Inclusione scolastica: in occasione della Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down (il 21 marzo) alcune riflessioni e qualche suggerimento.
C’è stato un tempo in cui le differenze creavano barriere e incomprensioni, e davano vita a mostri terribili: i mostri della solitudine, la solitudine di chi è visto e vissuto come diverso. Oggi l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, come specificato dal MIUR nella pagina dedicata, è un obiettivo primario, al fine di creare una scuola che «vuole essere una comunità accogliente nella quale tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali, possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale». Ma perché questo avvenga, è fondamentale impegnarci per creare una nuova cultura della diversità.
Il 21 marzo è la Giornata mondiale sulla sindrome di Down, un’occasione per portare in classe un argomento di grande attualità, in particolare per parlare di inclusione scolastica. Perché se è vero che l’Italia è stata una delle prime nazioni al mondo a chiudere le scuole speciali, oltre quarant’anni fa, ancora oggi non tutti gli studenti con disabilità hanno quei supporti e quegli aiutinecessari per sviluppare al meglio le loro capacità.
parlarne è l’unico modo per sconfiggere la solitudine e abbattere gli stereotipi
Parlare di diversità a scuola si può ed è sempre più importante farlo, perché è l’unico modo per sconfiggere la solitudine e abbattere gli stereotipi, che ancora adesso ci possono essere su bambini e ragazzi con sindrome di Down, ma non solo. E perché la classe diventi veramente uno spazio dove crescere non solo da un punto di vista didattico, ma anche sociale ed emotivo. È sul concetto di diversità che possiamo coinvolgere gli alunni; anzi, sui diversi concetti di diversità. Perché sono innumerevoli i significati che possiamo attribuirle.
Noi siamo circondati dalle diversità, ogni giorno, e ognuno di noi è diverso dall’altro per tantissime caratteristiche.
Perché allora – partendo da questo spunto – non realizziamo in classe un progetto extracurricolare dedicato alla diversità e all’inclusione? Quello che qui vi proponiamo è composto da una semplice attività dedicata alle diversità, da fare in classe, seguita dalla lettura di un libro che affronta e smonta tutti quegli stereotipi che accompagnano bambini e ragazzi con sindrome di Down.
le differenze rappresentano una ricchezza, un tesoro inestimabile contro il conformismo e l’omologazione
Nessun bambino è uguale all’altro, ognuno ha la sua faccia, il suo nome, i suoi gusti, il suo carattere, le cose che gli piacciono e quelle di cui farebbe a meno. Ognuno ha la sua voce, le sue impronte digitali. Ognuno ha i suoi punti di forza, ognuno ha le sue debolezze. Eppure, allo stesso tempo, tutti siamo uguali e abbiamo desideri e paure simili, sogni e timori che possiamo condividere. Per approfondire questo discorso con gli alunni, possiamo chiedere loro di provare a raccontarsi agli altri, in modo da mettere in evidenza le proprie peculiarità. Basteranno poche parole; e se qualcuno è molto timido, può anche scriverlo prima su un foglio e poi leggerlo. Facciamo capire alla classe, mentre si svolge l’attività, che è grazie a queste differenze che ognuno porta qualcosa di diverso al gruppo classe. E che quindi, viste dal giusto punto di vista, le differenze rappresentano una ricchezza, un tesoro inestimabile contro il conformismo e l’omologazione.
Se alla classe è piaciuta questa attività, possiamo approfondire il concetto di scuola inclusiva immaginandoci che stia per arrivare in classe un nuovo compagno. Cosa possiamo fare per accoglierlo al meglio? Come aiutarlo a sentirsi meno spaesato? E come possiamo presentargli la classe e la scuola? Raccogliamo le proposte dei bambini e parliamone insieme.
Adesso l’abbiamo compreso: perché le differenze non creino più barriere ma possano diventare una ricchezza, è necessario far nascere una nuova cultura della diversità. Così come, allo stesso modo, è fondamentale abbattere i pregiudizi, quegli stessi pregiudizi che ci possono essere sui bambini con sindrome di Down.
Sono tanti i libri dedicati all’argomento, che potete leggere in classe o far leggere in autonomia agli alunni, a casa, per poi parlane insieme. Noi ve ne segnaliamo due (ognuno per una differente fascia di età), per due motivi specifici: entrambi presentano una storia raccontata dal punto di vista dei ragazzi ed entrambi, oltre alla sindrome di Down, vi permetteranno di parlare in classe anche di inclusione e rispetto, solitudine e amicizia.
Per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado, vi proponiamo Mio fratello rincorre i dinosauri, di Giacomo Mazzariol, edito da Einaudi, il racconto ironico e commovente di due fratelli. Giacomo ha cinque anni e desidera un fratellino “supereroe” con cui giocare, finché arriva Giovanni, che sì gli appare un po’ speciale, ma i poteri proprio non li ha. Ci sono poi voluti dodici anni perché Giacomo imparasse a conoscere suo fratello, a entrare nel suo mondo.
Per i bambini della scuola primaria, invece, Due pirati come noi, di Guido Quarzo, con illustrazioni di Cinzia Ghigliano, edito da Librì, il racconto di un’amicizia nata quasi per caso, un incontro fra due diverse solitudini. La scuola è finita e Leo passa i pomeriggi da solo a casa, ad annoiarsi con tv e videogiochi; a fargli compagnia c’è solo Barban il pirata, il suo amico immaginario. Quando la mamma gli propone di andare da Massi, Leo non vuole, ‘Lui non è come gli altri’, pensa. Ma scoprirà che non è affatto così e che lo attende finalmente un nuovo amico con cui passerà una giornata davvero speciale.
Illustrazione di Cinzia Ghigliano da “Due pirati come noi” di Librì Progetti Educativi