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Educazione emotiva e life skills: scopriamole insieme

in Affettività e Psicologia/Zigzag in rete by
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Nella nostra TOP TEN degli articoli più letti nel 2022 abbiamo l’educazione emotiva. Di cosa si tratta? Vediamolo insieme!

Quasi un anno fa è stata presentata alla Camera la proposta di legge relativa all’educazione emotiva. L’obiettivo era quello di introdurre nel sistema scolastico l’apprendimento delle cosiddette “life skills“.

Che cosa sono le Life skills?

Con il termine life skills si intendono tutte le abilità sociali ed emozionali che ci permettono di gestire al meglio le relazioni, affrontando in modo efficace e maturo la vita quotidiana, senza sfociare difficoltà relazionali e sociali.

Ecco che viene introdotta l’educazione emotiva…

La proposta di legge prevede che il progetto durerà per tre anni. Saranno le singole scuole, in piena autonomia, a stabilire quali competenze non cognitive verranno affrontate di volta in volta nelle classi.

In questo modo non ci sarà alcuno stravolgimento dei programmi scolastici, e nessuna introduzione di nuove materie.

L’obiettivo?

Migliorare il rapporto tra gli studenti e gli insegnanti e sviluppare competenze come coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale.

Alcuni approfondimenti:

Qui trovi il webinar dal titolo “Insegnare con empatia, insegnare l’empatia” che potrebbe tornarti utile

Maggiori informazioni sulla proposta di legge qui.

Foto di copertina by Elena Kurkutova on Unsplash

L’educazione del cuore attraverso la pedagogia delle emozioni

in Approcci Educativi by
La pedagogia delle emozioni si occupa di come si costruisce l’intera personalità del bambino, nei suoi aspetti cognitivi, sociali e comportamentali.  Keep Reading

Laboratorio a tema INCLUSIONE: la consapevolezza di sé

in Attività di classe by

Tre proposte di attività in classe per parlare (anche) di inclusione, direttamente dalla campagna educativa Più unici che rari!

Per quanto sia un tema sempre più sentito, ancora oggi si tende a fare confusione tra inclusione e integrazione.

  • l’integrazione mira al reperimento di risorse per consentire il raggiungimento di risultati nell’ambito dell’autonomia, della socializzazione e della comunicazione
  • l’inclusione mira al superamento di ogni tipo di  barriera alla partecipazione e all’apprendimento

Parlare di inclusione in aula significa trasmettere il concetto che ogni alunno, nessuno escluso, possiede dei talenti che lo rendono unico e capace di arricchire, con la propria presenza, il gruppo classe.

La pluripremiata campagna educativa “Più unici che rari”, promossa da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Sanofi, parte proprio da questo presupposto, con l’obiettivo di  promuovere l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico.

Partendo da quelle difficoltà che possono nascere in presenza di malattie rare o altre patologie, come l’asma o la dermatite atopica – per le quali Sanofi è in prima linea nella ricerca e nello sviluppo di terapie –  si educano i ragazzi e le ragazze a considerare le differenze come una ricchezza e un’opportunità di crescita, per sé stessi e per gli altri.

Non è sempre facile però, per il bambino o la bambina, avere consapevolezza di sé, accettarsi con serenità nei propri pregi e difetti, soprattutto fisici. Specialmente nel periodo della preadolescenza, in cui non si è più bambini ma non si è ancora adulti, e in cui il corpo affronta molti cambiamenti, cercare la propria identità, il proprio io, risulta essere un lavoro davvero impegnativo, e soprattutto H24!

La campagna “Più unici che rari”, è un laboratorio completo sull’inclusione: il percorso parte dai temi dell’identità e della consapevolezza di sè, prosegue con i temi del riconoscimento delle emozioni e dell’empatia e termina con attività sui temi del bullismo.

SCARICA IL KIT DIDATTICO E PARTECIPA AL CONCORSO!

Soffermiamoci nello specifico sulle attività iniziali del percorso laboratoriale, dedicate al tema dell’ IDENTITÀ!

ATTIVITÀ: UNA QUALITÀ IMPORTANTE

  • Obiettivi: conoscere il concetto di resilienza; prendere consapevolezza di sé; sviluppare fiducia verso sé e gli altri; rafforzare la coesione del gruppo; cooperare (Life Skills, area emotiva: consapevolezza di sé).
  • Metodologia: lavoro in gruppo.
  • Strumenti/Materiali: cartelloni, fogli, penne, colori, pennarelli, riviste, materiali per collage, forbici, colla.
  • Discipline: Arte e immagine, Italiano, Educazione civica.
  • Libro per alunni del kit “Più unici che rari”: la storia di Chiara (pag. 40).

SVOLGIMENTO ATTIVITÀ:

  • Leggiamo o ascoltiamo la storia di Chiara: facciamo rilevare come una sua significativa qualità sia la resilienza e spieghiamo che si tratta della capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà.
  • Commentiamo la storia, poi facciamo notare che ognuno di noi è, più o meno, resiliente e invitiamo gli alunni a raccontarci i casi in cui loro stessi lo sono stati. Chiediamo di raccontare come si sono sentiti in queste occasioni, come le hanno affrontate e se e come le hanno superate. Guidiamo la riflessione su cosa hanno scoperto di loro stessi, dei loro amici e compagni. Facciamo emergere come anche circostanze complesse, difficili e dolorose possano trasformarsi in opportunità e far scoprire capacità e aspetti di sé impensabili.
  • Realizziamo tutti insieme un cartellone sulla resilienza con le esperienze degli alunni e le loro riflessioni: raccontiamo sia le cose positive, da coltivare e valorizzare, sia quelle negative, da modificare o eliminare. Lasciamo libero il gruppo di scegliere come realizzarlo, anche in modalità mista: con disegni, collage, frasi, brevi testi o poesie.

Clicca su questo link per scaricare gratuitamente il kit, dove troverai, nella guida per insegnanti, tutte le attività! Ma non solo! Il kit include anche:

  • libri illustrati per ragazzi
  • opuscoli informativi per le famiglie

IL CONCORSO PER LE CLASSI

La campagna “Più unici che rari” comprende un momento laboratoriale collettivo, da svolgere in classe e collegato a un concorso nazionale. I ragazzi e le ragazze saranno coinvolti in un gioco di rappresentazione che li renderà partecipi sia individualmente che come organismo unito, ovvero la classe.

Nel concorso “La mia classe è un universo”  ogni alunno, dopo aver esplorato e discusso i temi della campagna in aula, deve creare un ritratto del “pianeta sé stesso”, scegliendo le qualità che gli sono più proprie e utilizzando i colori, le tecniche, i simboli, i dettagli del proprio corpo che lo rendono unico.

La partecipazione al concorso è ancora aperta. C’è tempo fino al 1 marzo 2024
Per maggiori informazioni: 055.9073999 | scuola@progettiedu.it

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Foto di copertina by Vitolda Klein su Unsplash

Laboratorio a tema INCLUSIONE: Emozioni & Empatia

in Attività di classe by

Impariamo a gestire le emozioni con due proposte di attività in classe, finalizzate ad agevolare l’inclusione. Il tutto, sempre grazie alla campagna educativa Più unici che rari!

Dopo il primo laboratorio a tema inclusione torniamo con una seconda proposta, stavolta finalizzata a familiarizzare con il vasto mondo delle emozioni e, perché no, a sviluppare il nostro senso di empatia.

