Insegnanti

Geografia e superamento degli stereotipi

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La geografia è una delle discipline ideali per riflettere sugli stereotipi. Qualche attività pratica per impostare in classe discussioni utili al superamento degli stereotipi e ad ampliare i punti di vista

Insegno in una scuola secondaria di primo grado e in terza, quando ci approcciamo allo studio dei continenti, gli studenti sono molto interessati a conoscere meglio stati come Giappone, Usa o Australia.

Se chiedo loro quali parole associano a tali stati, le risposte solitamente vanno da “divertimento” a “manga”, da “sushi” a “hamburger”, da “ricchezza” a “tecnologia”.

Se chiedo, invece, cosa associano agli stati africani – riconosciuti, perlopiù, come unico grande continente senza distinguerne i territori – le risposte diventano “fame”, “povertà”, “guerre”, “caldo”, fino a  “immigrati” e “terrorismo islamico”.

Come si può notare, molte di queste risposte derivano da veri e propri STEREOTIPI.

I ragazzi non esprimono concetti del tutto sbagliati, ma rappresentano la realtà in modo limitato e racchiudono un intero territorio all’interno di immagini a loro più note.

Nessuno di loro è stato in Africa, e neppure negli altri paesi nominati, però piacciono Giappone, Usa e Australia perché associati a situazioni di svago, benessere e, fondamentalmente, identificati con i rassicuranti standard del mondo occidentale.

Questo può rappresentare un ottimo punto di partenza per riflettere su come superare un certo tipo di immaginario basato su STEREOTIPI, su come ampliare i propri PUNTI DI VISTA e su come accogliere ciò che appare lontano, diverso e poco conosciuto.

Osservare i diversi planisferi

Dal libro Raccontare la geografia della Erickson possiamo ricavare spunti di discussione molto interessanti. Una prima attività può riguardare la presentazione dei differenti continenti attraverso dei planisferi che  pongano gli osservatori in posizione centrale rispetto ai luoghi in cui vivono.

“questo è il planisfero di una scuola in EUROPA”

“questo di una scuola in ASIA”

“Questo di una scuola in AMERICA DEL NORD”

“Questo in una scuola in SUDAFRICA”

Osservando le reazioni dei ragazzi e discutendo su ciò che più li colpisce, si rende evidente, accanto a  sbigottimento e incredulità, la messa in discussione delle iniziali certezze.

La nostra Europa appare piccola e lontana rispetto al punto di osservazione, in qualche caso addirittura capovolta.

I ragionamenti dimostrano che la rappresentazione del mondo è semplicemente organizzata dal nostro sguardo: noi ci poniamo istintivamente al centro della visione, ma nella realtà non lo siamo affatto perché, proprio come una sfera (o una palla), è impossibile stabilire quale sia il centro. 

Lettura di brani e immagini

Dal libro Il pericolo di un’unica storia della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie possiamo leggere alcune passi che fanno riflettere molto bene su stereotipi e inesattezza di posizioni univoche:

“Il problema degli stereotipi non è tanto che sono falsi, ma che sono incompleti. Trasformano una storia in un’unica storia […] Mi irrito  quando ci si riferisce all’Africa come ad un unico paese, ma se tutto quello che avessi saputo dell’Africa mi fosse arrivato da immagini popolari, avrei pensato anch’io all’Africa come a un luogo di splendidi paesaggi, bellissimi animali e persone incomprensibili che combattono guerre insensate, che muoiono di povertà e Aids, incapaci di far sentire la propria voce, in attesa di venire salvati da uno straniero bianco e gentile. Questa unica storia dell’Africa penso che derivi, in definitiva, dalla letteratura occidentale”

Dall’osservazione di questa carta sugli stereotipi del mondo, possiamo notare come l’intero continente africano venga quasi esclusivamente rappresentato con un’unica immagine stereotipata

Osservando anche queste foto, possiamo vedere come dei ragazzi che appartengono all’Associazione studenti africani dell’Itacha College di New York esibiscano messaggi precisi sul loro paese d’origine: 

L’Africa non è un paese

non parlo africano perché l’africano non è una lingua

La domanda su cui far riflettere sarà questa: che significato dare a ciò che abbiamo letto e osservato?

La discussione suscita un certo interesse e ciò che ne emerge è la consapevolezza di quanto sia (e sia stato) facile parlare per stereotipi e raccontare storie incomplete e mettere in evidenza solo una parte della realtà, trascurando moltissimi altri aspetti. 

Ed è proprio sull’importanza delle singole storie che si può incanalare tutto ciò di cui abbiamo discusso.

Dice ancora Chimamanda Ngozi Adichie:

Le storie sono importanti. Molte storie sono importanti. Le storie sono state usate per espropriare e per diffamare. Ma le storie si possono usare anche per dare forza e umanizzare. Le storie  possono spezzare la dignità di un popolo. Ma le storie possono anche riparare quella dignità spezzata.

