Uno sguardo lucido e profondo sul mondo del bullismo e delle violenze tra i ragazzi a scuola, senza veli e senza moralismi. Una serie originale Netflix da non perdere per genitori, figli e insegnanti
Hannah Baker, una semplice ragazza liceale, si suicida e lascia alle sue spalle sette audiocassette in cui ha registrato i motivi del suo gesto. Sui lati di queste cassette sono incisi tredici persone che in un modo o in un altro l’hanno portata all’estremo gesto. Clay Jensen un ragazzo tranquillo e riservato, si ritrova suo malgrado dentro la lista e viviamo con lui l’ascolto delle cassette fino a scoprire in che modo è coinvolto.
Tredici (13 Reason Why) è una serie televisiva statunitense creata da Brian Yorkey e basata sul romanzo 13 di Jay Asher edito in Italia da Mondadori. Debuttata il 31 marzo sul servizio video on demand Netflix, ha ottenuto notevoli apprezzamenti dalla critica e dal pubblico.
Ed ecco tredici motivi per guardare questa serie:
1 – Fotografia e colonna sonora memorabili
Si tratta di una serie ben realizzata, con un’ottima fotografia e una colonna sonora che trascina dentro lo schermo potenziando esponenzialmente i picchi emotivi. Una gioia per gli occhi e le orecchie.
2 – Creato da un team di eccezione
Il libro di Jay Asher è infatti adattato da Brian Yorkey vincitore del premio Pulitzer e del Tony Award ma è anche prodotto da Selena Gomez e diretto da Tom McCarthy vincitore di un premio Oscar con Spotlight.
3 – Utilizza sapientemente una narrazione non lineare
L’alternanza presente, in cui Clay affronta gli altri colpevoli del suicidio e il passato visto tramite il punto di vista di Hannah come lo racconta nelle video cassette funziona e riesce a far “rivivere” Hannah per gli spettatori rendendola a tutti gli effetti una protagonista assente della storia.
4 – I personaggi sembrano veri e non stereotipati
Le narrazioni che riguardano i ragazzi sono spesso piatte, nel tentativo di dare un sapore generazionale alla storia si finisce per creare opere che hanno un’attrattiva limitata ai coetanei dei protagonisti. In questo caso invece i personaggi hanno una verosimiglianza per comportamenti e pensieri della loro età ma lo show non ne fa il centro dell’attenzione e questo rende spettatori di tutte le età empatici per tutta la durata dell’episodio.
5 – Nessuno è perfetto
Capita di arrabbiarsi per certe scelte e certe situazioni che noi avremmo gestito diversamente, ma a un esame attento ci si rende conto che è uno dei motivi che rendono memorabile lo show. I ragazzi sono immaturi, fanno scelte sbagliate e in una parola, sono imperfetti, come è normale che sia.
6 – Non cade in moralismi facili
L’argomento è complesso e non semplice da affrontare, ma tramite la prospettiva di Clay si riesce in qualche modo a disinnescare il rischio di un’impostazione moralistica della storia.
7 – Parla di cyberbullismo
Rispetto al libro da cui trae origine la serie si affronta anche il tema dell’onnipresenza del bullismo grazie al supporto della tecnologia che nega il diritto all’oblio e costringe a uno stress continuo le vittime delle angherie e delle offese dei compagni.
8 – Parla anche di alcol, droga, abusi sessuali e violenza
Senza nascondersi dietro niente, la serie affronta di petto argomenti problematici trasversali non solo degli adolescenti ma che durante questo periodo hanno pesanti ripercussioni sull’autostima e sull’autoaffermazione dei ragazzi.
9 – Pone il problema della comunicazione figli-genitori
In tante situazioni si potrebbe risolvere tutto più facilmente con una sincera discussione con gli adulti, ma non è mai semplice arrivare a questo tipo di confidenza per moltissimi motivi e la serie dipinge bene il quadro.
10 – L’opportunità persa della scuola
Altro elemento fondante, nella serie la scuola è quasi assente come figura di supporto, nonostante all’apparenza impieghi numerosi strumenti (una classe dedicata all’educazione del rapporto con gli altri e un consulente psicologico per gli studenti) ma in ultima analisi questi strumenti sono quelli che falliscono più miseramente di tutti, lasciando gli studenti in balia di se stessi e delle proprie emozioni.
11 – Una serie con cui entri in sintonia
Il suicidio è purtroppo un argomento sempre attuale, ma lo show riesce a portare avanti la tesi che non c’è veramente un’unica e indiscutibile ragione per cui qualcuno può andare verso un percorso senza ritorno come questo, ci sono molti fattori e questi fattori escono facilmente dallo stereotipo dei “problemi giovanili” e si insinuano in spettatori di qualsiasi età. Non è impossibile pensare che questa serie possa resistere al test del tempo e rimanere un punto di riferimento sull’argomento per un bel po’ di tempo.
12 – Tutti hanno il loro punto di vista
Ci sono sì due personaggi principali ma non dominano incontrastati la scena, i loro compagni e i genitori di Hannah riescono a conquistarsi uno spazio sufficiente per poter dire la loro e dimostrare che ognuno può dire la sua.
13 – Una storia familiare ma significativa
Non si può certo dire che la trama e l’ambientazione siano estremamente originali, ma ha il pregio di dare un senso di familiarità che ci fa ricordare la nostra personale storia e riconoscere nei personaggi della serie questo o quel compagno di scuola. Riesce ad arrivare dove voleva arrivare, far riflettere e ricordare cosa significa per ognuno di noi quella fase di passaggio tormentata che è l’adolescenza a scuola.