Per fare ciò ci viene di nuovo in aiuto la pluripremiata campagna educativa “Più unici che rari”, promossa da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Sanofi, che promuove l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico.

LE EMOZIONI

Perché chiamare in causa le emozioni, per affrontare il tema dell’inclusione? Ce lo spiegano Annalisa Bisconti ed Enrico Ceva, dell’Associazione Italiana  Niemann Pick Onlus, affermando che:

“L’alfabetizzazione emotiva è un percorso di “addestramento” necessario per trasformare il desiderio di fuga in curiosità reciproca: attraverso la conoscenza e la gestione delle emozioni che l’altro suscita in noi, arriviamo a conoscere noi stessi e a comprendere gli altri.”

Il primo passo per aiutare gli alunni a gestire le proprie emozioni è guidarli alla scoperta di ciò che provano loro e che provano gli altri, dando un nome preciso al sentire che vivono. È infatti proprio la mancanza di auto-consapevolezza emotiva a suscitare incomprensioni e conflitti con gli altri.

E non limitiamo il campo alle emozioni positive: anche quelle negative – come la rabbia e la tristezza, la paura e la noia – hanno un ruolo protettivo, avvertendoci che qualcosa non va e correndo ai ripari.

La seguente attività è ottima per guidare gli alunni a conoscere le emozioni e per sostenere lo sviluppo di autoconsapevolezza emotiva, base essenziale per imparare a valorizzare le proprie e altrui unicità , creando così relazioni vere, soddisfacenti e che mirano all’inclusione.

ATTIVITA’: EMOZIONI IN SCENA
  • Obiettivi: conoscere le emozioni, acquisire consapevolezza di come influenzino il comportamento e sviluppare la capacità di rispondervi adeguatamente (Life Skills, area emotiva: consapevolezza di sé emotiva, gestione delle emozioni).
  • Metodologia: lavoro di gruppo, role playing.
  • Strumenti/Materiali: carte delle emozioni, fogli, penne.
  • Discipline: Italiano, Educazione civica.
  • Sul sito: la storia animata “Come stai con la paura”.
  1. Guardiamo la storia animata “Come stai con la paura”, nella sezione “Campagna educativa” di www.piuunicicherari.it , e parliamone insieme.
  2. Contestualizziamo il discorso alla vita degli allievi chiedendo di raccontarci degli episodi in cui hanno avuto paura seguendo questi punti, che scriviamo alla lavagna o sulla LIM: situazione in cui ci si trovava, ciò che l’ha scatenata, come si è manifestata, come ci si è comportati.
  3. Procediamo nello stesso modo con la rabbia, invitando a raccontare le proprie esperienze o situazioni di cui sono stati testimoni. Aggiungiamo questi punti: verso chi era diretta, quali conseguenze ha avuto il comportamento messo in atto, se dopo il comportamento l’emozione è sparita o è rimasta, che cosa ognuno avrebbe voluto fare di diverso.
  4. Dopo il confronto, formiamo piccoli gruppi e facciamo pescare una delle carte delle emozioni per ideare una scenetta sull’emozione estratta, da recitare ai compagni. Chiediamo di usare come canovaccio i punti che abbiamo analizzato durante la discussione iniziale.
  5. Per aumentare la complessità dell’attività o approfondire il lavoro, possiamo chiedere di prevedere delle varianti alla drammatizzazione, modificando la situazione iniziale, i comportamenti, le conseguenze… aggiungendo quindi nuove parti da recitare.
  6. Al termine confrontiamoci: è stato difficile rappresentare le emozioni? Con quale avete avuto maggiori difficoltà? Perché? Inserendo le varianti, come cambiano le rappresentazioni? Le emozioni si modificano al variare delle condizioni/situazioni? E le conseguenze?
  7. Infine riflettiamo su come le emozioni influenzino il comportamento e su quali risposte e reazioni possano non essere funzionali, individuando in gruppo reazioni alternative più adatte.
EMPATIA

Al riconoscere le emozioni altrui si affianca la capacità di essere e mostrarsi empatici. L’empatia è proprio la capacità di riconoscere e comprendere le emozioni, i sentimenti e il punto di vista altrui, mettendosi “nei panni dell’altro”: aspetto essenziale quando si punta all’inclusione.

Ciò comporta un enorme vantaggio sociale: riconoscere le emozioni altrui – e sapere che gli altri sono in grado di leggere le nostre – agevola le interazioni, permette di sentirsi accettati e di accettare gli altri, favorendo quindi relazioni autentiche basate su scambio e reciprocità, rispetto di sé e dell’altro, cooperazione e inclusività reale.

Quello di guidare gli alunni ad analizzare episodi del proprio vissuto in cui hanno mostrato/provato/ricevuto empatia è un ottimo esercizio per spiegare loro che l’empatia non è un comportamento prescritto, ma spontaneo; e che questa  capacità “cresce” insieme a noi via via che impariamo a comprendere l’altro, a prestare attenzione ai suoi bisogni, a tollerare le differenze. L’empatia infatti può essere educata e sviluppata durante l’intero arco della vita.

La seguente attività è ottima per guidare i bambini/ragazzi a sviluppare le proprie capacità empatiche e a prendere consapevolezza che prendersi cura degli altri e imparare ad accettare e rispettare la diversità, propria e altrui, consente di migliorare la qualità delle proprie relazioni e della vita.

ATTIVITA’: PRENDERSI CURA
  • Obiettivi: acquisire comportamenti responsabili e di rispetto verso sé, gli altri e l’ambiente; imparare ad accettare la diversità; favorire supporto reciproco e cooperazione (Life Skills, area relazionale: empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci); sostenere i processi di decision making.
  • Metodologia: lavoro in grande e piccolo gruppo; cooperative learning; apprendimento situato.
  • Strumenti/Materiali: in base alle attività scelte, piccole piante per lo spazio verde (alloro, rovo, biancospino…) o rampicanti; vasi, fioriere, sacchi di iuta; pallet di legno e teli cerati per il giardino verticale; semi e piantine di erbe aromatiche, ortaggi, frutta (fragole, pomodori, piselli, ravanelli, lattuga…); attrezzi per la semina e l’innaffiatura; contenitori di varie dimensioni per la raccolta d’acqua; pezzi di legno e materiali di riciclo per nidi e mangiatoie; briciole di pane e semi per uccelli; materiali informativi reperibili online (tipo di ortaggi o piante adatte al territorio ecc.), fogli, cartelloni, penne, pennarelli, fotocamera.
  • Discipline: Scienze, Geografia, Educazione civica.
  1. Lavoriamo con gli alunni sul concetto di prendersi cura, legato all’attenzione all’altro e all’empatia. In base alle caratteristiche del gruppo e all’età, possiamo organizzare varie attività, modulandone la complessità:
    1. Creare uno spazio verde nella scuola, o arricchire quello presente, piantando specie vegetali adatte al territorio, per esempio alloro, piante che producano bacche o rampicanti; possiamo anche realizzare un “giardino verticale” con dei pallet di legno adeguatamente isolati con dei teli cerati, in cui inserire piantine di erbe aromatiche e fiori.
      – Realizzare un orto nel cortile, in una parte del giardino se presente, o con vasi, fioriere e sacchi di iuta per coltivare erbe aromatiche, ortaggi o piccoli frutti come le fragole, scegliendo le specie in base al territorio e agli spazi.
      – Creare “punti d’acqua”, sia di raccolta dell’acqua piovana, per bagnare le piante presenti a scuola, l’orto o il giardino verticale, sia per fornire un’area di ristoro per le specie animali durante i periodi di siccità, posizionando vaschette d’acqua in zone d’ombra.
      – Costruire dei nidi artificiali o mangiatoie per gli uccelli, per aiutarli a nutrirsi in inverno.
  2. Queste attività consentono agli alunni di sperimentare l’impegno di occuparsi di altri esseri viventi e la gratificazione che se ne ricava (nel raccolto dei frutti del proprio orto, nell’osservare le farfalle e le api attratte dai fiori o gli uccelli che mangiano le briciole dalle mangiatoie), sostenendo lo svilupparsi di attenzione all’altro, supporto reciproco e cooperazione. Inoltre educano alla sostenibilità e alla tutela della biodiversità, aspetti centrali nell’educazione dei futuri cittadini e obiettivi dell’Agenda 2030, e sono occasione di apprendimento situato di quanto affrontato sui libri di testo e di sperimentazione scientifica.
  3. In base al tipo di attività scelta, dividiamo gli alunni in piccoli gruppi, in modo che tutti partecipino alle diverse fasi di realizzazione e si mettano alla prova, turnandosi nei vari momenti e sostenendo i compagni che possono essere in difficoltà in una particolare fase.
  4. Guidiamoli in modo che siano loro stessi a decidere come procedere (quali piante piantare, dove creare i punti d’acqua…), fornendo loro o facendo cercare le informazioni necessarie e sostenendoli nei processi decisionali.
  5. Dopo ogni fase di lavoro, prevediamo un momento di scambio delle loro osservazioni e di confronto su quanto hanno sperimentato e vissuto, sottolineando di volta in volta gli aspetti specifici di attenzione e rispetto verso l’altro da sé. Formalizziamo anche gli elementi legati agli apprendimenti disciplinari, tramite foto che documentino le varie fasi, schede di sintesi e cartelloni.