Ed è proprio il riconoscimento della dignità di tutte le storie, dovuto al superamento di inutili stereotipi, la finalità di questo nostro lavoro.

Se non hai letto l’ultimo articolo, recuperalo qui!

Foto copertina di Ali Kazal su Unsplash

10 film sugli insegnanti da non perdere

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La storia del cinema è ricca di bizzarre figure educatrici, insegnanti, personaggi strampalati o spietati, vittime spesso dei loro alunni. Ma il cinema ogni tanto regala anche al grande schermo dei grandi personaggi.

Insegnanti che si interrogano sulla funzione della scuola e del suo ruolo nella società, si domandano cosa fare del potere e della libertà (spesso poca) di cui godono. Abbiamo quindi selezionato per voi un piccola lista di 10 film sugli insegnanti da non perdere.

Ecco allora i nostri suggerimenti, in ordine sparso:

– La classe (2008) diretto da Laurent Cantet, vincitore della Palma d’oro a Cannes, film nel quale emergono delle questioni fondamentali dell’universo scuola. Integrazione, differenze generazionali, rapporti fra autorità e autorevolezza. Uno sguardo sulla scuola basato sul romanzo autobiografico di un professore di francese in una scuola di periferia. A rafforzare la pellicola ci sono delle riprese svolte durante vere lezioni dell’anno accademico dove il protagonista cerca senza troppo successo di ingaggiare i suoi studenti.

– Will Hunting – Genio ribelle (1997) in questo film di Gus Van Sant, il grande Robin Williams interpreta il Dr. Sean Maguire. Non un insegnante vero e proprio ma un uomo che riesce a tirare fuori il talento e sopratutto la fiducia in se stesso (non è forse una delle caratteristiche più importanti per un educatore?) del protagonista interpretato da Matt Damon. Si crea un rapporto mentor –allievo che porterà entrambi ad accettare le proprie capacità. Piccola curiosità. il film è dedicato alla memoria del poeta Allen Ginsberg e dello scrittore William S. Burroughs.

– Billy Elliot (2000) film di Stephen Daldry ambientato durante lo sciopero dei minatori inglesi del 1984 durante il governo di Margaret Thatcher. Billy, un ragazzino di 11 anni, sogna di diventare un ballerino classico, ma si scontra con il padre e lo zio, entrambi minatori che vorrebbero farlo diventare un pugile. Grazie all’aiuto della sua insegnante, la signora Wilkinson ha finalmente qualcuno che lotta dalla sua parte.

– La scuola (1995) film di Daniele Lucchetti, tratto da due libri di Domenico Starnone (Ex Cattedra, Sottobanco), La scuola è un film che rischia di sfiorare la macchietta, ma riesce ad affrontare problemi veri della scuola come mancanza di incentivazioni, superficialità, e professori non adeguatamente assistiti e supportati. Tra i personaggi spicca il professor Vivaldi: empatico, preoccupato per i propri allievi, ma anche più duro con gli studenti privilegiati e i classici secchioni. Si rimane con un sorriso amaro in bocca ma soddisfatti per aver visto un bel film.

– School of Rock (2003) un po’ anticonvenzionale eppure efficace. Jack Black nei panni di Dewy Finn interpreta un musicista che si trova per caso a insegnare musica ai bambini di una scuola privata. Una divertente commedia che fa però riflettere sull’importanza dell’apertura mentale quando si parla di educazione e scuola.

insegnante musica film

– L’attimo fuggente (1989) un grande classico da rivedere. Ancora Robin Williams in uno dei film più famosi sulla scuola. Il suo John Keating ama così tanto la poesia e il suo lavoro da non riuscire a rimanere con i piedi per terra. la scena in cui invita i suoi allievi a salire sui banchi e a strappare dei libri è memorabile.

– Caterina va in città (2003) l‘incipit è semplice, Caterina è una tredicenne figlia di un professore di filosofia fallito che lascia la provincia e si trasferisce a scuola a Roma. Questo pretesto serve a Virzì per affrontare il vuoto di valori di una gioventù che non sa più a cosa guardare, anche perché nemmeno i genitori offrono più certezze.

– La bicicletta verde (2012) è un film diretto da Haifaa Al-Mansour. Ambientato in Arabia Saudita, in una scuola femminile dove la protagonista è costretta a combattere per la propria libertà. La bicicletta verde che vuole comprare è il simbolo di un’emancipazione difficile contro un sistema oppressivo e limitante.

