più unici che rari

Laboratorio a tema INCLUSIONE: la consapevolezza di sé

in Attività di classe by

Tre proposte di attività in classe per parlare (anche) di inclusione, direttamente dalla campagna educativa Più unici che rari!

Per quanto sia un tema sempre più sentito, ancora oggi si tende a fare confusione tra inclusione e integrazione.

  • l’integrazione mira al reperimento di risorse per consentire il raggiungimento di risultati nell’ambito dell’autonomia, della socializzazione e della comunicazione
  • l’inclusione mira al superamento di ogni tipo di  barriera alla partecipazione e all’apprendimento

Parlare di inclusione in aula significa trasmettere il concetto che ogni alunno, nessuno escluso, possiede dei talenti che lo rendono unico e capace di arricchire, con la propria presenza, il gruppo classe.

La pluripremiata campagna educativa “Più unici che rari”, promossa da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Sanofi, parte proprio da questo presupposto, con l’obiettivo di  promuovere l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico.

Partendo da quelle difficoltà che possono nascere in presenza di malattie rare o altre patologie, come l’asma o la dermatite atopica – per le quali Sanofi è in prima linea nella ricerca e nello sviluppo di terapie –  si educano i ragazzi e le ragazze a considerare le differenze come una ricchezza e un’opportunità di crescita, per sé stessi e per gli altri.

Non è sempre facile però, per il bambino o la bambina, avere consapevolezza di sé, accettarsi con serenità nei propri pregi e difetti, soprattutto fisici. Specialmente nel periodo della preadolescenza, in cui non si è più bambini ma non si è ancora adulti, e in cui il corpo affronta molti cambiamenti, cercare la propria identità, il proprio io, risulta essere un lavoro davvero impegnativo, e soprattutto H24!

La campagna “Più unici che rari”, è un laboratorio completo sull’inclusione: il percorso parte dai temi dell’identità e della consapevolezza di sè, prosegue con i temi del riconoscimento delle emozioni e dell’empatia e termina con attività sui temi del bullismo.

SCARICA IL KIT DIDATTICO E PARTECIPA AL CONCORSO!

Soffermiamoci nello specifico sulle attività iniziali del percorso laboratoriale, dedicate al tema dell’ IDENTITÀ!

ATTIVITÀ: UNA QUALITÀ IMPORTANTE

  • Obiettivi: conoscere il concetto di resilienza; prendere consapevolezza di sé; sviluppare fiducia verso sé e gli altri; rafforzare la coesione del gruppo; cooperare (Life Skills, area emotiva: consapevolezza di sé).
  • Metodologia: lavoro in gruppo.
  • Strumenti/Materiali: cartelloni, fogli, penne, colori, pennarelli, riviste, materiali per collage, forbici, colla.
  • Discipline: Arte e immagine, Italiano, Educazione civica.
  • Libro per alunni del kit “Più unici che rari”: la storia di Chiara (pag. 40).

SVOLGIMENTO ATTIVITÀ:

  • Leggiamo o ascoltiamo la storia di Chiara: facciamo rilevare come una sua significativa qualità sia la resilienza e spieghiamo che si tratta della capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà.
  • Commentiamo la storia, poi facciamo notare che ognuno di noi è, più o meno, resiliente e invitiamo gli alunni a raccontarci i casi in cui loro stessi lo sono stati. Chiediamo di raccontare come si sono sentiti in queste occasioni, come le hanno affrontate e se e come le hanno superate. Guidiamo la riflessione su cosa hanno scoperto di loro stessi, dei loro amici e compagni. Facciamo emergere come anche circostanze complesse, difficili e dolorose possano trasformarsi in opportunità e far scoprire capacità e aspetti di sé impensabili.
  • Realizziamo tutti insieme un cartellone sulla resilienza con le esperienze degli alunni e le loro riflessioni: raccontiamo sia le cose positive, da coltivare e valorizzare, sia quelle negative, da modificare o eliminare. Lasciamo libero il gruppo di scegliere come realizzarlo, anche in modalità mista: con disegni, collage, frasi, brevi testi o poesie.

Clicca su questo link per scaricare gratuitamente il kit, dove troverai, nella guida per insegnanti, tutte le attività! Ma non solo! Il kit include anche:

  • libri illustrati per ragazzi
  • opuscoli informativi per le famiglie

IL CONCORSO PER LE CLASSI

La campagna “Più unici che rari” comprende un momento laboratoriale collettivo, da svolgere in classe e collegato a un concorso nazionale. I ragazzi e le ragazze saranno coinvolti in un gioco di rappresentazione che li renderà partecipi sia individualmente che come organismo unito, ovvero la classe.

