Marcella Papeschi

Marcella Papeschi has 5 articles published.

Insegnante nella scuola primaria e secondaria, ha particolari competenze nell'approccio ai disturbi dell'apprendimento e nella didattica musicale. Ha pubblicato libri di narrativa e testi scolastici in diversi ambiti disciplinari e attualmente scrive racconti per bambini con strategie per la facilitazione della lettura e della comprensione del testo.

Guida all’ascolto con Fantasia

in Attività di classe by

Fantasia: l’intramontabile pellicola di Walt Disney diventa una bella attività da fare in classe

Fantasia di Walt Disney rappresenta, per la storia del cinema, una pellicola intramontabile che si può proporre a bambini e ragazzi con diverse strategie di fruizione.
La musica è protagonista e i disegni animati la interpretano e la accompagnano nei suoi significati e simboli. Il film, proiettato per la prima volta nel 1940, è stato rinnovano e, attraverso i colori resi vividi dalle nuove tecnologie e la strereofonia di ultima generazione, incanta ancora i giovani spettatori. 

Presentiamo qui un percorso di fruizione musicale indirizzandolo a ragazzi e ragazze dai 6 ai 10 anni.

La trama:

I titoli di apertura compaiono nel silenzio, quindi si apre il sipario e, in controluce, si distinguono
le silhouette e le ombre degli orchestrali che prendono posto sul palco.
Fantasia – Walt Disney Company

Una voce fuori campo spiega che in Fantasia vi sono tre tipi di musica:

  • musica che racconta una storia;
  • musica che suggerisce immagini;
  • musica fine a se stessa.

I brani si susseguono in quest’ordine:

Il percorso

Prendiamo in considerazione i primi brani che contengono le tre tipologie di musica esplicitate
nella presentazione e proponiamole attraverso un ascolto attivo.

ASCOLTA E RISPONDI

Musica fine a se stessa : TOCCATA E FUGA IN RE MINORE

Il brano viene  proposto in una versione orchestrale tratta dall’originale per organo ed è un esempio di musica fine a se stessa.

Bach, infatti,  la compose per dar vita a una pura forma musicale e non per richiamare immagini e raccontare avvenimenti.

Nel film, inizialmente, si vedono le ombre dei musicisti e dei loro strumenti mentre eseguono il brano, quindi, sullo sfondo di nuvole, compaiono le prime immagini animate.

  • Questo brano ha suggerito ai disegnatori una serie di immagini astratte: puoi descriverle?
  • Quali impressioni ti suscita il brano associato a queste immagini?
  • Tu come rappresenteresti il brano? Riascoltalo senza guardare  lo schermo ed esegui liberamente un disegno astratto.

Musica che suggerisce immagini:  LO SCHIACCIANOCI
  • Danza della Fata Confetto: nella notte, le fatine diffondono nel bosco una pioggia di gocce di rugiada.  

Quali caratteristiche musicali suggeriscono agli animatori l’immagine delle gocce di rugiada?

  • Danza cinese: i piccoli funghi ricordano, con la loro fisionomia, dei cinesi con il cappello.

Quale caratteristica della musica  ha spinto i disegnatori a rappresentare  i salti dei funghi?

  • Danza degli zufoli:  protagoniste sono le corolle dei fiori.

Descrivi la musica che accompagna le corolle dei fiori che galleggiano,  quindi la musica che guida  la loro danza quando imitano le ballerine.

  • Danza araba: pesci dai colori fantastici su muovono negli abissi.

Quali immagini sono stare scelte per accompagnare la musica dai rimandi orientali?

  • Danza russa: i fiori di cardo, paragonati a cosacchi,  si esibiscono in  un  ballo popolare.

Da che cosa capisci che il ballo è di tipo popolare?

  • Valzer dei fiori le libellule tingono ogni cosa  con i colori dell’autunno: cadono le foglie e la natura si addormenta sotto le prime gelate.

Continua tu a descrivere la scena…

Musica che racconta una storia

L’apprendista stregone:  Walt Disney ha voluto rappresentare una celebre

ballata del poeta tedesco Wolfgang Goethe la quale narra la storia di un giovane che lavora presso un mago per imparare  il  mestiere.

  • Racconta la trama della vicenda narrata nel cartone animato.
  • Secondo te, perché è stato scelto un personaggio come Topolino per raccontare quella storia?
  • Ecco il tema della scopa, prova a intonarlo.

