alla comodità dell’auto
  • consumare cibi del territorio o a filiera corta
  • diminuire l’utilizzo di materiali plastici

 Al di là dei numeri, poi, risulta evidente come il coinvolgimento dei più giovani sia uno degli strumenti più importanti per la salvaguardia del nostro pianeta.

Le testimonianze

L’ entusiasmo e la soddisfazione dei ragazzi e delle ragazze che hanno partecipato all’attività è stato notevole, come loro stessi ci hanno scritto:

Queste challenge mi hanno fatto capire che anche se facciamo un piccolo gesto possiamo salvare il
pianeta che stiamo distruggendo. Se usiamo le bottiglie di vetro al posto di quelle di plastica,
l’acqua la possiamo bere lo stesso. Se al posto di buttare i rifiuti per terra, li mettiamo dove è
giusto si possono riciclare.
(DAVIDE)

Secondo me queste challenge sono servite a farci crescere ecologicamente e a sprecare meno
plastica, migliorando il mondo intero. Abbiamo capito che anche se diamo un piccolo contributo
comunque facciamo la differenza.
(EVAN)


Con questa esperienza, abbiamo avuto dei risultati seguendo le missioni. Ho capito che con un piccolo gesto e un po’ di ragionamento, sono riuscita a consumare di meno rispetto a quanto consumavo prima. (CRISTINA)

Abbiamo anche potuto intervistare alcuni dei docenti coinvolti nella campagna Green Action Squad. Nel video che segue, eccoli orgogliosi nel constatare come gli studenti siano riusciti a fare squadra per salvare il pianeta. Come? Lavorando insieme al raggiungimento di un obiettivo comune per loro così sfidante.

Api e biodiversità: attività per bambini, che strizzano l’occhio all’ambiente!

in Attività di classe/Zigzag in rete by

In occasione delle giornate mondiali delle Api e della Biodiversità, alcune proposte di giochi ed attività educative per imparare fin da piccoli ad avere cura dell’ambiente!

Per tutti coloro che hanno a cuore api, farfalle, piante e più in generale l’ambiente, si avvicinano 2 giornate molto importanti!

Si festeggia infatti il 20 maggio la Giornata Mondiale delle api, mentre il 22 maggio ricorre la Giornata Mondiale della biodiversità.

Giornata mondiale delle api

Scopo della ricorrenza è sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli impollinatori, sulle minacce che questi quotidianamente affrontano (pesticidi al primo posto) e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile. Le api (ma non solo), consentono infatti a molte piante di riprodursi, comprese numerose colture alimentari.

Cliccando qui è possibile consultare e scaricare tanti laboratori e giochi a tema api: sono utili per far familiarizzare i bambini con questi preziosi impollinatori, insegnando loro a rispettarli e a prendersene cura!

Video Party

Altra proposta di attività educativa originale legata al tema delle api, e che esce dall’ambiente classe, è quella di guardare il documentario “Un mondo in pericolo”, disponibile su Prime Video, nella modalità “Video Party”.

In questo modo è infatti possibile condividerne la visione con un massimo di 100 partecipanti, e chattare in contemporanea per discuterne i contenuti!

Giornata mondiale della biodiversità

Dal 22 maggio 1992 (approvazione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica), le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata Internazionale per la Biodiversità.

Lo scopo è quello di evidenziarne l’importanza, ponendo l’attenzione sulle azioni che chiunque può e deve fare ogni giorno per conservare e condividere equamente la natura e i suoi benefici.

A proposito di biodiversità, qui puoi trovare un bell’esperimento educativo per bambini. ll MacaKit  è infatti un kit per allevare le farfalle Macaone dentro casa, vederle trasformarsi da bruco a farfalle e poi lasciarle libere nella natura! Un’esperienza affascinante per tutte le età, per imparare fin da piccoli a rispettare e avere cura dell’ambiente.

Scopri qui la nostra campagna dedicata al tema dell’ecosostenibilità!

Foto di copertina by Kunal Kalra on Unsplash

In partenza la 5° edizione di Didacta!

in Scuola by

Dedicata alla pedagogista Maria Montessori, venerdì 20 maggio ha il via la 5° edizione della Fiera Didacta Italia. Centinaia di eventi formativi e una vasta area espositiva per le aziende che lavorano nel mondo della scuola e della formazione.

Didacta, l’evento nazionale sull’innovazione della scuola, il più atteso da docenti, dirigenti scolastici, educatori e professionisti in generale del settore, è ai nastri di partenza!