La campagna “Più unici che rari”, è un laboratorio completo sull’inclusione: il percorso parte dai temi dell’identità e della consapevolezza di sè, prosegue con i temi del riconoscimento delle emozioni e dell’empatia e termina con attività sui temi del bullismo. Prevede inoltre un concorso per le classi, al quale è possibile partecipare entro il 1 marzo 2024.

Per maggiori informazioni: 055.9073999 | scuola@progettiedu.it

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Sentire con gli altri

in Arte, Musica e Spettacolo by
Cos’è l’empatia? Perché è differente dalla simpatia? Il video animato da Katy Davis per RSA illustra il discorso di Brené Brown sulla capacità umana di sentire cosa prova l’altro
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Educare alle emozioni 2

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Comunicazione e relazioni efficaci nello sviluppo delle competenze emotive e relazionali

Webinar del 15 novembre 2023 – ore 16:30

Relatrice: Paola Anna Sacchetti

Paola Anna Sacchetti, psicologa senior, si occupa di prevenzione e intervento psico-socio-educativo con bambini e ragazzi con difficoltà e disturbi relazionali, emotivi e dell’apprendimento.

Abstract

Il webinar affronta il tema dell’educazione emozionale a scuola, ponendo il focus sulla “consapevolezza di sé”, abilità essenziale per sostenere e sviluppare le competenze emotive e relazionali dei bambini, aspetto trasversale agli apprendimenti e al benessere del singolo e del gruppo classe.

Con la Proposta di Legge 2372, Disposizioni per la prevenzione della dispersione scolastica mediante l’introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico, approvata alla Camera e al vaglio in Senato, le soft skills e le Life Skills potranno entrare “ufficialmente” nella didattica quotidiana: sviluppare consapevolezza delle proprie e altrui emozioni, imparare a stare insieme, cooperare, sviluppare empatia e capacità di ascolto, prendersi cura di sé e degli altri sono abilità umane e sociali legate allo sviluppo di comportamenti positivi e motivazionali fondamentali nella crescita di ciascun alunno e alunna e del gruppo classe.

L’evento formativo è rivolto a figure professionali che operano in ambito educativo e fornisce suggerimenti utili a sostenere in classe, con il singolo allievo e con il gruppo classe, lo sviluppo delle abilità necessarie per sostenere lo sviluppo dell’autoconsapevolezza e migliorare il proprio benessere e la qualità delle relazioni, anche in situazioni di difficoltà.

Nello specifico, il webinar consente di acquisire conoscenze e competenze:

  • sull’importanza di educare alle emozioni, evidenziandone i vantaggi nello sviluppo dei bambini e i rischi di un “analfabetismo” emotivo;
  • sulla Life Skills della Consapevolezza di Sé, articolata, secondo la concettualizzazione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nei tre livelli: consapevolezza di sé corporea, emotiva e cognitiva;
  • proposte per guidare ed educare gli allievi a sviluppare autoconsapevolezza, come prerequisito per sostenere lo sviluppo di abilità di gestione delle emozioni e dello stress, di serene ed efficaci relazioni interpersonali ed empatia.

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Educare alle emozioni

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Consapevolezza di sé e sviluppo delle competenze emotive relazionali

Webinar del 10 ottobre 2023 – ore 16:30

Relatrice: Paola Anna Sacchetti

Paola Anna Sacchetti, psicologa senior, si occupa di prevenzione e intervento psico-socio-educativo con bambini e ragazzi con difficoltà e disturbi relazionali, emotivi e dell’apprendimento.

Abstract

Il webinar affronta il tema dell’educazione emozionale a scuola, ponendo il focus sulla “consapevolezza di sé”, abilità essenziale per sostenere e sviluppare le competenze emotive e relazionali dei bambini, aspetto trasversale agli apprendimenti e al benessere del singolo e del gruppo classe.

Con la Proposta di Legge 2372, Disposizioni per la prevenzione della dispersione scolastica mediante l’introduzione sperimentale delle competenze non cognitive nel metodo didattico, approvata alla Camera e al vaglio in Senato, le soft skills e le Life Skills potranno entrare “ufficialmente” nella didattica quotidiana: sviluppare consapevolezza delle proprie e altrui emozioni, imparare a stare insieme, cooperare, sviluppare empatia e capacità di ascolto, prendersi cura di sé e degli altri sono abilità umane e sociali legate allo sviluppo di comportamenti positivi e motivazionali fondamentali nella crescita di ciascun alunno e alunna e del gruppo classe.

L’evento formativo è rivolto a figure professionali che operano in ambito educativo e fornisce suggerimenti utili a sostenere in classe, con il singolo allievo e con il gruppo classe, lo sviluppo delle abilità necessarie per sostenere lo sviluppo dell’autoconsapevolezza e migliorare il proprio benessere e la qualità delle relazioni, anche in situazioni di difficoltà.

Nello specifico, il webinar consente di acquisire conoscenze e competenze:

  • sull’importanza di educare alle emozioni, evidenziandone i vantaggi nello sviluppo dei bambini e i rischi di un “analfabetismo” emotivo;
  • sulla Life Skills della Consapevolezza di Sé, articolata, secondo la concettualizzazione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nei tre livelli: consapevolezza di sé corporea, emotiva e cognitiva;
  • proposte per guidare ed educare gli allievi a sviluppare autoconsapevolezza, come prerequisito per sostenere lo sviluppo di abilità di gestione delle emozioni e dello stress, di serene ed efficaci relazioni interpersonali ed empatia.