I frammenti  del film proposti all’ascolto  sono consequenziali e sono solo un esempio di come si potrebbe impostare una visione della pellicola incentrata sulla colonna sonora.

Non sarà difficile per l’insegnante seguire questi esempi per  la visione integrale del film .

Ancora  una volta la musica classica può essere  la protagonista,    perché accompagnata da immagini e colori capaci di far superare ai ragazzi gli aspetti pregiudiziali nei confronti di un genere musicale  spesso considerato lontano.

Scopri altre attività simili qui!

L’accoglienza: pratiche di inclusione

in Approcci Educativi by

L’accoglienza di un nuovo alunno in classe: come comportarsi in un momento così delicato per il nuovo arrivo e per gli equilibri del gruppo.

Abbiamo già avuto modo, in precedenza, di affrontare l’argomento dell’accoglienza in classe (trovi qui un articolo a riguardo). Del resto, accade piuttosto spesso che, durante l’anno, arrivi un nuovo elemento all’interno della classe. Un ragazzo o una ragazza proveniente da un’altra città, o persino regione o stato, verso il/la quale è opportuno attuare una serie di pratiche di accoglienza volte ad integrarlo/a al meglio nel gruppo, e nel minor tempo possibile.

Scopriamole insieme a Marcella Papeschi, insegnante nella scuola primaria e secondaria, con competenze nell’approccio ai disturbi dell’apprendimento e nella didattica musicale. Con all’attivo varie pubblicazioni di libri di narrativa e testi scolastici in diversi ambiti disciplinari, attualmente scrive racconti per bambini con strategie per la facilitazione della lettura e della comprensione del testo.

Il nuovo arrivo

Quando un nuovo alunno entra in una classe già formata e avviata, noi insegnanti dovremmo predisporre un’accoglienza che lo faccia sentire, fin dal primo momento, a suo agio.

Non abbiamo notizie su quel bambino  o su quella bambina, sappiamo però che non è un’esperienza indifferente inserirsi ad anno iniziato in una nuova realtà scolastica, dopo averne lasciata una conosciuta e sicura.

Abbiamo chiamato questo alunno/a Battista, nome sia maschile che femminile, prendendolo in prestito della simpatica sorella di Cosimo Piovasco, il Barone Rampante di Rondò e abbiamo immaginato che faccia ingresso in una classe seconda del primo ciclo di studi.

Prepariamo l’accoglienza

Iniziamo subito da un problema pratico: dove possiamo far sedere Battista?  

Sembra un quesito banale, ma in realtà, nei ricordi di molti di noi, la posizione che occupavamo in classe nei primi giorni di scuola è ancora  presente nella memoria.

Probabilmente tale postazione risulterà provvisoria, perché ci riserveremo di capire col tempo in quale situazione Battista potrà essere a suo agio; al momento, per non sbagliare,  riserviamogli una posizione centrale ma non troppo, meglio se laterale, magari  confinante con la parete, dalla  quale Battista potrà  rivolgere uno sguardo d’insieme sulla classe proteggendosi almeno parzialmente, dagli sguardi altrui.

Non è infatti certo che il nuovo arrivato possa desiderare una posizione di primo piano: alcuni bambini amano inserirsi gradualmente nelle nuove realtà, ed è proprio a loro che dobbiamo prestare maggiore attenzione, evitando di forzarli e di farli sentire inadeguati alle nostre richieste. Chiediamo poi ai nostri alunni se qualcuno avrebbe piacere di sedersi vicino al nuovo ospite. Spieghiamo che il volontario dovrà aiutare Battista  a orientarsi nell’organizzazione scolastica, condividendo nei primi giorni libri o altri materiali  e segnalando eventuali problemi all’insegnante.

Battista entra in classe

Battista  probabilmente entrerà  accompagnato da un commesso o da un applicato. Andiamogli incontro  e conduciamolo al banco dopo avergli chiesto il nome ed esserci presentati.

Lasciamogli  il tempo di orientarsi senza puntargli il cannocchiale addosso; eviteremo  il suo imbarazzo inserendolo subito nel vivo della classe, spieghiamogli l’attività che in quel momento si sta eseguendo e provvedendo a fornirgli, fin da subito, il materiale necessario.