La più grande fiera per la formazione dei docenti si terrà dal 20 al 22 maggio, nella splendida cornice della Fortezza da Basso, a Firenze (ma nasce in Germania, come abbiamo scritto QUI!).

Come si legge dal sito ufficiale della manifestazione, Didacta ha:

l’obiettivo di favorire il dibattito sul mondo dell’istruzione tra gli enti, le associazioni e gli imprenditori, per creare un luogo di incontro tra le scuole e le aziende del settore.

E questa 5° edizione non poteva che essere dedicata a Maria Montessori, una delle personalità più importanti a livello mondiale nel campo dell’educazione dell’infanzia. Il suo metodo educativo è considerato uno dei principali esperimenti di “scuola nuova” adottato in molti paesi del mondo.

La quinta edizione

Come quelle passate, anche la quinta edizione di Didacta si sviluppa in 2 livelli:

  • quello dell’area espositiva, che chiama in causa tutta la filiera delle aziende che lavorano nel mondo della scuola e della formazione;
  • quello degli eventi (oltre 250!), con convegni e seminari che vanno dall’area tecnologica a quella scientifica e umanistica.
Clicca QUI per scoprire l’intero programma di questa edizione di Didacta, e QUI per acquistare il tuo biglietto d’ingresso!

Librì a Didacta!

Anche quest’anno Librì – Progetti Educativi sarà presente con un proprio stand a Didacta, e più precisamente il numero A 59 all’interno del padiglione Spadolini. Qui, nelle 3 giornate della fiera, saranno organizzati vari interventi dedicati a temi come l’inclusione, l’accoglienza, la ricerca, l’alimentazione, la finanza, l’educazione civica e molto altro!

Scopri QUI tutti gli interventi previsti e… vieni a trovarci!

Foto di copertina by raiscuola.rai.it

La famiglia? Un amore di scompiglio!

in Letture in classe by

Il 15 maggio si festeggia la Giornata Mondiale della Famiglia. Di modelli familiari ne esistono molteplici: il comune denominatore? Il grande amore che accomuna i suoi componenti!

Secondo L’ONU la famiglia è:

il fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini.

Così, dal 1994 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha proclamato il 15 maggio la Giornata Mondiale della Famiglia; da qualche anno, inoltre, la dicitura ufficiale è stata cambiata dall’ONU stessa in The International Day of Families, dove la forma al plurale di “famiglie” sottolinea proprio l’inclusione di tutti i diversi modelli di famiglia che la modernità ci presenta.

Dunque i modelli familiari sono sicuramente vari e molteplici, ma ognuno di questi rappresenta un gruppo sociale fondamentale, soggetto a trasformazioni nelle diverse società, col mutare delle epoche.

Famiglie e altri scompigli

Che ci sono tanti modi per essere famiglia ce lo insegna bene il libro “Famiglie e altri scompigli“, scritto da Manuela Salvi e illustrato da Tuono Pettinato (artista prematuramente scomparso a giugno dello scorso anno), edito da Librì – Progetti Educativi.

Che cos’è una famiglia normale? A Barbara, detta Ruggi per la grinta che la contraddistingue, la sua famiglia non piace per niente: un papà strambo, la sua nuova fidanzata e due nuovi fratelli di cui farebbe volentieri a meno. Non vede l’ora di partire per andare a trovare la sua mamma a Parigi! Piano piano però (anzi di piano in piano!), troverà a ogni pianerottolo del suo condominio tante altre famiglie ancora più strane della sua, tutte accomunate dal grande amore che le unisce. E come dice il suo papà: “Una famiglia normale? Che ti frega delle etichette. Non devi mica definire tutto. Balla e non ci pensare!” .

Scarica QUI il primo capitolo del libro, che puoi invece acquistare qui!

Libro inclusivo: braille e non solo. Concludiamo l’intervista a Fabio Fornasari

in Bisogni Educativi Speciali/Letture in classe by

Quando si parla di libri inclusivi, non si parla solo di linguaggio braille: ecco la seconda e ultima parte dell’intervista a Fabio Fornasari, dedicata al tema del libro inclusivo.

No, un libro inclusivo non è solo un libro che riporta il linguaggio braille. Ne abbiamo iniziato a parlare in questo articolo, in compagnia di Fabio Fornasari, architetto e museologo italiano. Riprendiamo la piacevole intervista.

Che tipo di pensiero c’è dietro il suo progetto “Ninna nanna per una pecorella”? Qual era l’obiettivo?

