Francesca Costa

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Strategie e metodi inclusivi a scuola: alcuni consigli pratici

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L’importanza di attuare strategie e metodi inclusivi a scuola: ecco alcuni consigli pratici

In ambito scolastico, l’inclusione è da intendersi come un processo di inserimento stabile e funzionale rivolto a tutti gli allievi indistintamente che coinvolge sia la dimensione educativa che quella sociale. La scuola, infatti, è una comunità educante e la classe un microcosmo attivo e in continuo divenire, un luogo di crescita, di confronto e interrelazione con pari e adulti.

Affinché l’agito educativo sia efficace per ciascuno, prima ancora dell’intervento sul singolo allievo, è necessario interviene sul contesto fisico, organizzativo e relazionale in termini di barriere e facilitatori.

Nel presente articolo, ci concentreremo sulla parte del contesto organizzativo che riguarda la modalità didattica, tralasciando l’organizzazione spazio-temporale e le risorse, considerando che, per creare inclusione, è prioritario costruire un clima inclusivo, prosociale e di cooperazione dove ognuno sia messo nelle condizioni di imparare ad imparare, investendo sulle potenzialità individuali e collettive, con l’obiettivo di valorizzare le differenze per saperle trasformare in risorse a beneficio di tutti.

La chiave attraverso cui declinare un percorso didattico inclusivo efficace:

Attivare precise strategie e metodi inclusivi che devono partire dall’analisi degli stili di insegnamento che, inevitabilmente, portano ricadute non solo sul clima della classe, ma anche sull’apprendimento.

La didattica inclusiva deve creare spazi di apprendimento dove tutti gli allievi possono inserirsi attivamente e sperimentare il successo formativo.

Un insegnante deve saper dialogare con gli allievi in termini di reciproco rispetto, praticando l’ascolto attivo e assicurando una partecipazione attiva considerando i diversi stili di apprendimento che devono tendere a una conoscenza comune in cui il processo di apprendimento diventa un tutt’uno con quello della socializzazione. 

Una scuola inclusiva che mette in campo una didattica attiva dovrebbe prevedere: 

  • il co-teaching che permette ai docenti di essere più vicini agli allievi e dissolvere le barriere dell’aula
  • l’adattamento e la diversificazione dei materiali di apprendimento per il rispetto degli stili cognitivi
  • l’attività di scoperta che stimola la crescita cognitiva ed emotiva
  • la didattica metacognitiva per permettere agli allievi di acquisire consapevolezza dei loro stessi processi cognitivi
  • la didattica laboratoriale che promuove la motivazione 
  • il modeling (videomodeling) come dimostrazione dei comportamenti da imitare
  • il tutoring che permette di sviluppare empatia e capacità di mediazione sociale
  • l’apprendimento cooperativo che dà modo a ognuno di esprimersi liberamente per trovare un filo conduttore di un lavoro condiviso (di questo tema ne avevamo parlato anche qui)
  • il role – playing, un’animazione pedagogica che è imitazione ludica di un reale possibile, e che deve essere ben strutturata nella sua organizzazione a partire dalla scansione temporale  
  • il circle time che, se ben strutturato con l’adozione di regole ben precise, si rivela uno strumento idoneo per creare un clima favorevole nella classe/sezione, favorisce la collaborazione e l’assunzione di responsabilità
  • il problem solving, per cui il docente sollecita l’individuazione del problema e la ricerca delle ipotesi di soluzione, utile anche nei casi di conflitti
  • il debate che può essere considerata una strategia di autoformazione per pensare criticamente
  • l’uso partecipato e inclusivo delle tecnologie 
  • l’utilizzo di una valutazione formativa autentica che esamina il processo di apprendimento e non i risultati.

Sicuramente, per una gestione efficace della classe, che è considerata la sfida del XXI secolo, è indispensabile che ci sia dialogo e confronto tra professionalità diverse con lo scopo di mettere a punto strumenti, materiali, procedure in modo sinergico per mantenere coerenza educativa e portare avanti azioni in modo condiviso per la fattiva formazione degli allievi in funzione del loro progetto di vita. 

Se vuoi saperne di più sul tema, partecipa al webinar gratuito:

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Il P.E.I. su base ICF: Decreto Interministeriale 182/2020

in Scuola by

Un’utile guida ai principali cambiamenti/snodi del P.E.I., redatto su base ICF in ottemperanza al D.I. 182/2020

Il Decreto Interministeriale n. 182 del 29 dicembre 2020, emanato d’intesa tra Ministero dell’Istruzione e Ministero dell’Economia e delle Finanze, comprende quattro modelli nazionali di P.E.I. (per infanzia, primaria, scuola secondaria di I e II grado), idonei a uniformare le procedure e le modalità della loro elaborazione a livello nazionale.

Il Decreto è corredato da:

  • linee guida
  • una scheda che definisce il debito di funzionamento nell’ambito di un range che rileva un bisogno di sostegno da assente a molto elevato
  • una tabella per l’individuazione dei fabbisogni di risorse professionali per il sostegno e l’assistenza

Già dalla Legge 13 luglio 2015, n. 107 e a seguire dal Decreto Legislativo n. 66/2017 e dal Decreto Legislativo n. 96/2019, gli istituti scolastici stavano aspettando un modello nazionale di P.E.I. (Piano Educativo Individualizzato), documento che variava da istituto a istituto persino a partire dalla sua denominazione.

C’era assoluta necessità di adeguare il documento alla normativa e di uniformare modulistica e terminologia, anche pensando al cambio di ciclo scolastico e a possibili trasferimenti di allievi/e.

Tuttavia, il 14 settembre 2021, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sez. III bis, con sentenza n. 9795/2021, aveva disposto l’annullamento del Decreto interministeriale n. 182/2020.

Successivamente, con la sentenza N. 03196/2022 pubblicata il 26 aprile 2022, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello presentato dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze contro il pronunciamento del TAR del Lazio, ribaltando la sentenza di annullamento del 14 settembre 2021. A conferma di ciò, il 14 ottobre 2022 il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato la Nota N. 3330 avente come oggetto ‘Sentenza Consiglio di Stato n. 3196/2022. Redazione dei P.E.I. per l’a.s.2022/2023’. Nella Nota si richiama quanto deciso dal Consiglio di Stato, Sezione VII, con Sentenza n. 3196 del 15 marzo 2022, pubblicata il 26 aprile 2022. Ad oggi quindi, il D.I. 182/2020 produce effetti nell’ordinamento giuridico con tutto il suo originario contenuto.

Approfondisci il tema scaricando la guida qui!

Foto di copertina by Sarah Dorweiler on Unsplash

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