Battista entra in classe – illustrazione di Marcella Papeschi

Primi passi

Nel primo momento libero, o durante l’intervallo, sarebbe importante richiamare Battista in disparte e iniziare la conoscenza. 

Se intuiamo che si tratta di un bambino riservato, riduciamo al minimo le domande.

Possiamo chiedergli: Come stai? Ti piace questa classe? Com’era la tua? Come si chiamavano le tue maestre? domande generiche che possono aiutarlo a rompere il ghiaccio. Presentiamoci poi con la nostra area disciplinare e introduciamo anche gli insegnanti che in quel momento non sono presenti.

Sarebbe importante, in questa fase, una prima comunicazione con la famiglia.

Potrebbero essere gradite ai genitori alcune righe  sul diario in cui  chiediamo  un colloquio, con la richiesta, in quell’occasione, di farci avere i quaderni delle diverse discipline per orientarci sul livello del bambino e sulle sue caratteristiche scolastiche.

Circle time

La disposizione in cerchio,  per terra o sulle sedie, è ottimale per facilitare la conoscenza tra compagni. In questa situazione ognuno è importante come gli altri  Noi insegnanti rivestiremo un ruolo di coordinamento e occuperemo una postazione a fianco dei bambini.

Possiamo lanciare uno stimolo di discussione non troppo impegnativa che permetta a chi lo desidera, di prendere facilmente la parola: sarebbe importante che ogni alunno, prima di parlare, dicesse  il suo nome.

Ecco alcune idee per iniziare la nostra chiacchierata:

  • Raccontiamo  un’esperienza  che abbiamo fatto quest’estate e che c’è piaciuta tantissimo.
  • Riferiamo un episodio che è successo in classe, divertente, strano o particolare.
  • Parliamo di un animale  domestico che conosciamo o perché abita con noi o perché lo abbiamo incontrato qualche volta.
  • Parliamo dei nostri gusti delimitando un campo: possiamo affrontare l’argomento del cibo specificando quello ci piace di più e quello che ci piace di meno, oppure parliamo dei giochi che amiamo  fare quando siamo a casa, con o senza fratelli e sorelle.

Non insistiamo se Battista in questa occasione resterà in silenzio; ci stupiremo in seguito nel verificare che ricorderà i nomi dei compagni e che sceglierà da subito i suoi preferiti.

Vi racconto una storia

Un’altra attività utile a sbloccare la conoscenza tra compagni è quella di proporre una storia strutturata secondo la canonica forma.

Protagonista > desiderio > ostacolo > raggiungimento del desiderio


Possiamo iniziare il racconto e interromperlo dopo la presentazione dei protagonisti chiedendo ai bambini di continuare esplicitando il desiderio, oppure chiedendo di creare gli ostacoli, o di inserirsi più avanti con la risoluzione della storia. Potremmo far narrare oralmente la vicenda a chi si dimostri desideroso di intervenire, senza forzare gli interventi.

In seguito la classe potrà tornare ai banchi e illustrare con un disegno la propria storia o quella inventata da un compagno.

Queste esposte finora sono solo briciole d’accoglienza e inclusione, ne possono esistere tante altre, migliori e più efficaci, ma è solo per sottolineare che l’ingresso di un nuovo alunno è  un evento importante che in qualche modo va accolto e riconosciuto.

Battista sicuramente, inserendosi nel gruppo, creerà nuovi equilibri e per questo motivo l’evento va accompagnato e non lasciato ai margini: il fiume classe sperimenterà con lui un nuovo corso.


Foto di copertina by CDC on Unsplash


Ritmo in classe: nomi in concerto!

in Arte, Musica e Spettacolo/Attività di classe by

Nomi per sillabare suonando: esempi di esercitazioni ritmiche da svolgersi in classe

I nomi  sillabati, eseguiti con battiti e strumenti, possono essere il punto di partenza per esercitazioni ritmiche da svolgersi in classe. Fare pratica di discriminazione sonora utilizzando i nomi è per i bambini molto stimolante, perché il proprio nome rappresenta sempre un segnale ricco di richiami affettivi. 

Le proposte che seguono si adattano per essere eseguite fin dal primo anno della scuola primaria, con finalità che incrociano sia l’area linguistica che quella musicale, e che sviluppano capacità attentive e di motricità fine, orientate al vivere in gruppo.