Ninna Nanna non è solo una storia bellissima, molto importante proprio in questi giorni di cronache di guerra, ma è la storia che meglio mi permette di spiegare l’importanza di questo progetto. Libri tattili dedicati al cieco ce ne sono, lo sappiamo. Il lavoro della Federazione ProCiechi è importante perché attivano la dimensione immaginativa, avvicinano la bambina e alla bambina alla curiosità tattile. Come dice Paola Gamberini, responsabile dello SCE, il Servizio di Consulenza Educativa dell’Istituto dei Ciechi Cavazza:

toccare non è un’abitudine, ma ci si deve abituare a toccare. Le mani, per diventare intelligenti, devono essere educate ad un’esplorazione ordinata, finalizzata, intenzionale.

Ma con Ninna Nanna per una pecorella abbiamo voluto mostrare una seconda questione: il bisogno di condividere gli stessi immaginari. Non basta fare toccare ma serve fare entrare negli immaginari, condividere i mondi e i personaggi che vengono creati dagli autori e dagli artisti, dagli illustratori. Fare entrare nelle variazioni delle emozioni che gli albi illustrati propongono. L’albo Ninna Nanna apre su una tavola che ha due colline e una stella luminosa in cielo. È l’ultima immagine disegnata del Piccolo Principe, la storia di Saint-Exupéry. Il libro che apre con il narratore nel deserto al quale viene chiesto di disegnare una pecora.

“Ninna Nanna per una pecorella” non solo è importante per parlare di una storia di amicizia e di vero amore, una storia di accoglienza. È importante perché presenta una variazione sul tema dell’amore e dell’accoglienza. Frequentare queste  variazioni sono importanti per comprendere la complessità delle emozioni.

In merito a questo progetto, ha spiegato che è nata l’idea di affiancare alle traduzioni in braille un teatrino. Può dirci qualcosa di più a riguardo?

In passato ho fatto altri libri che condividevano il braille e i disegni a rilievo sulla medesima pagina. Già con il volume per Giunti-progetti educativi di Roberto Marchesini “I nostri amici animali” mi ero dedicato alla traduzione tattile. Sulla stessa pagina due codici non si ricalcano con precisione: lasciano lo spazio dell’incontro e del racconto che può nascere tra bambino vedente e non vedente. L’impianto tattile è differente perché usa una lettura differente. Genera uno spazio di incontro e di conoscenza consapevole.

Nel 2019, nell’occasione di “Boom Crescere nei libri”, abbiamo ospitato nell’atelier del Museo Tolomeo la signora Mitsuko Iwata della Biblioteca Furerai. È stata l’occasione per mettere a confronto la nostra esperienza di laboratorio e di traduzione del libro con la loro lunga e importante esperienza.

Mitsuko Iwata è non vedente, madre. Il suo obiettivo è offrire al genitore cieco uno strumento per poter leggere al bambino il libro illustrato, per garantire al genitore che non vede la possibilità di leggere con il figlio una storia, condividerla e crescerci insieme al suo interno. Questa relazione è importante per la Biblioteca Furerai, al pari della storia letta.

Nel tempo con l’atelier Tolomeo avevamo tradotto diversi libri pensati per offrire al bambino una dimensione immersiva, tridimensionale e multisensoriale. Oggetti dove fare leggere con le mani, prendere, spostare, mettere.

Oggetti da comprendere e da disporre sul tavolo, da mettere in azione con le mani.

Il libro diventa una scatola che contiene una narrazione che esce dal libro, si spazializza e si fa materica. Il libro si mette in gioco, diventa il libro-in-gioco.

La storia può essere riletta e riscritta attraverso il teatrino: “beh, se la pecora non ha paura della lupa allora è la lupa che ha paura della pecora”. Il bambino prende il la figurina della lupa, le fa voltare le spalle alla pecora e la fa correre lontano, fuori dal teatrino.

Non è un Kamishibai, non c’è il narratore in fronte allo spettatore. Sono tutti dentro lo spazio della lettura: il genitore legge con le dita, il bambino che ancora non usa alcun alfabeto, alcun codice, sperimenta con la mano, con le mani, con il corpo la narrazione. La solidifica attraverso l’esplorazione e l’esercizio del proprio corpo.

L’obiettivo finale è arricchire di possibilità immaginative. Dare la possibilità di comprendere e immaginare, di emozionarsi. Come dice ancora Paola Gamberini:

per chi non vede le mani sono una meravigliosa porta sul mondo. Toccare è una forma di appropriazione attiva, contatto diretto con la cosa senza bisogno, almeno immediatamente, dell’intervento interpretante della parola. L’approccio tattile trasmette la percezione confortante della permanenza e non evanescenza degli oggetti. Si entra così in contatto con la consistenza e resistenza dell’oggetto, che ci modifica a ci mette in gioco.