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Smart studio: le opportunità di formazione di alta qualità da casa.

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Una lista di Webinar formativi gratuiti su emozioni, life skills, educazione finanziaria.

Alcuni suggerimenti per prendersi cura della propria formazione professionale. Con il nuovo anno scolastico, partono nuovi cicli di webinar dedicati alla formazione dei docenti. Vi proponiamo una selezione di momenti formativi gratuiti disponibili per l’AS 2023/24 e legati alla produzione editoriale di Librì Progetti Educativi.

Tutti gli incontri online sono gratuiti e danno diritto al riconoscimento dei crediti formativi.

Sono disponibili anche sulla piattaforma SOFIA.

All’interno del progetto Scrittori di Classe che da molti anni è presente nel panorama dell’offerta formativa e didattica italiana, quest’anno è disponibile un ciclo di webinar sui temi dell’educazione emozionale.

In 8 incontri, da ottobre a novembre, esperti presenteranno strategie operative pensate per aiutare gli insegnanti a supportare gli studenti nella gestione emotiva.
Qui il programma completo e i link alle iscrizioni.

I posti sono limitati a 500 partecipanti per ciascun webinar.


Uno splendido ritratto, è il progetto educativo per parlare in classe di educazione finanziaria

utilizzando un approccio artistico e analizzando famose opere d’arte, in un vero percorso interdisciplinare per rendere più agevole una materia un po’ arida ma che è diventata obbligatoria nei curricula scolastici.

A completare l’offerta educativa un ciclo di 3 webinar sui Pilastri dell’educazione finanziaria.

Il professor Mario Pomini, professore associato di Economia Politica dal Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali della Università di Padova.

Gli argomenti del webinar: Finanza; Moneta; Risparmio verranno trattati con un taglio divulgativo per consentire ai partecipanti di impostare in classe i propri percorsi di Educazione finanziaria.

Programma completo

Life skills, consapevolezza di sé e sviluppo delle competenze emotive,

alcuni degli argomenti che verranno trattati nel ciclo di 4 webinar collegato al progetto educativo Una costellazione Luminosa che Airc promuove per parlare in classe di Stili di Vita, ricerca scientifica e prevenzione.

Programma completo

Crediti fotografici: Allison Brown Licenza Creative Commons BY-NC 2.0 DEED

Cosa vedo cosa sento. Esercizi d’empatia da portare in classe

in Attività di classe by

Perché si parla spesso di empatia? Che cos’è? Ecco qualche esercizio per capirlo

Inizio questo articolo con un interrogativo che induce ad una riflessione garbata su perché oggi si parla spesso di empatia, cosa significa ciò e qual è la motivazione profonda che c’è dietro le nostre “capacità empatiche”?

Il significato etimologico di empatia

Prima di compiere questo viaggio alla scoperta di sé stessi e dell’altro, dobbiamo interrogarci sul significato etimologico della parola “empatia” dal greco  ἐν «in» e -patia: “sentire dentro”, è per me una “parola-valigia” tutta da scoprire ed è “la capacità di mettersi nei panni degli altri, di immedesimarsi con gli stati d’animo e i pensieri delle altre persone”. 

Una delle più belle definizioni viene dallo scopritore dei Neuroni Specchio e Scienziato Rizzolatti che afferma:

Empatia come contatto l’uno con l’altro, il riconoscere nell’altro un’emozione”.  

Ma come favorire questo con i bambini? 

Lo si può fare con la “cura pedagogica” nella relazione educativa. Dedicare del tempo alle “capacità empatiche” ha numerosi risvolti positivi, perché favorisce in classe e a casa la comunicazione, l’accettazione di sé e degli altri, una maggiore autostima e consapevolezza emotiva e i bambini diventano così i “protagonisti attivi” delle proprie emozioni. Crescere prestando attenzione all’altro significa educare cittadini attivi e rientra nell’apprendimento di educazione civica, con l’obiettivo di costruire tutti insieme uno spazio di umanità e condivisione!

Da Pedagogista e Insegnante mi sono chiesta come possiamo creare delle vere e proprie “Lezioni di Empatia” da svolgere sia in classe che in famiglia. 

Vorrei qui proporre un mio “esercizio d’empatia” e di rispecchiamento emotivo dal titolo “Occhi negli occhi” .

Ecco un esercizio di empatia

In  classe: disponiamo i bambini a coppie, seduti uno di fronte all’altro

Invitiamo i bambini a guardarsi negli occhi per circa 20 secondi.

Chiediamo ai bambini di darsi reciprocamente le spalle e di concentrarsi sulle sensazioni e le emozioni che gli sguardi gli hanno suscitato.

Facciamo un giro di scambio condivisione e chiediamo: “Cosa hai provato? Cosa ti hanno comunicato i suoi occhi? È stata una sensazione piacevole o spiacevole? Racconta…

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In questo esercizio il guardarsi negli occhi creerà un contatto e la nascita di molte sensazioni ed emozioni. Il concentrarsi sullo sguardo del compagno,  sentire cosa ci ha comunicato, è un modo di “sintonizzarsi sulle nostre e le altrui emozioni”. Chiedersi alla fine di verbalizzare e raccontare questo è una presa di consapevolezza emotiva. 

Come afferma Daniel Goleman autore e psicologo, insieme a Peter Senge nel libro “A scuola di futuro” edito da Bur, “l’apprendimento sociale ed emotivo è complementare a quello scolastico mettendoli insieme si ottiene un’educazione a tutto tondo del bambino”. 

Mi giunge però un nuovo interrogativo, quanto noi adulti di riferimento siamo lontani dal “notare” gli altri, dal “sintonizzarci” su di loro e “dall’empatizzare” ossia dall’essere preoccupati dei loro problemi e dei loro vissuti?

Perché è qui la differenza, non esiste l’empatia ma le empatie, quella “cognitiva” comprende come gli altri vedono il mondo e i loro modelli mentali, quella “emotiva” è un collegamento cervello-cervello che ci offre una sensazione interiore immediata di come si sentono gli altri e infine ma non per importanza subentra “la preoccupazione empatica”, colui o colei che si sintonizza e si ferma ad aiutare ed è questa quella più importante perché rientra nelle classi di “cura”. Cura dell’altro come sostegno, come sicurezza.

Bibliografia di riferimento 
  • A scuola di futuro. Per un’educazione realmente moderna, Daniel Goleman, Peter M. Senge –Bur Edizioni
  • In te mi specchio. Per una scienza dell’empatia di Giacomo Rizzolatti , Antonio Gnoli  –Rizzoli 
  • A scuola di Empatia di Tropeano Marta – illustrazioni di Alessia De Falco edito da PortaleBambini.it 

Cerchi altri spunti per attività da fare in classe? Qui trovi una lista di articoli dedicati!

News dalla Scuola!

in Scuola by

Inauguriamo il nuovo anno scolastico con una rubrica dedicata alle notizie più importanti dal mondo della Scuola.

Con cadenza settimanale vi proporremo una rassegna stampa tematica e ragionata sulle notizie più rilevanti provenienti dalla rete in merito al mondo della scuola.

L’intervento del Ministro Valdidara e l’augurio per il nuovo anno scolastico

Diamo il via alla nuova rubrica di Occhiovolante con l’intervento al TG1 del Ministro Giuseppe Valditara in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico. Il Ministro parla dei docenti e delle nuove assunzioni – oltre 40.000 precari assunti – e in arrivo un nuovo concorso. E conclude con l’augurio agli studenti: rispetto, serenità e dialogo siano di ispirazione per il nuovo anno scolastico.