Vediamole riassunte nello schema seguente:

Primi passi: nomi sillabati

Disponiamo i bambini  in cerchio e chiediamo a ciascuno di pronunciare a turno il proprio nome sillabando a voce alta, battendo le mani su ogni sillaba.

Riportiamo alla lavagna la trascrizione sonora dei nomi dei bambini e abbiniamo a ciascuno, per battere il nome, uno strumento percussivo anche informale.

Procediamo all’esecuzione cercando di eseguire i gruppi di battiti di seguito e di non fare pause tra uno strumento e l’altro. 

Gli accenti tonici

Dopo le prime esperienze di sillabazione, si può procedere verso un’ulteriore tappa di discriminazione percettiva: la ricerca  dell’accento tonico all’interno delle parole. La sillaba dove cade l’accento tonico, è fonologicamente più forte.  Si tratta ora di guidare i bambini a riconoscerlo. Iniziamo da  MARCO.

Battiamo le mani sul nome del bambino in due modi: la prima volta in modo errato, la seconda volta in modo corretto.

Chiediamo quindi a Marco di riconoscere il modo corretto di pronuncia del suo nome. Ora rivolgiamoci a tutti i bambini e stimoliamoli a trovare gli accenti interni dei loro nomi, sempre utilizzando in contemporanea i battiti e la sillabazione. Ecco lo schema sonoro dei nomi dei sei bambini con cui abbiamo iniziato la lezione.

Passeremo ora all’esecuzione strumentale. Per questo esercizio utilizziamo il battito delle mani sul banco.

Lo stesso esercizio potrà essere eseguito con strumenti diversi  o con il battito delle mani individuale alternato al battito delle mani in  coppia. Questi sono solo alcuni spunti di percorso interdisciplinare musica/italiano che possono offrire numerosi spunti di ampliamento verso obiettivi diversi delle due discipline. Buon divertimento creativo a tutti voi!

Qui un’altra attività a tema musicale, dedicata all’ascolto.

Foto di copertina Caleb George su Unsplash

La TOP TEN 2022 dei nostri articoli: si parte da un’attività in classe sull’ascolto!

in Attività di classe by

Un’attività musicale da fare in classe sull’ascolto dell’Antro del Re della Montagna, di Edvard Grieg, è nella nostra TOP TEN degli articoli 2022 più letti. Riscopriamola insieme!

Negli ultimi giorni di questo 2022 non potevamo certo esimerci dallo stilare una bella TOP 10 dei nostri articoli più letti e ripercorrerli uno ad uno, partendo da quello che presenta un’attività dedicata all’ascolto in classe!

Per i bambini e le bambine la musica è indissolubilmente legata all’ambito del fare: durante l’ascolto, quasi sempre cantano, si muovono, disegnano, giocano…;  naturalmente, tutto questo se la musica  non deve assolvere a  una funzione tranquillizzante in cui le azioni vengono sospese e le note accompagnano dolcemente il sonno.

L’ascolto della musica per i bambini e le bambine, è un’esperienza  globale che non coinvolge solo la funzione estetica, ma che opera sul piano affettivo, motorio, ludico, immaginativo e narrativo.

Molti pedagogisti  del settore hanno indagato la pratica interdisciplinare per impostare la didattica dell’ascolto,  avendo compreso che senza il fare, ascoltare musica resta un’esperienza superficiale, frammentaria, poco coinvolgente.

Quali obiettivi specifici per l’area musicale possiamo raggiungere nel presentare brani per l’ascolto nella scuola primaria?

  • La conoscenza del brano: (intesa come capacità di memorizzarlo e ritrovarlo in altri ambiti).
  • Il riconoscimento di parametri del suono: timbro, durata, altezza dei suoni, intensità.
  • Il riconoscimento di criteri di aggregazione del suono:   melodia, armonia, ritmica, orchestrazione, fraseggio, dinamica, agogica, struttura,  ecc…

Il problema del repertorio

I bambini ascoltano prevalentemente musiche proposte dai media, a meno che non abbiano in famiglia stimoli di tipo differente. I jingle pubblicitari, le sigle dei cartoni animati, le canzoni dei film, le canzonette,  si imprimono con facilità nella memoria e diventano in poco tempo i protagonisti del  loro vissuto musicale.

Per una maestra può essere vincente proporre questo tipo di brani,  in quanto i bambini  li riconoscono e  li accolgono con gioia. Ma  perché non allargare il repertorio e proporre altro?