Per questo motivo è importante fare un teatro, fare teatro, farsi attori del teatrino in relazione con l’albo (e anche noi ne avevamo parlato qui!)

Lei è anche direttore scientifico del Museo Tolomeo, che ha fondato con Lucilla Boschi nel 2014 nell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza. Cosa trova il visitatore, quando varca la soglia del museo?

Una Wunderkammer, un atelier e una stanza multisensoriale.

La Wunderkammer è il primo spazio per la città, il gabinetto delle curiosità dove scoprire cosa è accaduto da quando Louis Braille ha creato il codice che porta il proprio nome. È la stanza dove conoscere una storia di 140 anni di costruzione di opportunità di autonomia, uno spazio dove si accumulano cose che sono state usate nell’istituto.

L’atelier Tolomeo è dove mettere in gioco le conoscenze, le pratiche nella relazione di gruppo: laboratori con più persone, classi. È il luogo di una osservazione partecipata e relazionale. È anche il tavolo anatomico che smonta la complessità per ricomporla in una chiave più comprensibile anche per la percezione aptica.

La stanza multisensoriale è lo spazio in continua trasformazione che prende l’impronta di chi l’attraversa. Uno spazio “responsive” che lavora con la pluridisabilità, sulla relazione del bambino e della bambina nella relazione con la famiglia. Uno spazio in continua trasformazione.

Fonte foto di copertina qui

Libro inclusivo: quattro chiacchiere con Fabio Fornasari.

in Bisogni Educativi Speciali/Letture in classe by

Cos’è un libro inclusivo? È un libro “che si mette in gioco”: parola di Fabio Fornasari, architetto e museologo italiano, esperto nel raccontare storie attraverso speciali installazioni. Scopriamone di più!

Sul tema del libro inclusivo abbiamo fatto 4 chiacchiere con Fabio Fornasari, architetto e museologo che si occupa della costruzione di dispositivi per mostrare e raccontare storie di valore, utilizzando progetti e installazioni museografiche, e ambienti di apprendimento. Ecco la prima parte della nostra intervista!

Conosciamo tutti l’enorme valore e potere che risiede nelle storie. Come diceva Roland Barthes “non esiste un popolo senza racconti; il racconto è là come la vita”. Possiamo dire che il suo lavoro – pensando ai libri inclusivi – è espressione massima di questo concetto, volendo lei allargare il più possibile il pubblico fruitore di tali storie?

Vero. Siamo immersi nei racconti, ne abbiamo bisogno come abbiamo bisogno dell’aria e dell’acqua. Ci nutriamo di storie, come il cervo si disseta alla fonte. Il tema è la fonte, potervi accedere. Renderla accessibile per condividere storie, racconti.

Lavorare sui codici, sui linguaggi che ci permettono di arrivare a comprenderle, farle nostre e poterle raccontare. Ce ne accorgiamo già da bambini, noi stessi. Tutti abbiamo letto libri guardando solo le figure. Leggevo i fumetti del fratello o della sorella più grande guardando le sole figure. Non so se ero realmente in grado di far coincidere la mia lettura con l’intenzione dell’autore. Anche una sola parola dell’adulto che passava mi permetteva di avvicinarmi alla trama, al senso del “giornalino”, per poi riallontanarmene verso una mia personale lettura, tra il trovare e il cercare. Variazioni sul tema dello stesso libro.

Ma non è così che si leggono gli albi illustrati? Non è così che si legge? Lasciando spazio alle libertà associative, alle diverse possibili letture. Quindi è doppiamente vera la citazione di Roland Barthes: non solo leggendo ci dissetiamo del racconto, ma dentro di noi se ne forma uno tutto personale che risuona con la nostra vita, diventando noi stessi fonte per altre letture in una pratica immaginativa e di condivisione di immaginari. Questo è l’obiettivo del mio lavoro.

Nella sua biografia si legge “Costruisce dispositivi per mostrare e raccontare storie di valore, utilizzando progetti e installazioni museografiche, e ambienti di apprendimento.” Può farci qualche esempio di progetti e installazioni che ha creato, e per raccontare quali storie?