Nel concorso “La mia classe è un universo”  ogni alunno, dopo aver esplorato e discusso i temi della campagna in aula, deve creare un ritratto del “pianeta sé stesso”, scegliendo le qualità che gli sono più proprie e utilizzando i colori, le tecniche, i simboli, i dettagli del proprio corpo che lo rendono unico.

La partecipazione al concorso è ancora aperta. C’è tempo fino al 1 marzo 2024
Per maggiori informazioni: 055.9073999 | scuola@progettiedu.it

SCARICA IL KIT DIDATTICO E PARTECIPA AL CONCORSO!

Foto di copertina by Vitolda Klein su Unsplash

Laboratorio a tema INCLUSIONE: Emozioni & Empatia

in Attività di classe by

Impariamo a gestire le emozioni con due proposte di attività in classe, finalizzate ad agevolare l’inclusione. Il tutto, sempre grazie alla campagna educativa Più unici che rari!

Dopo il primo laboratorio a tema inclusione torniamo con una seconda proposta, stavolta finalizzata a familiarizzare con il vasto mondo delle emozioni e, perché no, a sviluppare il nostro senso di empatia.

Per fare ciò ci viene di nuovo in aiuto la pluripremiata campagna educativa “Più unici che rari”, promossa da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Sanofi, che promuove l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico.

LE EMOZIONI

Perché chiamare in causa le emozioni, per affrontare il tema dell’inclusione? Ce lo spiegano Annalisa Bisconti ed Enrico Ceva, dell’Associazione Italiana  Niemann Pick Onlus, affermando che:

“L’alfabetizzazione emotiva è un percorso di “addestramento” necessario per trasformare il desiderio di fuga in curiosità reciproca: attraverso la conoscenza e la gestione delle emozioni che l’altro suscita in noi, arriviamo a conoscere noi stessi e a comprendere gli altri.”

Il primo passo per aiutare gli alunni a gestire le proprie emozioni è guidarli alla scoperta di ciò che provano loro e che provano gli altri, dando un nome preciso al sentire che vivono. È infatti proprio la mancanza di auto-consapevolezza emotiva a suscitare incomprensioni e conflitti con gli altri.

E non limitiamo il campo alle emozioni positive: anche quelle negative – come la rabbia e la tristezza, la paura e la noia – hanno un ruolo protettivo, avvertendoci che qualcosa non va e correndo ai ripari.

La seguente attività è ottima per guidare gli alunni a conoscere le emozioni e per sostenere lo sviluppo di autoconsapevolezza emotiva, base essenziale per imparare a valorizzare le proprie e altrui unicità , creando così relazioni vere, soddisfacenti e che mirano all’inclusione.

ATTIVITA’: EMOZIONI IN SCENA
  • Obiettivi: conoscere le emozioni, acquisire consapevolezza di come influenzino il comportamento e sviluppare la capacità di rispondervi adeguatamente (Life Skills, area emotiva: consapevolezza di sé emotiva, gestione delle emozioni).
  • Metodologia: lavoro di gruppo, role playing.
  • Strumenti/Materiali: carte delle emozioni, fogli, penne.
  • Discipline: Italiano, Educazione civica.
  • Sul sito: la storia animata “Come stai con la paura”.
  1. Guardiamo la storia animata “Come stai con la paura”, nella sezione “Campagna educativa” di www.piuunicicherari.it , e parliamone insieme.
  2. Contestualizziamo il discorso alla vita degli allievi chiedendo di raccontarci degli episodi in cui hanno avuto paura seguendo questi punti, che scriviamo alla lavagna o sulla LIM: situazione in cui ci si trovava, ciò che l’ha scatenata, come si è manifestata, come ci si è comportati.
  3. Procediamo nello stesso modo con la rabbia, invitando a raccontare le proprie esperienze o situazioni di cui sono stati testimoni. Aggiungiamo questi punti: verso chi era diretta, quali conseguenze ha avuto il comportamento messo in atto, se dopo il comportamento l’emozione è sparita o è rimasta, che cosa ognuno avrebbe voluto fare di diverso.
  4. Dopo il confronto, formiamo piccoli gruppi e facciamo pescare una delle carte delle emozioni per ideare una scenetta sull’emozione estratta, da recitare ai compagni. Chiediamo di usare come canovaccio i punti che abbiamo analizzato durante la discussione iniziale.
  5. Per aumentare la complessità dell’attività o approfondire il lavoro, possiamo chiedere di prevedere delle varianti alla drammatizzazione, modificando la situazione iniziale, i comportamenti, le conseguenze… aggiungendo quindi nuove parti da recitare.
  6. Al termine confrontiamoci: è stato difficile rappresentare le emozioni? Con quale avete avuto maggiori difficoltà? Perché? Inserendo le varianti, come cambiano le rappresentazioni? Le emozioni si modificano al variare delle condizioni/situazioni? E le conseguenze?
  7. Infine riflettiamo su come le emozioni influenzino il comportamento e su quali risposte e reazioni possano non essere funzionali, individuando in gruppo reazioni alternative più adatte.
EMPATIA

Al riconoscere le emozioni altrui si affianca la capacità di essere e mostrarsi empatici. L’empatia è proprio la capacità di riconoscere e comprendere le emozioni, i sentimenti e il punto di vista altrui, mettendosi “nei panni dell’altro”: aspetto essenziale quando si punta all’inclusione.

