Gli effetti della solitudine sulla mente

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Cosa succede quando il cervello viene privato di ogni forma di stimolo? L’esperimento del canale Youtube Vsauce sulla deprivazione sensoriale, solitudine e noia

Immaginate di essere confinati in una stanzetta in completo isolamento, da soli, nessun modo per tenere traccia del tempo che scorre, niente libri, niente telefoni, nessun contatto col mondo esterno.

Oggi, bombardati dalla tv, con lo smartphone sempre in tasca, e collegati costantemente a internet è difficile immaginare una situazione del genere, completamente priva di stimoli. Eppure proprio oggi che siamo sommersi da ogni forma di comunicazione rischiamo ancora di più di sentirci isolati dagli altri.

Ma cosa comporta per la mente un isolamento forzato? Michael Stevens, creatore del canale Youtube Vsauce, ci mostra nel suo video questi effetti, sperimentati direttamente su se stesso, facendosi rinchiudere per 72 ore dentro una stanza insonorizzata, priva di qualsivoglia intrattenimento, senza contatti con altre persone o animali, mentre viene monitorato da un team di esperti.

Il video affronta il tema partendo dalla rappresentazione visiva delle emozioni di Robert Plutchik in cui la noia è sostanzialmente una forma meno intensa del disgusto. Con questo presupposto la noia è una forza propulsiva che ci spinge verso situazioni interessanti alimentando in questo modo la mente, tenendola attiva e permettendone uno sviluppo ulteriore.

Proprio per questo nel primo esperimento si dimostra come la noia sia una condizione talmente insopportabile per l’uomo, che addirittura si preferisce provare dolore, anch’esso uno stimolo, piuttosto che non sentire niente.

L’assenza di stimoli è una condizione talmente insopportabile per l’uomo, da preferire il dolore piuttosto che rassegnarsi alla noia.

Non a caso la deprivazione sensoriale è stata spesso usata come strumento di tortura ma anche per indagini psicologiche e mediche e ultimamente come  mezzo di introiezione. Infatti questa deprivazione sembra amplificare, nel bene e nel male, quello che proviene dalla propria mente e se è vero che può portare a un aumentata coscienza di sé, può anche alimentare ansia e depressione.

Con l’aiuto della guest star Dominic Monaghan, attore famoso per aver recitato in Lost e nel Signore degli Anelli, Michael si sottopone anche alla deprivazione sensoriale per un’ora, ma non è nulla in confronto a quello che lo aspetta.

Dopo una prima fase di resistenza e auto-intrattenimento in cui Michael riesce a tenersi occupato con giochi e conti mentali, nelle ore finali dell’ultimo e principale esperimento perde completamente il senso del tempo, è confuso e distingue a fatica quello che sogna da quello che sperimenta da sveglio. Sembra aver perso acutezza e il suo buon umore, è visibilmente frustrato dalla situazione.

Quando Michael finalmente esce dalla stanza ritrova il sorriso, la semplice vista di altri esseri umani che rispondono ai suoi gesti e annuiscono alle sue considerazioni lo emozionano.

Se hai solo le tue esperienze in testa non le stai sperimentando davvero, serve qualcuno che le ascolti e che vi reagisca. Solo così ne avrai effettivamente avuto esperienza

Dall’esperimento emerge un elemento importante, se non fondamentale, dell’esistenza umana: la comunicazione e la relazione con l’altro. Ed è uno spunto interessante per riflettere come oggi, se certo non mancano gli stimoli sensoriali a cui siamo anche sovraesposti, non manca nemmeno la solitudine che a volte affligge anche i giovani (pensiamo per esempio agli hikikomori giapponesi), magari vittime di bullismo o di un’eccessiva pressione sociale, che spesso non hanno persone con cui relazionarsi e finiscono, anche per questo, a chiudersi ulteriormente in se stessi.

Link correlati:

Il canale di Vsauce con altri video dedicati a scienza e mente: https://www.youtube.com/channel/UC6nSFpj9HTCZ5t-N3Rm3-HA

I test utilizzati per misurare tempi di reazione e capacità di memoria nel video (in inglese):
http://www.humanbenchmark.com/

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