Un passo indietro. Mi sono iscritto in una facoltà di architettura perché mi interessava il valore comunicativo del progetto, prima ancora del costruire cose. Mi sono iscritto a Firenze perché insegnavano gli architetti radicali che comunicavano il loro pensiero sul mondo attraverso metaprogetti e oggetti concettuali. Oggetti che creavano spazio al racconto del progetto e che portavano alla superficie il valore simbolico, i riferimenti che reinterpretano l’idea stessa del fare design. Ho poi seguito un corso di studi che mi ha spostato verso una museologia con un taglio curatoriale prima ancora che verso la museografia, la progettazione di contenitori per gli oggetti dell’arte.

In quegli anni ho compreso che tutto ciò che entra in scena all’interno di uno spazio espositivo assume un ruolo preciso che non è di natura tecnica ma culturale. Come per i sogni: tutto ciò che vediamo, tocchiamo, emerge per un motivo preciso. Non è casuale ma ha un significato in relazione alle nostre vite, ai nostri vissuti.

In fondo anche il sogno è racconto, entra sotto la nostra attenzione come qualcosa che non dipende da noi.

Come qualsiasi storia, anche il sogno è fatto di ambienti (mondi), di persone (characters) e ha uno svolgimento narrativo (la storia). Il sogno è un dispositivo narrativo che nasconde i propri significati mostrando. Abbiamo bisogno di un aiuto esterno per decodificarlo in relazione al nostro vissuto. Mettere le “maniglie”, creare le istruzioni d’uso per accedervi. Un’ installazione  museale è ugualmente un dispositivo narrativo che permette la comprensione mostrando. Fa emergere il senso dallo spazio intorno all’opera. È quindi una operazione culturale non tecnica.

Come illuminare un’opera: non è tecnica ma operazione culturale. La tecnica è un servizio, che va conosciuto, come un autore deve conoscere la tecnologia che usa: accendere un computer, salvare un file. Ma l’uso che ne faccio ha una dimensione espressiva che diventa linguaggio.

Quindi, a seconda di quello che devo fare, a seconda della richiesta o della mia ricerca continua, senza sosta, devo studiare i contenuti, devo studiarne la storia e i significati per trovare le “maniglie” concettuali che si traducono in scrittura scenica per aprire quei significati, per permettere l’accesso non solo con parole che spiegano ma anche con azioni sui  contenuti, come li mostro.

Smonto e ricompongo la complessità della storia in elementi utili per fare arrivare i concetti. Il dispositivo è quindi innanzitutto un ambiente che si compone di una serie di elementi, di spazi e oggetti, che permettono un’ interazione con chi li visita, si pongono in dialogo. Non vanno semplicemente guardati. L’ambiente offre una serie di esercizi di comprensione che stimolano domande. Un allestimento diventa così un ambiente dove cerco di creare la possibilità di sviluppare un apprendimento significativo, che stimola nella dimensione cognitiva e sensoriale, non dimenticando la parte emozionale per portare alla questione estetica.

Sembra complicato ma è così che funzioniamo: vedere, guardare, comprendere e infine emozionarci.

In sintesi: non progetto teche museali, ma spazi per sviluppare un’ esperienza significativa. Questo mi ha avvicinato al libro come luogo dove sperimentare linguaggi: in fondo anche un libro è spazio organizzato in un tempo che si sfoglia.

Se si pensa ad un libro inclusivo dedicato ad un pubblico non vedente o ipovedente, salta subito alla mente il linguaggio Braille; eppure, come lei ci insegna, un libro inclusivo è molto di più. Può spiegarci le sue caratteristiche?

Un libro inclusivo è un libro che si mette in gioco. Per questo, partendo dall’idea libro-gioco ho aggiunto quell’”in”: libro-in-gioco.

Il libro si mette in gioco perché si apre alla possibilità di essere letto creativamente e quindi anche essere riscritto, sovrascritto, con altri codici, linguaggi e alfabeti.

Al libro illustrato devo aggiungere un’ interazione tattile, un altro codice che mi permette di essere visto con altra modalità da quella visiva. Ma lo devo fare non solo pensando al bambino che non vede o che vede male. Tutti i bambini hanno libri tattili, libri che li aiutano a sviluppare una tattilità sensibile, capace di riconoscere anche solo toccando delle chiavi, per riconoscere e creare un proprio racconto. Bruno Munari sicuramente che porta nel mondo dell’infanzia quella curiosità di natura immaginativa che il novecento ha sperimentato con il libro d’artista.

Ma la tattilità che serve nella disabilità visiva non è solo evocativa: è interazione per una lettura di gruppo, per una lettura non solo in autonomia.