Ciò comporta un enorme vantaggio sociale: riconoscere le emozioni altrui – e sapere che gli altri sono in grado di leggere le nostre – agevola le interazioni, permette di sentirsi accettati e di accettare gli altri, favorendo quindi relazioni autentiche basate su scambio e reciprocità, rispetto di sé e dell’altro, cooperazione e inclusività reale.

Quello di guidare gli alunni ad analizzare episodi del proprio vissuto in cui hanno mostrato/provato/ricevuto empatia è un ottimo esercizio per spiegare loro che l’empatia non è un comportamento prescritto, ma spontaneo; e che questa  capacità “cresce” insieme a noi via via che impariamo a comprendere l’altro, a prestare attenzione ai suoi bisogni, a tollerare le differenze. L’empatia infatti può essere educata e sviluppata durante l’intero arco della vita.

La seguente attività è ottima per guidare i bambini/ragazzi a sviluppare le proprie capacità empatiche e a prendere consapevolezza che prendersi cura degli altri e imparare ad accettare e rispettare la diversità, propria e altrui, consente di migliorare la qualità delle proprie relazioni e della vita.

ATTIVITA’: PRENDERSI CURA
  • Obiettivi: acquisire comportamenti responsabili e di rispetto verso sé, gli altri e l’ambiente; imparare ad accettare la diversità; favorire supporto reciproco e cooperazione (Life Skills, area relazionale: empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci); sostenere i processi di decision making.
  • Metodologia: lavoro in grande e piccolo gruppo; cooperative learning; apprendimento situato.
  • Strumenti/Materiali: in base alle attività scelte, piccole piante per lo spazio verde (alloro, rovo, biancospino…) o rampicanti; vasi, fioriere, sacchi di iuta; pallet di legno e teli cerati per il giardino verticale; semi e piantine di erbe aromatiche, ortaggi, frutta (fragole, pomodori, piselli, ravanelli, lattuga…); attrezzi per la semina e l’innaffiatura; contenitori di varie dimensioni per la raccolta d’acqua; pezzi di legno e materiali di riciclo per nidi e mangiatoie; briciole di pane e semi per uccelli; materiali informativi reperibili online (tipo di ortaggi o piante adatte al territorio ecc.), fogli, cartelloni, penne, pennarelli, fotocamera.
  • Discipline: Scienze, Geografia, Educazione civica.
  1. Lavoriamo con gli alunni sul concetto di prendersi cura, legato all’attenzione all’altro e all’empatia. In base alle caratteristiche del gruppo e all’età, possiamo organizzare varie attività, modulandone la complessità:
    1. Creare uno spazio verde nella scuola, o arricchire quello presente, piantando specie vegetali adatte al territorio, per esempio alloro, piante che producano bacche o rampicanti; possiamo anche realizzare un “giardino verticale” con dei pallet di legno adeguatamente isolati con dei teli cerati, in cui inserire piantine di erbe aromatiche e fiori.
      – Realizzare un orto nel cortile, in una parte del giardino se presente, o con vasi, fioriere e sacchi di iuta per coltivare erbe aromatiche, ortaggi o piccoli frutti come le fragole, scegliendo le specie in base al territorio e agli spazi.
      – Creare “punti d’acqua”, sia di raccolta dell’acqua piovana, per bagnare le piante presenti a scuola, l’orto o il giardino verticale, sia per fornire un’area di ristoro per le specie animali durante i periodi di siccità, posizionando vaschette d’acqua in zone d’ombra.
      – Costruire dei nidi artificiali o mangiatoie per gli uccelli, per aiutarli a nutrirsi in inverno.
  2. Queste attività consentono agli alunni di sperimentare l’impegno di occuparsi di altri esseri viventi e la gratificazione che se ne ricava (nel raccolto dei frutti del proprio orto, nell’osservare le farfalle e le api attratte dai fiori o gli uccelli che mangiano le briciole dalle mangiatoie), sostenendo lo svilupparsi di attenzione all’altro, supporto reciproco e cooperazione. Inoltre educano alla sostenibilità e alla tutela della biodiversità, aspetti centrali nell’educazione dei futuri cittadini e obiettivi dell’Agenda 2030, e sono occasione di apprendimento situato di quanto affrontato sui libri di testo e di sperimentazione scientifica.
  3. In base al tipo di attività scelta, dividiamo gli alunni in piccoli gruppi, in modo che tutti partecipino alle diverse fasi di realizzazione e si mettano alla prova, turnandosi nei vari momenti e sostenendo i compagni che possono essere in difficoltà in una particolare fase.
  4. Guidiamoli in modo che siano loro stessi a decidere come procedere (quali piante piantare, dove creare i punti d’acqua…), fornendo loro o facendo cercare le informazioni necessarie e sostenendoli nei processi decisionali.
  5. Dopo ogni fase di lavoro, prevediamo un momento di scambio delle loro osservazioni e di confronto su quanto hanno sperimentato e vissuto, sottolineando di volta in volta gli aspetti specifici di attenzione e rispetto verso l’altro da sé. Formalizziamo anche gli elementi legati agli apprendimenti disciplinari, tramite foto che documentino le varie fasi, schede di sintesi e cartelloni.