Trovate il video qui:

Le linee guida per l’educazione socio-emotiva nei contesti scolastici

L’Università Cattolica del Sacro Cuore insieme a due enti di formazione professionale (ENAC e ENDOFA) ha proposto alla creazione di Linee Guida per l’introduzione dell’educazione socio-emotiva nei contesti scolastici: il documento contiene indicazioni sull’articolazione dei tempi e degli spazi scolastici, con una diversificazione delle situazioni di apprendimento, la possibilità di percorsi differenziati e personalizzati che tengano anche conto di particolari momenti di crisi che gli alunni possono attraversare.

“Benessere a scuola” è il nuovo tema annuale eTwinning per il 2024

Il Well-being at School è un concetto ampio che mira a fornire agli insegnanti l’opportunità di analizzare e integrare un approccio scolastico che consideri il benessere e la salute mentale nell’ambito della scuola dell’infanzia e dell’istruzione primaria, secondaria e dell’istruzione e formazione professionale.

https://www.indire.it/2023/09/04/benessere-a-scuola-e-il-nuovo-tema-annuale-etwinning-per-il-2024/

Povertà educativa in Italia

La recente indagine sul fenomeno della povertà educativa inchioda la scuola italiana ad uno degli ultimi posti nelle classifiche comparative europee.

Progetti e bandi di concorso sui valori e i contenuti della Costituzione 

Con la circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito inviata lo scorso 8 settembre alle scuole, si conferma l’impegno del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati e del MIM nel diffondere fra le studentesse e gli studenti i valori e i contenuti della Costituzione, anche al fine di coadiuvare e consolidare l’insegnamento dell’Educazione civica nelle scuole.

Trovate tutte le iniziative istituzionali qui:

https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-rinnovata-la-collaborazione-parlamento-ministero-dell-istruzione-e-del-merito-al-via-progetti-e-bandi-di-concorso-sui-valori-e-i-contenuti-dell

Fare STEM nelle piccole scuole. Indicazioni e pratiche italiane

Sul nuovo numero della rivista scientifica Qtimes è stato pubblicato un articolo che mette l’accento sui fattori che contribuiscono a migliorare l’offerta formativa STEM nelle piccole scuole, tra cui: «la necessità di individuare didattiche place-consciousness, in grado di stimolare l’interesse degli studenti e orientare rispetto a interessi e carriere; l’attenzione alle pratiche di leadership, fondamentali non solo per sostenere attività STEM che si riconnettono con il territorio ma per garantire lo sviluppo di competenze e professionalizzazione dei docenti; la necessità di individuare modelli guida per la progettazione di esperienze didattiche STEM in situazioni multigrade. Gli studi condotti in ambito nazionale e internazionale permettono di individuare alcune indicazioni e pratiche da condividere con le piccole scuole italiane».

Approfondisci qui: https://www.indire.it/2023/09/05/fare-stem-nelle-piccole-scuole-indicazioni-e-pratiche-italiane-nel-nuovo-numero-della-rivista-scientifica-qtimes/

Fare per capire: la didattica laboratoriale

in Approcci Educativi/Attività di classe by

La didattica laboratoriale nasce dalla consapevolezza che i bambini imparano con maggiore facilità attraverso un fare concreto: proposta di laboratorio pedagogico-emotivo come spazio affettivo.

Quando parliamo e ci approcciamo alla “didattica laboratoriale” ci riferiamo a una metodologia didattica che affonda le sue radici nel “Learning by doing”, l’apprendimento attraverso il fare. 

Già Jean Piaget nel 1956 scriveva:

L’intelligenza è un sistema di operazioni, l’operazione non è altro che azione: un’azione reale, ma interiorizzata, divenuta reversibile.

Ma è con i lavori di John Dewey che l’apprendimento attraverso l’esperienza viene calato maggiormente nel contesto scolastico. La scuola che immagina Dewey è un ambiente in cui l’insegnamento non si basa sulla trasmissione di nozioni da imparare a memoria, bensì “sull’attività volontaria del bambino”, occupato in osservazioni che rispondono ai suoi interessi e ai suoi bisogni. 

Come fare didattica laboratoriale oggi a scuola?

Quella che attualmente si chiama “didattica laboratoriale” nasce proprio dalla consapevolezza che i bambini imparano con maggiore facilità attraverso un fare concreto, potenziando “il dialogo interiore”, ossia il meccanismo attraverso il quale si elabora una propria visione degli eventi e degli apprendimenti, commentando internamente ogni esperienza. 

Il laboratorio non è quindi un momento separato e staccato dalla quotidiana realtà scolastica, ma una modalità e una strategia didattica. Siamo perfettamente in linea con un apprendimento per competenze, soprattutto il “laboratorio pedagogico-emotivo” punta a potenziare le “competenze di vita”, dove la competenza non è solo il risultato di una pratica ma deriva dalle riflessioni e interiorizzazioni del processo di apprendimento sperimentato.

Il ruolo attivo del bambino

Attraverso il laboratorio pedagogico-emotivo il bambino assume un “ruolo attivo” nella costruzione della sua realtà. L’insegnamento, in questo caso attraverso i linguaggi della favola, della filastrocca, del gioco e della musica, diviene personalizzato e ad ogni alunno/a si attribuisce un’importanza primaria, con le sue potenzialità, risorse e motivazioni. Da Pedagogista e docente, progetto da oltre dieci anni laboratori pedagogici-emotivi per educare all’affettività e per coltivare l’intelligenza emotiva, in questi anni nelle scuole ho verificato con la mia esperienza quanto sia efficace la “didattica laboratoriale” perché offre degli spazi di apprendimento cognitivo ed affettivo, un luogo di incontro, multidimensionale, che favorisce la motivazione, la creatività, la rielaborazione.

Didattica laboratoriale come spazio di personalizzazione

Ma non solo: “la didattica laboratoriale è lo spazio della personalizzazione”, in quanto si offrono più proposte didattiche che possono rispondere alle diverse esigenze e stili di apprendimento e accresce la socializzazione poiché si impara a lavorare insieme e a costruire conoscenze condivise. La mia ultima pubblicazione “Emozioni in Festa”, illustrato da Alessia de Falco e curato da portalebambini.it, è un vero e proprio eserciziario emotivo che permette di realizzare “laboratori pedagogici del cuore”, attraverso le mie poesie e filastrocche i bambini potranno riflettere in modo nuovo, originale ma anche profondo, sulle principali festività del calendario scolastico, un’occasione di crescita emotiva e personale.

Educazione civica

L’apprendimento laboratoriale è trasversale ed è necessario perché esso punta non solo al benessere degli alunni ma getta le basi per una vera e propria “educazione civica”, poiché solo una comunità in cui ognuno di noi sta bene può formare una rete solida e solidale. Secondo le mie osservazioni, le emozioni soprattutto oggi sono uno strumento prezioso oltre ad essere la prima forma di linguaggio, penso fortemente che in classe siano lo strumento inclusivo e compensativo per eccellenza.