L’interazione tattile mi serve non solo per creare una possibilità di lettura per il cieco verso il libro, ma anche per creare quei rimbalzi tra due o più lettori che leggono inclusivamente il volume. Il libro illustrato è dedicato ai bambini ma anche ai genitori, alla famiglia. Oppure alla lettura a scuola. È un libro che viene letto insieme perché tutti notano dettagli che altri non hanno notato, significati nascosti.

Un libro illustrato formula la possibilità di sviluppare pensiero intorno al senso del racconto. Scritto dagli autori sono le persone insieme che leggendolo ne ampliano il racconto, lo completano. Tutte le persone coinvolte devono poter avere accesso al contenuto.

Ma chi è il cieco? Chi non può vedere? Il bambino? La bambina? Il genitore? L’educatrice o l’educatore? Se il cieco è il genitore?  Come fa a raccontare al bambino la storia se non può vedere cosa c’è sulla pagina? La figlia, il figlio, possono raccontargli le immagini ma se non sa ancora leggere non può accedere al testo. Per questo il libro lo devo arricchire di una serie di elementi, di scritte in braille che mi permettono di orientare nello spazio della pagina la lettura dell’adulto cieco. Devo permettergli di comprendere la storia e i significati attraverso patine che non sviluppano una tattilità precisa, materica ma solo geometrica, prossemica.

Sarà nella relazione con il piccolo o la piccola che potrà completare l’esperienza di lettura. Così la piccola o il piccolo, pur non sapendo leggere le parole scritte e non conoscendo i significati, è attraverso il dialogo con l’adulto che legge il braille che raggiunge il senso di quella lettura.

Se chi non vede è il piccolo o la piccola ha bisogna di attivare la sua capacità immaginativa con il teatrino, con uno spazio dove raccontare i personaggi resi tridimensionali immersi in una scenografia. A differenza del Kamishibai, non sta di fronte alla scena ma con le mani si immerge nella scena, studia i personaggi ed entra nei ruoli sperimentandoli con il gioco.

L’intervista a Fabio Fornasari sul tema del libro inclusivo continua nel prossimo articolo…

Foto di copertina tratta da https://fabiofornasari.net/

Giornata Mondiale dell’Asma: parliamone in classe!

in Attività di classe by

Il respiro è energia e vita e anche uno solo può fare la differenza, come sanno bene i 2,6 milioni di italiani che convivono con l’asma. Parliamone in classe, grazie alla campagna Più unici che rari di Sanofi Italia.

Ebbene sì: oggi, in Italia, ben 2,6 milioni di persone convivono con l’asma, una patologia complessa che può causare, nelle sue forme più gravi, attacchi respiratori importanti e danni polmonari permanenti. 

Gran parte di loro riesce a convivere con l’asma, ma in alcuni casi la patologia diventa più problematica, con sintomi che rimangono fuori controllo.

Inoltre, nonostante il suo impatto, l’asma grave spesso non è riconosciuta e i pazienti potrebbero non essere consapevoli della reale gravità della propria condizione.

Sensibilizzare sul tema diventa dunque necessario, al punto che Sanofi Italia, una delle principali aziende farmaceutiche italiane, lo ha incluso nella sua campagna Più unici che rari (una campagna da primo premio, come abbiamo visto qui), raccontando la storia di Filippo.

La storia di Filippo

Si dice “restare senza fiato” per esprimere meraviglia, emozione, contentezza. Ma per chi soffre di asma, invece, che cosa significa restare senza fiato?

Filippo soffre d’asma e a volte sente proprio mancare il fiato…

La campagna

Più unici che rari è una campagna educativa nazionale per le scuole primarie (classi IV e V) e secondarie di primo grado, che racconta il valore dell’unicità di ciascuna persona, promuovendo l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico, partendo da quelle difficoltà e barriere che possono nascere in presenza di malattie rare.

Come l’asma, appunto, per la quale Sanofi è in prima linea nella ricerca e nello sviluppo di terapie.

Scopri qui maggiori dettagli sulla campagna, e su come ricevere in classe il kit gratuito per poter lavorare con i tuoi alunni!

Fonte foto di copertina: https://www.sanofi.it/it/mediaroom/news/Giornata-mondiale-asma-2021

Dialogo nel buio: il museo che promuove consapevolezza e integrazione

in Zigzag in rete by

Dialogo nel buio è una mostra/percorso allestita dal 2005 presso l’Istituto dei Ciechi di Milano, per abbattere i pregiudizi e favorire l’integrazione.