– Detachment – Il Distacco (2011) film di Tony Kaye incentrato sul dramma della scuola pubblica americana, ma non è solo questo. Henry Barthes è un supplente di letteratura in un istituto superiore in crisi. Gli studenti hanno risultati bassi, sono arrabbiati e incombe la privatizzazione. Henry riesce a superare le barriere con i suoi difficili studenti, ma ci saranno conseguenza inaspettate.

– Word and Pictures (2013) lui ama la letteratura, l’insegnamento e l’alcol. Ma da anni scrive meno e beve di più mettendo anche a rischio il suo posto di lavoro. Lei è l’ultima arrivata, artista confinata dietro alla cattedra dall’artrite reumatoide che le rende sempre più difficili i movimenti. Lui idolatra le parole, lei le immagini. Entrambi “tentano di insegnare nell’era dei morti viventi” a “giovani menti soffocate dai computer e dai centri commerciali”.

Attività didattica da scaricare n°19: “Immedesimarsi negli animali”

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Allenare la fantasia con una divertente attività da fare in classe prendendo spunti dai nostri amici a 4 zampe

Gli animali vedono, sentono e “pensano” diverberamene rispetto a noi e per questo non ci sarà mai possibile capire davvero fino in fondo cosa passa per la loro testa, però possiamo provare a immaginare il mondo dal loro punto di vista, per allenare la nostra fantasia!

Per farlo quale modo migliore che partire dalle favole…

A tal proposito vi proponiamo una divertente e piacevole attività da proporre alla vostra classe e incentivare i bambini a stimolare la fantasia.

Scarica il pdf gratuitamente da seguire come guida!

CLICCA SUL PULSANTE E SCARICA GRATUITAMENTE L’ATTIVITA’ DIDATTICA!

A questa pagina troverai altre attività didattiche su differenti argomenti, pronte per essere scaricate e utilizzate in classe.

Foto di copertina by Leo Rivas on Unsplash

4 modi per promuovere la lettura nei bambini

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lettura insegnante bambini
4 fasi per insegnanti e genitori che aiutano i bambini a sviluppare strategie per trasformare la lettura da compito a piacere

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Genitori, insegnanti: i consigli di lettura per voi… con un pizzico di ironia!

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Guida semiseria per libri da mettere in valigia: pensati per gli adulti, ecco i nostri consigli di lettura per ritemprare mente e corpo!

Lo dichiariamo subito: l’intento è quello di offrire a genitori e/o insegnanti, spassosi consigli di lettura da ombrellone (o da picco di una montagna, o da sdraio nel giardino di casa!), in grado di sollazzare e, perché no, anche regalare qualche utile insegnamento, strizzando l’occhio a un po’ di sana ironia!

Iniziamo dunque la sfilata invitando sul nostro red carpet un grande successo letterario dal 2020, ovvero il Quaderno di compiti delle vacanze per adulti, ben 150 esercizi passatempo che regalano fino a 120 ore di divertimento. Una sola regola da seguire: spegnere il cellulare e prendere una matita!

Annoiarsi: che privilegio!

Tra lavoro e hobby, questo ultimo anno e mezzo, vissuto in clima pandemico, ha aumentato notevolmente il vostro rapporto con uno schermo (pc, laptop, cellulare)? È il momento di riappropriarvi del tempo e della mente, riguadagnandovi qualcosa di tremendamente sottovalutato: il diritto alla sana noia! Se la cosa vi stuzzica, dunque, tra i nostri consigli di lettura non può mancare il libro Come annoiarsi meglio!

Parola d’ordine: relax!

Mettiamoci belli comodi, pennarelli alla mano, e godiamoci un po’ di sano, sereno e calmo relax, perché no colorando bellissimi disegni: la psicologia, infatti, ci conferma l’utilità del colorare per combattere lo stress.

Infatti, quando ci si concentra su un’ attività manuale – come appunto il colorare – la mente si alleggerisce da preoccupazioni e pensieri che continuamente ci tormentano!

E se colorare casette e gattini non fa per voi, ecco la soluzione:  il libro Sono allergico alla stupidità, mi fa salire il sarcasmo vi regala 35 pagine antistress, con frasi irriverenti da colorare per rilassarsi e mandare via lo stress!

Preferite una versione più “Girl power”? Eccovi Non c’è limite a ciò che noi Donne possiamo realizzare, il libro da colorare motivazionale dedicato alle donne!

Andiamo nel pratico!

Se al colorare o al risolvere rebus e giochi di abilità preferite libri più pratici, in grado di insegnarvi l’abc di un hobby che nasce da una vostra passione, la scelta allora è veramente ampia: dai manuali per principianti per imparare uno strumento musicale, a quelli per far proprie le frasi in inglese più utili per viaggiare all’estero, passando per il vademecum per diventare professionisti di uncinetto o, perché no, disegnatori di manga e anime, argomento, come abbiamo visto qui, molto amato anche dai ragazzi! C’è davvero solo l’imbarazzo della scelta!