Il “Terzo comune”

Mi viene in mente il concetto di “common third” ossia il “terzo in comune” teorizzato dal filosofo danese Micheal Husen. Indica quei momenti in cui si impegna tutti insieme in un’ottica inclusiva, in un’attività che naturalmente facilita la comunicazione perché il focus è sulla “terza azione” in comune che stiamo svolgendo insieme e non sull’atto del conversare in sé. Questo per spiegare come in un laboratorio -pedagogico emotivo o creativo ognuno partecipa dando spazio al proprio “io emotivo” attraverso i propri canali immaginativi, verbali e non, creativi, musicali, attraverso la propria originalità creando “apprendimento trasformativo” perché nessuno neanche l’insegnante o il pedagogista che partecipa rimane quello di prima ma diventa altro.

Quali strumenti operativi possiamo portare in classe e in famiglia?

Vorrei qui presentarvi un mio laboratorio pedagogico -emotivo per creare in classe l’appello delle emozioni nel momento dell’accoglienza a scuola (sul tema della pedagogia delle emozioni, leggi qui). Il Laboratorio si compone di una filastrocca dal titolo “La collana emozionata” dove presento la nascita delle emozioni primarie attraverso la metafora della collana:

Ho diritto ad esprimere me stesso/a
e conosco solo un modo per farlo 
che è quello di esprimere le mie emozioni con il viso,
con gli occhi e con il mio sorriso.

Immagine che contiene testo

Descrizione generata automaticamente

L’attività che accompagna questa riflessione emotiva è composta dalla realizzazione della Collana Emozionata per ogni bambino/a per poi indossarla e rendere visibile la propria emozione attraverso l’utilizzo del “Sorriso-Metro”, ossia del pannello emotivo che consente di riflettere sul proprio stato emotivo e di esprimerlo associandolo ad una delle sei emozioni primarie indicate. 

Nel laboratorio pedagogico si può concludere che attraverso il “metodo riflessivo” ogni bambino e bambina assume un ruolo centrale ed è una metodologia attiva che stimola la partecipazione e favorisce una didattica per tutti. Non dobbiamo mai dimenticare che l’educazione non è per il bambino/a ma con il bambino/a. 

Bibliografia:

  • Jean Piaget, “La rappresentazione del mondo nel fanciullo”, edito da Bollati Boringhieri, anno 2013;
  • J. Dewey, “Democrazia ed educazione”-Una introduzione alla filosofia dell’educazione. Nuova edizione– Edizione integrale, 23 maggio 2018;
  • J. Dewey, Come pensiamo, curatore Chiara Bova, edizione Raffaello Cortina, anno 2019;
  • J.J. Akexander, C. Andersson, “Il metodo danese per giocare con tuo figlio”, edito da Newton Compton, anno 2020;
  • Marta Tropeano, “Emozioni in Festa”, illustrazioni di Alessia De Falco, edito da portalebambini.it, anno 2022;

Foto di copertina by CDC su Unsplash

Empatia: il webinar in collaborazione con Sanofi.

in Affettività e Psicologia/Webinar e formazione by

Come imparare a mettersi nelle scarpe dell’Altro? Ce lo siamo chiesti nel webinar organizzato da Librì Progetti Educativi, in collaborazione con Sanofi!

Lo avevamo annunciato in questo articolo: giovedì 27 gennaio si è tenuto il webinar gratuito organizzato da Librì Progetti Educativi, in collaborazione con Sanofi, sul tema dell’empatia.

Titolo del webinar: “Insegnare con empatia, insegnare l’empatia“.

Sanofi

Sanofi è una delle principali realtà industriali del settore farmaceutico; da oltre 35 anni è impegnata nella ricerca di terapie innovative che possano migliorare la qualità di vita di persone affette da malattie gravi, croniche e progressivamente invalidanti.

A ciò, affianca anche progetti dedicati all’inclusione e alla diversità come valore (ricordiamo Più unici che rari, che si è aggiudicata recentemente il Premio della Giuria dell’VIII edizione del Premio OMaR per la Comunicazione sulle Malattie e i Tumori Rari).

Il webinar

Obiettivo del webinar, rivolto a figure professionali che operano in ambito educativo, spiegare come la gentilezza e l’attenzione verso l’Altro si imparino, grazie all’esempio, le parole, i gesti, i messaggi intenzionali ed efficaci.

Focalizzandosi sull’importanza di educare all’empatia e sulla consapevolezza emotiva per entrare nel mondo dell’Altro, si è cercato di comprendere come coltivare il rispetto verso gli altri, e come raggiungere la capacità di decentrarsi per “vedere” e cogliere punti di vista diversi.

Il webinar è stato tenuto da Graziella Favaro, pedagogista ed esperta di inclusione nella pluralità ed educazione interculturale, membro dell’Osservatorio nazionale sull’integrazione degli alunni stranieri e l’intercultura del MIUR, nonché coordinatrice della rete dei centri interculturali italiani.

Per coloro che non hanno potuto seguire in diretta il webinar, è ora disponibile cliccando –> qui !

Insegnare con l’empatia

in Affettività e Psicologia/Webinar e formazione by

Come imparare a mettersi nelle scarpe dell’Altro? Lo scopriamo in questo webinar gratuito dedicato proprio al tema dell’empatia, realizzato da Librì – Progetti Educativi all’interno del progetto “Più Unici che Rari” e condotto dalla pedagogista Graziella Favaro.

Giovedì 27 gennaio, alle ore 16.30, la pedagogista Graziella Favaro terrà il webinar “Insegnare con empatia, insegnare l’empatia“, che spiega come la gentilezza e l’attenzione verso l’Altro si imparino, grazie all’esempio, le parole, i gesti, i messaggi intenzionali ed efficaci.

Focalizzandosi sull’importanza di educare all’empatia e sulla consapevolezza emotiva per entrare nel mondo dell’Altro, attraverso il webinar (realizzato in collaborazione con Sanofi) si comprenderà come coltivare il rispetto verso gli altri, e come raggiungere la capacità di decentrarsi per “vedere” e cogliere punti di vista diversi, emozioni e vissuti di chi sta vicino.

A chi è rivolto

L’evento formativo è rivolto a figure professionali che operano in ambito educativo; fornisce tecniche e strumenti per mettere in atto comportamenti empatici, migliorando così la qualità della relazione in situazioni di particolare complessità e stress. Propone inoltre strategie didattiche per allenare i bambini e i ragazzi a “mettersi nelle scarpe di…”, a prestare ascolto alle storie degli altri, a sperimentare gesti e parole di cura e di attenzione.

Che cosa si impara

Nello specifico, il webinar consente di acquisire conoscenze e competenze su:

  • il concetto di empatia dal punto di vista scientifico e culturale e conseguenze della sua mancanza;
  • la consapevolezza emotiva come via di accesso privilegiata al mondo dell’Altro;
  • le tecniche per comunicare empatia nella relazione con l’Altro (aspetti verbali e non verbali);
  • proposte didattiche per guidare ed educare gli allievi verso atteggiamenti e comportamenti empatici.

Graziella Favaro

Pedagogista ed esperta di inclusione nella pluralità ed educazione interculturale, è membro dell’Osservatorio nazionale sull’integrazione degli alunni stranieri e l’intercultura del MIUR, e coordina la rete de centri interculturali italiani.

Per seguire gratuitamente il webinar di giovedì 27, ore 16.30, clicca qui!

A tutti i partecipanti verrà rilasciato l’attestato di partecipazione, valido per le ore formative!