La musica classica fa parte di un patrimonio culturale che non può essere trascurato e che, se avvicinata in tenera età, può gradualmente diventare un buon cibo per la mente.

Naturalmente non tutta la musica colta si adatta a questo scopo: alcuni brani possono essere più avvincenti e più funzionali di altri.

Nell’antro del Re della Montagna

Questo breve brano di Edvard Grieg (1843-1907) è interessante per aspetti che  riguardano  la struttura, la ritmica, l’agogica, cioè le variazioni di velocità, e la dinamica,  cioè le variazioni di volume. L’ascolto  verrà proposto attraverso il movimento per cui è necessario poter avere a disposizione uno spazio ampio (classe vuota, atrio, palestra…).

Struttura: nel brano è presente un unico tema che si ripete più volte. Lo proponiamo qui in versione semplificata:

Ritmica: il ritmo è costituito  da un pattern ripetuto più volte.

Agogica: la velocità  aumenta progressivamente.

Dinamica: il volume del suono aumenta nel corso del brano anche attraverso l’inserimento nell’ organico orchestrale di nuove sezioni timbriche.

Siamo piccoli gnomi

Offriamo ai bambini una suggestione narrativa: siamo piccoli gnomi  e ci troviamo in una grotta scavata all’interno di una montagna.

Per  riconoscere il tempo: diamo come regola quella di camminare segnando  il passo a tempo di musica.

Per riconoscere il tema: chiediamo a ogni bambino di camminare e di invertire la direzione di marcia ogni volta che ricomincia il tema musicale: ogni bambino, quindi, deve inventare  il suo percorso camminando in avanti, in diagonale, indietro: l’importante è che mantenga la stessa direzione per la durata del tema, per poi cambiarla quando percepisce l’inizio del tema che si ripete.

Dinamica e agogica: dato che volume e velocità aumentano progressivamente, chiediamo ai bambini di battere i piedi con più forza e di accelerare il passo.

Verso il finale

Improvvisamente la musica suggerisce che qualcosa sta accadendo: possiamo chiedere  ai bambini di immaginare la scena e  di suggerirci l’evento. Che cosa sta succedendo? Chi è improvvisamente entrato nella grotta?

Quali gesti possono accompagnare quell’improvviso frastuono interrotto  da pause che porta il brano verso il finale?  Diventiamo tutti statue di sale? Cadiamo per terra?

Ecco che il brano si conclude e per i bambini è una festa accompagnare con i loro movimenti creativi la conclusione del brano.

Foto di copertina by Anne Kroiß da Pixabay

Disegnare i suoni: esperienze di ascolto attraverso trasposizioni grafiche

in Attività di classe by

Dare forma ai suoni, un’attività da fare in classe attraverso la quale i bambini rappresenteranno vari suoni attraverso disegni astratti!

I suoni informali, singoli o organizzati,  possono essere un interessante stimolo, fin dai  primi giorni di scuola, per esperienze di ascolto attraverso le trasposizioni  grafiche. La trasposizione dal codice sonoro al codice visivo è finalizzata alla creatività e  all’attivazione dell’attenzione selettiva e si attua attraverso la scelta di differenti modi di rappresentazione.

Diamo forma ai suoni

L’esperienza che segue può essere indirizzata sia  ad alunni del primo ciclo della scuola primaria, che ad alunni più grandi.  Si tratta di presentare ai bambini suoni  diversi e di chiedere loro di rappresentarli con il disegno (materiale occorrente per il disegno: pennarelli a punta grossa e a punta fine, fogli di formato a 4). Ecco alcuni suoni facili da realizzare ,utili per un primo approccio all’esperienza:

  • STIMOLO N. 1: RISO IN UN  TUBO DI CARTONE
    Realizzare il tubo con un foglio da disegno arrotolato, inserire tre manciate di riso, chiudere le estremità e rovesciare lentamente il tubo prima in una direzione, poi nell’altra.  Ripetere due volte.
  • STIMOLO  N. 2: SASSO NEL VETRO
    Inserire un sasso in un baratto di vetro. Produrre un colpo secco rovesciando il barattolo. Ripetere tre volte.
  • STIMOLO N. 3: CARTA ACCARTOCCIATA
    Utilizzare un foglio di carta forno.  Stropicciare per cinque secondi.
  • STIMOLO N. 4: NOTA TENUTA
    Produrre il suono con una nota tenuta di uno strumento melodico, ( flauto, tastiera, melodica) per  tre secondi, poi ripetere la stessa nota tre volte per  un secondo.