E se adesso il dubbio vi assale perché la scelta su cosa leggere in vacanza è diventata assai ardua, potete sempre ricorrere al Libro delle risposte che stavi aspettando: saprà sicuramente sciogliere i vostri dubbi amletici!

Buona lettura!

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Una riflessione sul ruolo dei dirigenti scolastici

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Non è raro imbattersi in commenti negativi o addirittura offensivi ai danni dei dirigenti scolastici. Ma se da un lato soddisfare le esigenze dell’intero corpo insegnante è molto difficile, dall’altro non dobbiamo cadere nella facile generalizzazione.

In passato era già stato affrontato, su OcchioVolante, il tema dei dirigenti scolastici (lo trovate qui). Torno però volentieri sull’argomento, dal momento che sui social non è raro imbattersi in commenti di insegnanti che si scagliano contro i dirigenti scolastici. Ad esempio, recentemente, mi sono imbattuto in questo:

Salvo rarissime eccezioni, i dirigenti scolastici sono dei pazzi esaltati. Il loro ruolo andrebbe ridimensionato di molto.

Bisogna riflettere su questo genere di aggressività che, naturalmente, in qualche caso può anche essere stata generata da inneschi meschini. Questo perché i dirigenti scolastici e le dirigenti scolastiche italiane sono poco più di ottomila e pensare che siano tutti perfettamente adeguati è aspettativa statisticamente piuttosto ingenua.

È utile ricordare che tutti i presidi sono stati insegnanti. Ma è pensabile che siano così tanti quelli criticabili in questo modo?

È difficile che sia così, ma si tratta di un fenomeno che si spiega facilmente. Ogni dirigente scolastico è sottoposto alla critica di un intero collegio dei docenti (oltre che di quello del personale ATA, degli studenti e delle studentesse e delle famiglie). È ovviamente impossibile soddisfare le aspettative (e in qualche caso gli interessi) dell’intero corpo insegnante ed ecco che, se anche una percentuale esigua di questo è in significativo disaccordo con il dirigente scolastico, si manifesta sul campo un confronto pubblico tanto vivace quanto impari sul fronte del numero delle forze retoriche che si affrontano (ad esempio in rete).

Un cinque per cento di docenti in disaccordo con la dirigenza, quale che sia l’origine del disaccordo, produce una proporzione di otto contro uno. Quantitativamente Golia contro Davide.

Esiste poi un fenomeno curioso, specie nel mondo della scuola. Coesiste nell’insegnante una doppia natura. Quella del professionista riflessivo che gode di quella che è nota come “libertà di insegnamento” e quella del dipendente. Parimenti nel dirigente scolastico c’è una doppia natura. Quella del coordinatore didattico impegnato nel dare un’impronta unitaria e omogenea alla scuola e quella del “capo ufficio”.

Non di rado ci sono scontri incrociati tra questi diversi piani. Ci può quindi essere un confronto causato da una diversa vision sulla politica della scuola, nella quale il confronto è sostanzialmente tra il collegio dei docenti e il dirigente scolastico; oppure, ci può essere uno scontro tra un docente inadempiente sul piano dei doveri del dipendente che, tuttavia, quasi inevitabilmente si trasformano in ritorsioni contro il dirigente nel dibattito interno alla scuola.

La tutela della riservatezza

Un esempio classico è quello del docente che ha subìto un procedimento disciplinare, diciamo ad esempio perché “ritardatario cronico”. In collegio, questi sistematicamente gioca un ruolo contrastivo non già per convincimento didattico o tecnico o finanche politico, ma per evidenti motivi di tipo emotivo.

In questo caso si tratta di una umana interferenza tra i diversi aspetti dei reciproci ruoli che tuttavia produce una distorsione. Il dirigente scolastico è tenuto alla tutela della riservatezza e non può svelare questo elemento che, non di rado, è la vera causa delle infinite polemiche fomentate da qualcuno.

Ci sono poi elementi che pongono il dirigente scolastico contro alcune aspettative, anche consolidate, dell’intero collegio, ma che sono legate a norme di legge. Pur esplicitando queste norme, non tutti hanno l’onestà intellettuale di accettare le cose per quelle che sono. L’obiezione più frequente in questi casi è la seguente:


Nella scuola tale, si fa in questo modo.

Per quanto esposto, evidentemente, in quella scuola c’è un dirigente scolastico che si espone alle critiche del proprio direttore generale o che ritiene più utile glissare sulla norma per non affrontare un organo collegiale che evidentemente disistima non ritenendolo abbastanza professionale. Tuttavia, di questa timidezza, potrebbe doverne rispondere in sedi diverse da quella del Collegio dei Docenti.