Foto di copertina by Annie Spratt on Unsplash

Affrontare il tema della morte con i bambini con l’aiuto dei cortometraggi

in Arte, Musica e Spettacolo by
C’è un tema sul quale noi adulti siamo spesso reticenti, se non addirittura impegnati in velocissime fughe per distanziarcene, e che invece sarebbe bene tener presente nelle nostre relazioni con i bambini e le bambine: la morte.

Quante volte i nostri figli e le nostre figlie (o i nostri alunni e le nostre alunne) entrano in contatto con la morte? Indirettamente, cioè attraverso linguaggi e apparati di mediazione (film, serie, cartoons, videogames, telegiornali etc.); o, anche, direttamente (la scomparsa di una persona cara, ad esempio un nonno o una nonna; oppure la morte di un cane, di un gatto, di un pesce rosso).

La morte fa parte della vita, questa è una considerazione elementare e propria a qualsiasi essere vivente. Quindi non sarebbe male, ogni tanto, provare a trattare anche questo tema con la serenità e la profondità emotiva che richiede.

Qualche cortometraggio, ma sono solo alcuni esempi, ci può aiutare.

I fantastici libri volanti di Mr. Morris Lessmore di William Joyce

I fantastici libri volanti di Mr. Morris Lessmore (è anche un magnifico albo illustrato) racconta di come la vita e la letteratura siano strettamente intrecciate, l’una producendo storie che vengono raccontate dall’altra, in un incessante vortice di esperienze e narrazioni che può andar oltre la fine dell’esistenza fisica.

La noria di Carlos Baena

Più adatto per i ragazzini e le ragazzine degli ultimi anni della scuola primaria o della scuola secondaria di primo grado è La noria di Carlos Baena.

Qui si parla, con alcuni risvolti che potrebbero sembrare horror, ma che contengono una enorme delicatezza e sensibilità, di un ragazzino che trova il modo di entrare in contatto con un padre morto in guerra. Storia, animazione e musica concorrono a creare un cortometraggio che non può mancare di emozionare e commuovere.

The Sinking of the Lusitania

Tornando indietro di più di cent’anni, e nella storia del cinema, è possibile proporre The Sinking of the Lusitania.

Realizzato nel 1918 dal grandissimo Winsor McCay (creatore del personaggio dei comics Little Nemo e della dinosaura Gertie nei disegni animati). Il cortometraggio ricostruisce l’episodio storico dell’affondamento della nave passeggeri Lusitania da parte di un sommergibile tedesco, il 7 maggio 1915, episodio che convinse definitivamente la politica e l’opinione pubblica statunitense a entrare direttamente nel primo conflitto mondiale.

Shoah di Giuliano Parodi

Infine – ma, come detto, le possibilità rintracciabili nel web e in home video sono moltissime – è sempre di grande valore la proposta di partire dai tre minuti e otto secondi di Shoah di Giuliano Parodi.

Per parlare con i bambini e le bambine dei campi di sterminio nazisti, non limitando la memoria ad un unico giorno previsto dalle ricorrenze istituzionalizzate, ma assumendola come bene essenziale per una educazione collettiva alla condivisione del comune destino di abitanti della Terra.

Spesso i film ci vengono in aiuto e ci permettono di affrontare temi delicati ed importanti con i più piccoli. Ne avevamo parlato anche qui.

Capire le emozioni? Ci aiutano le fiabe!

in Affettività e Psicologia by
Intervista a Tiziana Bruno, insegnante, sociologa, formatrice e autrice di un interessante saggio: le fiabe come strumento didattico.

«Le emozioni guidano la formulazione del pensiero, riuscire a padroneggiarle è il requisito fondamentale per concentrarsi, per trovare motivazione, per affrontare con profitto lo studio» , spiega Tiziana Bruno, autrice del saggio “Insegnare con la letteratura fiabesca”. Le abbiamo rivolto qualche domanda per saperne di più.

Buongiorno Tiziana, ci racconti chi sei, e quale sia la tua formazione?

«Mi occupo di didattica da diversi anni, come insegnante e come sociologa, ma soprattutto mi intrufolo negli ambienti educativi grazie alle mie storie per ragazzi. Sì, sono anche un’autrice di letteratura giovanile. Scrivo perché le storie che leggevo da bambina mi rendevano felice, la lettura trasformava la mia vita in maniera meravigliosa.

ll’ultima pagina, richiudevo il libro e mi sentivo più ricca, capace di scrutare oltre l’apparenza e pronta ad affrontare serenamente ogni contrarietà. Il mondo fiabesco è stato centrale nella mia formazione perché mi ha offerto gli strumenti per capire, sognare, crescere, progettare.

Il serbatoio per imparare i sentimenti, per sciogliere i nodi interiori. Il passaggio alla scrittura ha rappresentato Il completamento naturale della lettura. Quello che maggiormente desidero è rendere felici i miei giovani lettori come lo sono stata io da piccola.

E la letteratura è anche al centro della mia attività di sociologa. Le ricerche che conduco sono rivolte all’impiego della lettura come strumento per creare autentiche comunità educanti».

Tu hai scritto un saggio dal titolo intrigante: Insegnare con la letteratura fiabesca. Da dove nasce l’idea e da dove l’esigenza di scrivere questo saggio?

Credo profondamente nel seme evocatore della fiaba.

« Un seme che ritengo fondamentale per lo sviluppo dell’individuo e della società intera, in qualunque epoca. Gli antichi imparavano i sentimenti attraverso la mitologia, noi li impariamo attraverso la letteratura. Come spesso ripete Umberto Galimberti “i sentimenti si acquisiscono culturalmente e socialmente” e dunque vanno educati.

Purtroppo l’educazione emotivo-relazionale ormai sfugge dalle mani delle famiglie, come della scuola, spesso per mancanza di tempo: i genitori sono attanagliati da ritmi frenetici, gli insegnanti combattono con burocrazia e stress.

Ma quando il disagio dei ragazzi o gli episodi di bullismo ci spiazzano e ci spaventano, dobbiamo fermarci a riflettere e riconoscere che sono conseguenza dell’analfabetismo emozionale dilagante.

Siamo in una situazione di emergenza affettivo-relazionale e questo mi ha spinta a cercare delle vie di uscita. Non è più possibile trascurare la didattica emozionale, non possiamo più pensare a una scuola orientata esclusivamente al potenziamento delle abilità intellettive a discapito di quelle emotive. Le neuroscienze ci spiegano che lo sviluppo intellettivo e l’apprendimento sono fortemente influenzati da emozioni e sentimenti.

Le emozioni guidano la formulazione del pensiero, riuscire a padroneggiarle è il requisito fondamentale per concentrarsi, per trovare motivazione, per affrontare con profitto lo studio. Ho riflettuto a lungo su quali strumenti utilizzare per insegnare ai piccoli a (ri)conoscere e gestire emozioni e sentimenti. Dai miei studi è emerso che la fiaba è davvero il più efficace dei mezzi.

Così è nato “Insegnare con la letteratura fiabesca”, con l’intento di esplorare insieme ai docenti un sentiero attraverso il quale aiutare i ragazzi ad accedere alla propria personalità, imparare a riflettere e relazionarsi, prendere coscienza dei propri stati emotivi, sviluppare capacità logiche e pensiero creativo, rafforzare la motivazione allo studio» .

Possiamo davvero migliorare la didattica a scuola?

«Per migliorare la didattica, ma anche in generale la qualità della nostra vita, dobbiamo necessariamente imparare a gestire le nostre emozioni e quelle dei ragazzi. Bisogna saperle governare tutte, sia quelle che creano squilibrio (paura, invidia, rabbia, gelosia) che quelle piacevoli (gioia, speranza, volontà, gratitudine, fiducia).