Presentiamo ai bambini e alle bambine un foglio  A4  diviso in sezioni  e chiediamo  di disegnare i suoni che presenteremo ad uno ad uno.  Sarebbe  importante che l’insegnante producesse i  suoni senza far vedere la fonte,  affinché i bambini non disegnino realisticamente ciò che produce il suono, ma  il suono stesso.

E poi?  Diamo  parola ai suoni

Per passare dal livello dell’esperienza a quello della conoscenza,  riprendiamo i suoni prodotti  e confrontiamo i disegni. Possiamo ritagliare le strisce  relative alla stessa fonte e comporle in un cartellone unico, o prenderle in considerazione singolarmente. Chiediamo quindi ai bambini di descrivere  ogni esperienza acustica aiutandosi  con l’osservazione del disegno.  Per facilitare la verbalizzazione,  possiamo proporre  la scelta tra coppie di aggettivi.

  • SUONO N. 1: RISO NEL TUBO
    MORBIDO/SECCO,  GRANULOSO/LISCIO, FORTE/LEGGERO, LUNGO/BREVE, SCURO/CHIARO SPEZZATO/ LINEARE/ ATTORCIGLIATO
  • SUONO N 2: SASSO NEL BARATTOLO
    MORBIDO/SECCO,  BREVE/LUNGO, FORTE/LEGGERO, SCURO/CHIARO
  • SUONO N 3: CARTA ACCARTOCCIATA
    CREPITANTE/DECISO, RIGIDO/MORBIDO, DOLCE/ASPRO, LUNGO/BREVE, FORTE/LEGGERO
  • SUONO N. 4:  NOTA TENUTA
    LUNGO/BREVE, ACUTO/GRAVE,TREMOLANTE/DECISO, SECCO/MORBIDO, CHIARO/SCURO

Al termine  dell’esperienza possiamo tornare sulle  loro descrizioni commentandole e contestualizzando le scelte di ciascuno. Es: Matteo ha detto che il suono era leggero, infatti ha usato un colore chiaro, per Martina e Luca il suono era lungo, infatti hanno disegnato un lungo filo attorcigliato su sé stesso, eccetera.

Dal disegno al suono

La stessa  esperienza può  essere svolta al contrario. Possiamo proporre alla lavagna o su cartellone un insieme di segni grafici chiedendo  ai bambini  di dare loro espressione sonora.

Possiamo indirizzare la classe  verso una realizzazione esclusivamente vocale o strumentale utilizzando ciò che, nell’ambiente circostante,  può produrre suoni e rumori: (penne battute,  astucci scossi, ecc…).

Ecco due proposte per realizzare le mappe sonore.

L’esecuzione può avvenire con l’insegnante che indica, da sinistra verso destra. i suoni da eseguire. È necessario introdurre  il concetto di contemporaneità: se i segni sono presenti simultaneamente in verticale, l’esecuzione da sinistra a destra dovrà prevedere la distribuzione delle parti a più esecutori che suonino nello stesso tempo.

Dall’esperienza al codice musicale

Per un ulteriore approfondimento indirizzato a ragazzi più grandi possiamo introdurre ulteriori  concetti musicali legati alla relazione suono/segno:

  • Assenza di segno: silenzio
  • Presenza di segno: suono
  • Colore= timbro
  • Lunghezza del tratto: durata
  • Spessore : intensità
  • Oscillazioni in verticale: variazioni di altezza
  • Sovrapposizione verticale:  contemporaneità (armonia)
  • Andamento lineare: successione (melodia)
  • Ripetizione di segni secondo un ordine: ostinato ritmico
  • Ecc…

Anche nell’arte contemporanea si possono trovare esempi da utilizzare come partiture sonore. Ed ecco che il percorso può arricchirsi di nuovi sentieri di approfondimento.

Wassily Kandinsky
(1866-1944) Linea angolare – Galleria d’Arte Moderna, Roma
Joan Mirò: (1893-1983) L’oro dell’azzurro Fondazione Mirò,  Barcellona

Se siete interessati/e al tema dell’ascolto musicale, trovate qui un altro interessante articolo!

Foto di copertina by Steve Johnson on Unsplash

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