La differenza di vision

L’elemento più gravoso da gestire del fenomeno, tuttavia, è legato alla differenza di vision che si può manifestare tra il dirigente scolastico e il collegio dei docenti; ma anche il bilanciamento dei poteri, non sempre del tutto chiaro, giacché, formalmente, al dirigente è imputato il ruolo organizzativo, mentre il collegio ha potestà nella progettazione didattica.

La discrezionalità tecnica

Quella che si chiama “discrezionalità tecnica” assegnata al collegio dei docenti dalla vigente normativa, tuttavia dovrebbe muoversi entro il binario della professionalità e quando così non è (ad esempio per risibili motivazioni), non è chiaro ad alcuno quale potrebbe essere il risultato di un diniego ad ottemperare da parte del dirigente giacché oltre alla Legge c’è anche la giurisprudenza e la magistratura che si esprime anche in maniera differenziata.

Ovviamente è una mera illusione che un organismo di più di cento persone possa manifestare una conoscenza completa dei documenti di cui bisogna tenere conto per un parere informato, ma gli organi collegiali sono ancora quelli degli anni settanta giacché il testo unico della scuola, pur essendo del 1994, riporta il testo dei vecchi “decreti delegati” con un copia e incolla.

Il ruolo del collegio dei docenti

Il ruolo del collegio dei docenti, in teoria, sarebbe tecnico, si diceva. Deve infatti decidere di didattica, ma la sua veste plenaria rende di fatto impossibile una discussione di tipo argomentativo in quanto al termine dell’ostensione degli elementi necessari per prendere decisioni informate si può fare spallucce e votare in maniera incoerente con quanto appena enunciato.

Nel mestiere di un dirigente scolastico, molto spesso le decisioni sono obbligate, ma un organismo collegiale fatica a capire che la collegialità non dà il potere assoluto, ma deve restare nell’alveo delle possibilità tecniche del ruolo.

Nascono così, a mero titolo di esempio, proposte di “mozioni contro la guerra” che spesso sono persino condivisibili, ma non nel potere dell’organismo (e dovrebbero essere demandate all’Assemblea Sindacale). Più discutibili sono tutte le limitazioni che il collegio pone ad operatività didattiche, ignorando il diritto all’istruzione.

Una riforma degli organi collegiali

La riforma degli organi collegiali è quindi urgente. Occorre infatti espellere dal sistema di gestione della scuola quella vena di autoindulgenza che, ad esempio, impedisce di deliberare vincoli sulla formazione che, teoricamente, è “strutturale, obbligatoria e permanente”, ma che non lo diventa nel momento in cui chi è investito di stabilire quale e quanta formazione fare, non fa che elaborare delibere generiche perché quelle stringenti non trovano una maggioranza.

Provi il lettore, in quasi cinque lustri di “autonomia scolastica”, una buona prassi che abbia messo una scuola all’attenzione pubblica per quell’innovazione che apre a pratiche diverse (“è consentito tutto ciò che non è vietato”, disse il Ministro Berlinguer alla fine del secolo scorso).

Se il lettore non fosse “uomo o donna di scuola”, la risposta potrebbe mancare per poca frequentazione, ma proviamo a fare questa domanda ad un amico, ad una vicina di casa, ad una qualsiasi conoscenza personale del mondo della scuola. Si otterrà un sorpreso o imbarazzato silenzio.

L’abolizione dei voti numerici

Ne propongo, tuttavia, una io: la sperimentazione di un liceo romano che ha abolito i voti numerici in itinere. Qual è quindi la possibile soluzione? Innanzi tutto occorre riconfigurare il lavoro del Collegio dei Docenti per commissioni deliberanti. In seno a queste si otterrebbero due risultati. Il primo è che nelle medesime convergerebbero le persone tecnicamente competenti su un dato argomento.

Il secondo è che in quel tavolo il livello argomentativo risulterebbe più pregnante, giacché sarebbe impossibile nascondersi nell’anonimato di un voto collettivo che, in quel contesto, diventerebbe palese. Il fatto che dette commissioni debbano essere deliberanti è conseguenza legata all’esperienza di questi lustri di autonomia non praticata.

Già oggi il Collegio dei Docenti lavora per commissioni, ma tutte le volte, prima della plenaria, si domanda: “Ma questo passa in Collegio?” e, naturalmente, si configura in funzione di aspettative pragmatiche che non possono che essere al ribasso.

Paradossalmente, la vera riforma non può che consistere nel rendere il ruolo tecnico del collegio dei docenti di tipo consultivo, passando il ruolo deliberante al consiglio di istituto, trasformato in consiglio di amministrazione allargato ai portatori di interesse delle scuole, cosa assolutamente urgente nell’ambito degli istituti tecnici.