L’esperienza del buio assoluto, così come quella del silenzio assoluto, è sempre più rara da vivere nella nostra società. Abbagliati continuamente da luci di qualsiasi natura, difficilmente si può avere davvero consapevolezza di cosa voglia dire vivere nel buio più completo.

Dialogo nel buio è un invito a sperimentare come la percezione della realtà e la comunicazione possano essere molto più intense in assenza della luce.

La mission del museo

Attraverso la visita di Dialoghi nel buio, chiunque vive in prima persona alcune problematiche dell’handicap visivo, ma andando a sperimentare tutte le abilità e le competenze proprie di chi non vede.

Mission del museo è infatti promuovere il ruolo attivo nella società delle persone non vedenti, diffondendo così una cultura dell’integrazione, abbattendo pregiudizi e barriere psicologiche.

Uno dei più grandi pregiudizi, infatti, è quello di pensare che una persona non vedente abbia una vita triste e priva di interessi: ma è in realtà – nella maggior parte dei casi – una vita ricca di sensazioni e curiosità verso il mondo.

La mission del museo si incrocia poi con quelle che sono le finalità dell’Istituto dei Ciechi di Milano: offrire servizi per l’autonomia, la crescita personale e l’integrazione delle persone non vedenti.

Dialogo nel buio: la visita

La visita è un vero e proprio viaggio di un’ora nella totale oscurità, in cui i visitatori per esplorare gli ambienti devono affidarsi esclusivamente ai sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto, del gusto. Una mostra che, dunque, non-mostra, ma mette in primo piano quei sensi che, nella società dell’immagine, nella conoscenza e nella scoperta tendono ad essere lasciati in secondo piano.

Il gruppo, formato al massimo da 8 elementi, attraversa varie ambientazioni che richiamano situazioni di vita quotidiana. Le situazioni sono tutte diverse, da scoprire attraverso i sensi e il dialogo con la guida non vedente, che svela loro «un altro modo di vedere». Dopo aver attraversato i diversi ambienti, l’ultima tappa è un bar dove, sempre nell’oscurità più totale, si commenta l’esperienza vissuta.

Varcato l’ingresso, ovvero il confine fra la luce e il buio, ci si trova così alle prese con una condizione mai sperimentata, dove occorre fare appello alle proprie capacità per destreggiarsi nella nuova situazione.

Attraverso la visita, dunque, non si scopre qualcosa di nuovo, bensì si ri-scopre, si vive in modo diverso ciò che è da sempre intorno a noi.

Le parole di Guido Vergani

Il giornalista e scrittore Guido Vergani, in occasione della prima apertura di Dialoghi nel Buio a Milano, scrisse sul Corriere della Sera:

Bastano i primi cinque minuti dentro al nero tunnel di «Dialogo nel buio» e davvero s’impara a vedere quel che non si è mai voluto vedere in profondo e senza l’alibi del pietismo. Si vive il mondo di chi non ha la vista, di chi esiste solo attraverso gli altri quattro sensi, di chi ascolta, tocca, annusa il buio e sa che anche le tenebre fremono di vita. […]

Per cinquanta minuti, un’ora – tanto dura il percorso – il «normale» diventa il «diverso», si trova dall’altra parte e, sprofondando nei problemi dei non vedenti e dialogando con loro nel loro «elemento», domani userà più generosamente l’intelligenza del cuore anche nei confronti dei sordomuti, dei paraplegici, di ogni handicappato, di ogni «altro», rompendo le barriere psicologiche e culturali che sono assai più insormontabili di quelle architettoniche.

E’una buona lezione quella di questa mostra che apparentemente non mostra e che, invece, insegna, a noi fagocitati dalle immagini, anche il valore del buio per vedere davvero la realtà.

Il coinvolgimento emotivo dell’esperienza a Dialogo nel Buio veicola molteplici contenuti educativi e formativi per il pubblico giovane. Clicca qui per organizzare una visita con la tua classe, o per scoprire i laboratori didattici per i ragazzi, strutturati e personalizzati in base all’età e alla scuola di provenienza.

Clicca qui per avere maggiori informazioni sulla mostra/percorso, oppure clicca qui per scoprire un altro originale museo da visitare con la tua classe, stavolta in Toscana!

Foto di copertina by Amber Weir on Unsplash

Quando l’apprendimento passa per… un podcast!

in Attività di classe/Zigzag in rete by

Esploso nel 2019, il podcast permette la veicolazione di contenuti eterogenei, che possono affiancare la didattica tradizionale. Scopriamo perché e conosciamone alcuni!