Se, insieme ai nostri ragazzi, impariamo a canalizzare l’energia emotiva, questo avrà un impatto positivo sul loro rendimento scolastico, sulle loro relazioni e sul benessere psicofisico di noi tutti, bambini, docenti e genitori. E sì, finalmente potremo dire di aver inventato un mondo nuovo. Proviamoci, ne vale davvero la pena.

Le fiabe incoraggiano l’apprendimento perché coinvolgono emotivamente, nel pieno rispetto della diversa sensibilità di ognuno. Ogni individuo, specie se giovanissimo, per poter imparare qualcosa deve avere un buon rapporto con le proprie emozioni.

I concetti che impariamo in maniera immediata e facile sono quelli collegati alle emozioni positive.

Bambini e ragazzi, in molti casi, arrivano a scuola carichi di difficoltà. Il deficit di attenzione, per esempio, è un problema che le statistiche ci rivelano essere diffuso sia tra i piccolissimi che tra gli adolescenti, e gli psicologi spiegano che deriva spesso dall’uso compulsivo di apparecchi elettronici. In queste condizioni diventa problematica anche la relazione con i compagni, oltre che con l’insegnante. Ma la buona notizia è che il livello di attenzione può essere potenziato in qualsiasi fase della vita, insieme alla consapevolezza dei propri stati d’animo e all’empatia.

La fiaba ci racconta di eventi che riguardano l’essere umano nel suo cammino, per questo cattura facilmente l’attenzione. L’importante è utilizzare le giuste strategie di lettura. Non è difficile, anzi è un’attività piacevole anche per il docente.

La lettura a voce alta è un atto di accoglienza e di cura che regala emozioni meravigliose a chi ascolta e a chi legge. E’ un momento di accettazione, che aiuta il bambino a trasformare anche le proprie emozioni negative qualcosa di positivo e utile alla sua vita».

In quali “materie” possiamo inserire l’uso della fiaba?

«Praticamente possiamo impiegare la letteratura fiabesca in tutti gli ambiti disciplinari: scientifico, umanistico, artistico, tecnico. E’ necessario insegnare ai ragazzi a pensare. L’insegnamento delle materie tradizionali come la matematica, le scienze, le lingue, deve essere affiancato da strategie educative che consentano di acquisire consapevolezza di come funzionano la propria mente e i sentimenti.

Ed è esattamente ciò che possiamo fare con la pratica della narrazione fiabesca, fin dai primi anni dell’apprendimento scolastico la letteratura conduce i piccoli a sviluppare il pensiero autonomo e la capacità di creare nuove idee.

Non a caso ho scelto Alice per la copertina del libro: è il personaggio che più di ogni altro rappresenta l’esplorazione della realtà interiore, sia mentale che emotiva, con tutte le sue contraddizioni. E questo tipo di esplorazione è vitale non soltanto per i piccoli, ma per tutti noi, a qualunque età.

Impiegata nel modo giusto, la letteratura fiabesca è utile a impostare percorsi veramente efficaci anche nell’affrontare realtà complesse come il bullismo, l’autismo, il mutismo selettivo, la fragilità emotiva, la competizione sfrenata.

Impiegata nel modo giusto, la letteratura fiabesca è utile a impostare percorsi veramente efficaci anche nell’affrontare realtà complesse come il bullismo, l’autismo, il mutismo selettivo, la fragilità emotiva, la competizione sfrenata. Attenzione, però.

Quando uso la parola “fiaba” mi riferisco sempre alla versione letteraria originale, non certo ai sottoprodotti editoriali che mistificano i contenuti delle opere fiabesche, riempiendole di stereotipi e sciocchezze varie.

La letteratura fiabesca è relativamente giovane, esiste da pochi secoli, ma ha subito mortificazioni di ogni sorta arrivando a noi spesso in forma distorta a causa di versioni cinematografiche arbitrarie e libercoli redatti in maniera approssimativa e frettolosa.

Affinché risulti efficace, occorre recuperare le versioni letterarie autentiche, magari ripubblicate in un linguaggio aggiornato ai tempi, ma senza modifiche ai contenuti. Le fiabe classiche, e quelle moderne, sono opere d’arte a cui non possiamo fare dei ritocchi a nostro piacimento.

La letteratura fiabesca, diceva sapientemente Umberto Eco, è una letteratura aperta perché consentedi elaborare ulteriori possibilità e nuove idee, ma non può e non deve essere oggetto di manipolazioni mortificanti (come del resto ogni altra opera d’arte)».

Qualche “pillola” del metodo. Come ci si approccia? Quali i passaggi in classe?

«Più che un metodo, la definirei una strategia didattica che parte dalla lettura ad alta voce in classe per concludersi poi in mille modi diversi, in base alla reazione e alle esigenze dei ragazzi.

La lettura a voce alta è un atto di accoglienza e di cura, che regala emozioni meravigliose a chi ascolta e a chi legge. E’ un momento di accettazione, che aiuta il bambino a trasformare anche le proprie emozioni negative qualcosa di positivo e utile alla sua vita.

Ma l’attività del leggere non può essere lasciata all’improvvisazione, affinché risulti davvero efficace occorre seguire dei criteri precisi. Per questa ragione, con il mio saggio accompagno il docente nell’acquisizione degli atteggiamenti giusti da tenere durante la lettura.

La prima parte, quella teorica,  illustra l’utilità della letteratura fiabesca nei diversi ambiti didattici e, in appendice, sono proposti quindici laboratori interdisciplinari e degli esempi di unità di apprendimento per la scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, con compiti di realtà e percorsi per affrontare il bullismo, potenziare l’inclusione e migliorare le relazioni in classe».

Fai formazioni? Che percorsi proponi ai docenti?

«A partire dal 2012, quindi ben prima dell’uscita del libro, ho iniziato a girare l’Italia proponendo corsi di formazione a docenti e genitori. Anzi, il saggio è nato proprio su richiesta dei docenti che sentivano il bisogno di avere una guida da consultare.

E i corsi di formazione si sono intensificati dopo l’uscita del saggio, anche grazie alla casa editrice che li offre in maniera gratuita ai docenti in servizio. Sono davvero contenta. A pochi mesi dall’uscita, Insegnare con la letteratura fiabesca è stato adottato per i laboratori alla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Lecce.  E in un sito svizzero lo hanno segnalato come libro utile agli insegnanti di Italiano Lingua2.

Ma l’episodio che mi ha resa oltremodo felice risale a poche settimane fa, quando un’insegnante della scuola Secondaria mi ha telefonato per dirmi di aver sperimentato in classe la mia strategia. Era commossa, tutti i suoi alunni avevano mostrato un’attenzione inusuale durante la lettura, anche gli iperattivi, i ragazzi con bisogni educativi speciali, gli alunni stranieri. Tutti.

Mi ha ringraziato e le ho risposto che in realtà sono io a dover ringraziare tutti i miei lettori perché mi danno la gioia immensa di vedere germogliare il piccolo seme che ho gettato al vento.

L’intera classe era rimasta ad ascoltare, con la gioia nello sguardo. E, nei giorni successivi, le lezioni della materia avevano preso una piega diversa, suscitando maggiore curiosità».

Per maggiori info: www.rosatiziana.com
Credits foto: H for Home

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