Dico “paradossalmente” perché un Collegio dei Docenti che fornisca pareri tecnici seri, deve essere in grado di motivarli e questi diventerebbero più pregnanti e impossibili da aggirare se le argomentazioni fossero ineccepibili, cosa che sarebbe nel caso di parere consultivo (altrimenti non avrebbe senso fornirle).

È esattamente quel che succede a livello nazionale nel Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione che esprime pareri obbligatori (c’è giurisprudenza sul tema), ma che possono essere accolti o no dal Ministro di turno. Evidentemente, laddove non fossero accolti, sarà necessario argomentare la loro confutazione o fornire spiegazioni del caso che, nel caso delle scuole di oggi, potrebbero essere espresse dal dirigente scolastico o dal consiglio di istituto.

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Insegnanti: oggi è il vostro giorno!

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Festeggiamo oggi, 5 ottobre, la Giornata Mondiale degli Insegnanti, con una breve riflessione e un piccolo OMAGGIO ai primi 100 che cliccheranno sul link!

Oggi, come ogni anno dal 1994, festeggiamo la Giornata Mondiale degli Insegnanti! Istituita tra gli altri dall’UNESCO e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), vuole commemorare l’anniversario dell’adozione della raccomandazione ILO-UNESCO sullo statuto degli insegnanti.

Istituire una giornata internazionale dedicata agli insegnanti significa riconoscerne l’ importanza all’interno della società.

Perché se da una parte la scuola ha un ruolo fondamentale nella vita di ciascun individio, fornendo strumenti utili alla formazione personale, culturale e sociale, dall’altra non riuscirebbe mai in questo nobile intento senza la preziosa figura dell’insegnante.

Come disse Rita Levi Montalcini:

La scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione, ma anche dalla fortuna di incontrare un grande maestro.

Dopo la figura genitoriale, è dunque l’insegnante colui/colei che più di tutti incide sulla formazione e sull’educazione dei ragazzi e delle ragazze, con un impegno quotidiano e costante nell’accompagnarli nella formazione del proprio futuro.

Lo scopo della Giornata Mondiale degli Insegnanti è proprio quello di far riflettere sul ruolo cardine dei docenti, sensibilizzando la società sulle sfide che gli insegnanti si trovano a dover affrontare quotidianamente, spesso sottoposti a difficili condizioni di lavoro (pensiamo alle aule con anche 30 ragazzi e ragazze da seguire).

L’attuale fase storica è quella in cui il numero di bambini e ragazzi che frequentano una scuola è il più alto di sempre.

Scuola e istruzione sono però dei concetti ancora per niente scontati in molte zone del mondo, a causa delle guerre o della povertà dilagante.

Proprio in merito alla povertà, ricordiamo le parole di Mandela:

L’istruzione è la migliore arma che abbiamo a disposizione per combattere la povertà

Motivo per cui l’UNICEF si batte affinché tutti i bambini godano di eguali opportunità di studio e formazione, dalla prima infanzia all’adolescenza. 

Noi di OcchioVolante siamo ogni giorno al fianco degli insegnanti con tanti articoli, approfondimenti e attività didattiche.

In questa giornata speciale vogliamo ringraziarvi per il vostro lavoro quotidiano, omaggiando I PRIMI 100 CHE NE FANNO RICHIESTA con il libro”La gentilezza vola lontano“, edito da Librì – Progetti educativi.

CLICCA E RICEVI IL TUO OMAGGIO!

Migliorare l’apprendimento grazie alla valutazione

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In merito alla valutazione nella scuola primaria, sono tre gli approcci che contribuiscono all’apprendimento degli studenti. Un interessante articolo ci spiega nel dettaglio.

Abbiamo già affrontato recentemente il tema del nuovo documento di valutazione nella scuola primaria, con l’introduzione del giudizio descrittivo riferito ai 4 livelli di apprendimento (avanzato, intermedio, base, in via di prima acquisizione).

Una mossa, questa, che mira a dare valore alle tappe dell’apprendimento, trattandosi di una vera e propria considerazione in itere.

Ma come possono muoversi alunni, insegnanti e genitori, per migliorare l’apprendimento nella scuola primaria? Con il suo uso intenzionale in classe, che comprende 3 approcci di valutazione:

  • per l’apprendimento
  • come apprendimento
  • dell’apprendimento.

Tali approcci (e non solo) sono ben delineati in un ottimo articoli di Orizzontescuola.it, che offre anche l’utile Rubrica di valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza, da scaricare gratuitamente.

CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO

Buona lettura!

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Al via la 3a edizione della Maratona Pinocchio

in Approcci Educativi by

A novembre dello scorso anno organizzavamo la 1a Maratona Pinocchio, con il supporto di ben 82 insegnanti della primaria, provenienti da ogni regione d’Italia. Sabato 27 novembre al via la 3a edizione!