Ogni volta che cucino dedico a questa attività almeno due ore; o meglio: un’ora e mezzo la dedico alla scelta del podcast giusto, l’altra mezzora a tutto il resto!

È così: da quando questo prezioso strumento divulgativo ha fatto capolino nella nostra vita (il primo risale al 2003, ad opera del giornalista Christopher Lydon, ma è dal 2019 che è avvenuta una vera e propria esplosione, grazie a Google, Spotify, Amazon), sono nati ogni giorno migliaia di contenuti eterogenei, tutti da ascoltare anche se impegnati a fare altro.

Perché è proprio questa la grande forza del podcast: rispetto ad altri format di apprendimento, è l’unico che non richiede un’attenzione visiva. Così, puoi seguirne uno mentre cucini – come me – o mentre sei in auto, lavori al pc, fai una passeggiata, pulisci casa!

Arte, storia, scienze, matematica, attualità, biografie, romanzi: c’è solo l’imbarazzo della scelta tra i contenuti disponibili, ognuno contraddistinto anche da un proprio stile, con un linguaggio e un tono ora spiritoso, ora autorevole. Ma facciamo un passo indietro.

Che cos’è un podcast?

Il podcast è un contenuto audio che può essere ascoltato ovunque e in qualsiasi momento, a prescindere da quando è stato creato e messo a disposizione online.

Il podcasting è dunque quel sistema che consente di scaricare in modo automatico i contenuti audio, e  di ascoltarli in molteplici dispositivi: pc, smartphone, tablet.

ll termine podcast nasce dalla fusione di due parole: iPod, ovvero il dispositivo Apple che ha rivoluzionato il mondo dell’ascolto di musica e contenuti audio, e broadcast (“radiodiffusione”), ovvero la trasmissione di informazioni verso chiunque, senza la sicurezza che queste riescano ad essere consegnate.

Il podcast nella didattica

Va da sé che la recente situazione pandemica ha contribuito notevolmente alla fruizione dei podcast, anche in ambito didattico.

Il format è diventato infatti un prezioso alleato nella didattica digitale integrata, così come in quella a distanza.

Ecco i motivi del suo successo:

  • È utile per esercitare le competenze nel discorso orale: l’audio centrale e questo permette di stimolare l’uso della memoria uditiva, così come le competenze della produzione orale degli studenti;
  • Permette di creare contenuti didattici accessibili a tutti: non solo per quanto riguarda la fruizione, ma anche la stessa produzione;
  • Promuove una didattica personalizzata e inclusiva: non solo audio lezione per studenti che non hanno accesso al pc, ma che possono utilizzare uno smartphone, ma anche creazione di contenuti pensati per studenti con difficoltà nella lettura, oppure ospedalizzati.
  • Può trasformare l’apprendimento in divertimento: come dicevamo, il tono e il linguaggio possono essere leggeri (ma non superficiali), brillanti e accattivanti, pur trattando temi profondi e che nei classici libri di testo spesso sono vissuti come pesanti dagli studenti. Ne è un esempio lampante il podcast di Alessandro Barbero!

Qualche consiglio di ascolto

Scegliere il podcast, giusto, come dicevamo, non è così semplice vista la grande offerta! Di seguito eccone 8, consigliati per gli studenti ma non solo; qui invece trovate un nostro articolo di qualche anno fa, in cui vi parlavamo del podcast Serial.

  • Te lo spiega Studenti.it: pillole di storia, letteratura, arte, tecniche di studio e memoria per ripassare prima di un compito o un’interrogazione
  • Il podcast di Alessandro Barbero: la storia, come avremmo voluto sentirla spiegare in classe!
  • Bistory: Indaga il lato B della storia, con personaggi potenti raggiunti dall’oblio o dalla leggenda dopo una morte incredibile.
  • The essential: una rassegna che racconta l’attualità politica, economica e culturale in pillole da 5 minuti.
  • Bello Mondo: il divulgatore Federico Taddia e la climatologa Elisa Palazzi incontrano coloro che analizzano, comprendono e contrastano il global warming.
  • Il podcast di Piergiorgio Odifreddi: Parla con ironia di aspetti più o meno noti di scienza, politica, religione e matematica.
  • Morgana: Michela Murgia e Chiara Tagliaferri raccontano storie di donne che hanno affrontato pregiudizi e stereotipi.
  • In compagnia del lupo: Tratto dall’omonima serie di Sky Arte con Carlo Lucarelli, alla scoperta del lato oscuro delle fiabe.

Foto di copertina by Mohammad Metri on Unsplash

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