Nel 2020 è andata in scena (online) e in 2 puntate – la prima a maggio e la seconda a novembre – la Maratona letteraria Pinocchio.

Una lettura integrale del capolavoro di Carlo Lorenzini, realizzata dagli insegnanti  e dedicata a loro e a tutti i giovani studenti della scuola Primaria.

Quasi 12 ore totali di lettura ininterrotta, 82 insegnanti della primaria provenienti da ogni regione d’Italia, una partecipazione che ha unito adulti e bambini. Ma soprattutto un libro, Le avventure di Pinocchio, che continua a regalarci grandi emozioni!

I perché dell’iniziativa

L’iniziativa è nata da Librì Progetti Educativi come un ringraziamento verso tutta la classe docente italiana così straordinariamente provata nei lunghi mesi di chiusura scolastica causa Covid-19.

Ma è stata fortemente voluta anche per porre in risalto un aspetto mai troppo sottolineato: il grande legame relazionale e affettivo tra docente e studente, fondamento della relazione educativa.

Leggere Pinocchio oggi

In merito al testo di Pinocchio, lo stesso Franco Nembrini – pedagogista, insegnante e volto noto della televisione, nonché uno dei massimi studiosi italiani di Dante e Collodi – ci ha raccontato il valore di leggerlo oggi:

Collodi, con le sue “Avventure di Pinocchio”, si concentra sull’infanzia, con l’idea che se vogliamo costruire un mondo migliore dobbiamo ricominciare dai bambini.

Nel parlare ai bambini ritrova, consapevolmente o meno, quell’immagine del mondo che lui stesso da bambino aveva respirato: quello della tradizione cristiana, che ha dato forma alla civiltà occidentale.

In fondo questo ritorno all’infanzia, e al linguaggio fantastico e simbolico che la caratterizza, è sempre un ritorno alle origini, un ritorno alle sorgenti della vita e del linguaggio stesso.

Le cose più grandi e più importanti non si imparano attraverso complicati ragionamenti ma con l’immediatezza di un’immagine in cui sia descritta, fotografata, un’esperienza reale.

In questo forse il compito della letteratura in generale e della letteratura per i bambini in particolare, è più grave che in passato: si tratta di aiutarsi a riconoscere e ad affrontare le domande fondamentali dell’esistenza cioè le domande sul senso delle cose, sul loro destino.

Per seguire la nuovissima edizione della Maratona Pinocchio: sabato 27 novembre alle ore 15:00 https://kitscuola.com/maratonapinocchio3

Giornata Mondiale dell’Insegnante: riscopriamone il valore!

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Pigri e svogliati: così vengono spesso appellati – ingiustamente – gli insegnanti e questo perché troppe volte si sottovaluta il loro lavoro nascosto. Pensiamoci a maggior ragione proprio oggi, nella Giornata Mondiale dell’Insegnante!

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Rientro a scuola: la borsa dell’insegnante!

in Approcci Educativi by
Con l’apertura del nuovo anno scolastico, si torna tutti in classe! Ecco tanti piccoli suggerimenti per trasformare la borsa di un insegnante in qualcosa di unico.

Dopo la chiusura delle scuole e i lunghi mesi della didattica a distanza, alunni e insegnanti tornano finalmente in aula, pur con le mascherine e il distanziamento sociale. Sono state tante le cose fatte per rendere la scuola un luogo più sicuro e accogliente, e altre andranno ancora fatte. Ogni insegnante però, lo sa bene, dedicherà del tempo anche alla preparazione della sua borsa.

Dolci intermezzi

Ogni tanto qualcosa di dolce rende più gradevole la spiegazione. Perché allora non portare qualche caramella da mettere sulla cattedra o da distribuire agli alunni?

Momenti unici da immortalare

Una macchina fotografica o uno smartphone sono gli strumenti più semplice e veloci per riuscire a cogliere e fermare i tanti bei momenti vissuti dal gruppo classe. Possiamo farne uso durante i laboratori artistici o, se preferiamo, per raccontare lo stato d’animo degli studenti durante alcuni avvenimenti o attività. Non dimentichiamoci poi di stampare le foto più belle e magari appenderle in classe.

Un libro di poesie

Perché? Perché leggere e ascoltare le poesie ci aiuta a vivere meglio e ci rende migliori. Ogni tanto, può essere un bel modo per far riposare gli studenti e per accendere una bella discussione.

Un gioco a quiz

 È il modo migliore per fare appassionare gli studenti agli argomenti e per finire la mattinata prima di tornare a casa. Possiamo dividere la classe in gruppi, far scegliere gli argomenti e dare inizio alla sfida. Ne esistono di tanti tipi in commercio ma, se abbiamo tempo e voglia, possiamo preparare da soli tante schede con delle domande.

Un gioco per mettere alla prova il tuo cervello e le tue abilità.

Giochi matematici per testare la tua abilità coi numeri.

La scatola delle meraviglie

Chiederemo agli studenti di portare un piccolo oggetto di cui vogliono disfarsi per regalarlo ai compagni di classe (un giocattolo, un personaggio, un “tesoro” raccolto in spiaggia…) Tutti gli oggetti entreranno a far parte della scatola delle meraviglie. Potremo usarli per piccoli premi durante l’anno o per far realizzare agli studenti dei piccoli lavoretti o abbellire i loro elaborati.

Siamo sicuri che nella borsa di un insegnante troveranno spazio tanti altri piccoli utili oggetti, ma di sicuro un posto speciale sarà sempre e comunque riservato alla voglia di stare insieme, di far tornare la scuola – malgrado le tante accortezze – quel luogo straordinario di emozioni e di rapporti che tutti gli studenti conoscono.

Buon lavoro!

Alike, perché la scuola non può diventare una fabbrica

in Arte, Musica e Spettacolo by

Il celebre cortometraggio della Pixar – Alike – ci racconta ciò che la scuola dovrebbe stimolare nei più piccoli: l’osservazione, la creatività, l’espressione libera delle emozioni.

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Maratona letteraria: gli insegnanti leggono Pinocchio

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Il 30 maggio dalle ore 15.00 va in scena la prima maratona letteraria dedicata a Pinocchio, il più famoso burattino del mondo e a tutti i docenti d’Italia.

82 insegnanti, provenienti dalle regioni di tutta Italia, leggeranno i 36 capitoli di Pinocchio in versione integrale. La maratona letteraria è un evento straordinario – in diretta YouTube Premiere – per riscoprire un grande classico della letteratura italiana e mondiale.

L’iniziativa nasce da Librì Progetti Educativi come un ringraziamento verso tutta la classe docente italiana così straordinariamente provata nei lunghi mesi di chiusura scolastica. Ma anche per porre in risalto un aspetto mai troppo sottolineato: il grande legame relazionale e affettivo tra docente e studente, fondamento della relazione educativa.

Per l’occasione, il professor Franco Nembrini – pedagogista, insegnante e volto noto della televisione, nonché uno dei massimi studiosi italiani di Dante e Collodi – ci racconta il valore di leggere oggi Le avventure di Pinocchio

Il bello della grande letteratura è che è in grado di rispondere a qualunque tipo di domanda. I testi letterari infatti non sono – come certa critica vorrebbe, e ahinoi troppi manuali scolastici insegnano – cadaveri di cui fare l’autopsia. Sistemi chiusi in se stessi di cui cercare solo le corrispondenze interne, per ricavare al massimo le “intenzioni dell’autore”.

No, un testo letterario è una creazione viva, che ha la straordinaria capacità di dare risposte sempre nuove a seconda delle domande poste dal lettore.

I grandi scrittori hanno una grande esperienza dell’umano. E per questo io posso interrogarli e scoprire nella loro esperienza qualche elemento che può illuminare la mia.

Come dice, con altre parole, uno dei massimi studiosi di letteratura del nostro tempo, Tzvetan Todorov, nel suo prezioso pamphlet La letteratura in pericolo:

Siamo tutti fatti di ciò che ci donano gli altri: in primo luogo i nostri genitori e poi quelli che ci stanno accanto; la letteratura apre all’infinito questa possibilità e ci arricchisce, perciò, infinitamente, per cui il mondo reale diventa più ricco di significato e più bello.

Collodi, con le sue “Avventure di Pinocchio”, si concentra sull’infanzia, con l’idea che se vogliamo costruire un mondo migliore dobbiamo ricominciare dai bambini; e nel parlare ai bambini ritrova, consapevolmente o meno, quell’immagine del mondo che lui stesso da bambino aveva respirato, quello della tradizione cristiana, che ha dato forma alla civiltà occidentale.

In fondo questo ritorno all’infanzia, e al linguaggio fantastico e simbolico che la caratterizza, è sempre un ritorno alle origini, un ritorno alle sorgenti della vita e del linguaggio stesso.

Le cose più grandi e più importanti non si imparano attraverso complicati ragionamenti ma con l’immediatezza di un’immagine in cui sia descritta, fotografata, un’esperienza reale.

In questo forse il compito della letteratura in generale e della letteratura per i bambini in particolare, è più grave che in passato: si tratta di aiutarsi a riconoscere e ad affrontare le domande fondamentali dell’esistenza cioè le domande sul senso delle cose, sul loro destino”.

Per seguire l’evento in diretta basta connettersi su  www.maratonapinocchio.it o cliccare qui: https://youtu.be/rd2Rrw8Gt2s

Vi aspettiamo sabato 30 maggio 2020 dalle ore 15:00!

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