La campagna “Più unici che rari”, è un laboratorio completo sull’inclusione: il percorso parte dai temi dell’identità e della consapevolezza di sè, prosegue con i temi del riconoscimento delle emozioni e dell’empatia e termina con attività sui temi del bullismo. Prevede inoltre un concorso per le classi, al quale è possibile partecipare entro il 1 marzo 2024.

Per maggiori informazioni: 055.9073999 | scuola@progettiedu.it

SCARICA IL KIT DIDATTICO E PARTECIPA AL CONCORSO!

Foto di copertina Alexas_Fotos su Unsplash

Giornata Mondiale dell’Asma: parliamone in classe!

in Attività di classe by

Il respiro è energia e vita e anche uno solo può fare la differenza, come sanno bene i 2,6 milioni di italiani che convivono con l’asma. Parliamone in classe, grazie alla campagna Più unici che rari di Sanofi Italia.

Ebbene sì: oggi, in Italia, ben 2,6 milioni di persone convivono con l’asma, una patologia complessa che può causare, nelle sue forme più gravi, attacchi respiratori importanti e danni polmonari permanenti. 

Gran parte di loro riesce a convivere con l’asma, ma in alcuni casi la patologia diventa più problematica, con sintomi che rimangono fuori controllo.

Inoltre, nonostante il suo impatto, l’asma grave spesso non è riconosciuta e i pazienti potrebbero non essere consapevoli della reale gravità della propria condizione.

Sensibilizzare sul tema diventa dunque necessario, al punto che Sanofi Italia, una delle principali aziende farmaceutiche italiane, lo ha incluso nella sua campagna Più unici che rari (una campagna da primo premio, come abbiamo visto qui), raccontando la storia di Filippo.

La storia di Filippo

Si dice “restare senza fiato” per esprimere meraviglia, emozione, contentezza. Ma per chi soffre di asma, invece, che cosa significa restare senza fiato?

Filippo soffre d’asma e a volte sente proprio mancare il fiato…

La campagna

Più unici che rari è una campagna educativa nazionale per le scuole primarie (classi IV e V) e secondarie di primo grado, che racconta il valore dell’unicità di ciascuna persona, promuovendo l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico, partendo da quelle difficoltà e barriere che possono nascere in presenza di malattie rare.

Come l’asma, appunto, per la quale Sanofi è in prima linea nella ricerca e nello sviluppo di terapie.

Scopri qui maggiori dettagli sulla campagna, e su come ricevere in classe il kit gratuito per poter lavorare con i tuoi alunni!

Fonte foto di copertina: https://www.sanofi.it/it/mediaroom/news/Giornata-mondiale-asma-2021

“Più unici che rari” : campagna educativa da 1° premio!

in Bisogni Educativi Speciali by

La pluripremiata campagna che promuove l’inclusione e la valorizzazione delle diversità tra i più piccoli, si aggiudica il Premio della Giuria dell’VIII edizione del Premio OMaR per la Comunicazione sulle Malattie e i Tumori Rari!

Più Unici che Rari’, la campagna educativa dedicata a ragazze e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado, promossa da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Sanofi, ha vinto il Premio della Giuria dell’VIII edizione del Premio OMaR!

Nella motivazione delle Giuria si legge:

Per l’impatto del progetto che ha raggiunto 1.105 istituti scolastici, 63.900 alunni e le loro famiglie, impegnando diversi canali di divulgazione e formazione; per gli argomenti trattati, che muovendo dal concetto di malattia rara e di rarità hanno consentito di apprezzare a pieno i singoli valori di ogni persona; per il messaggio positivo e di inclusione, in quanto il sentirsi diverso accumuna tutti i ragazzi.

Il Premio OMaR

Il premio, attribuito ogni anno dall’ Osservatorio Malattie Rare a chi, impiegando diversi mezzi di comunicazione, fa informazione corretta e attività di sensibilizzazione efficace verso il grande pubblico sul mondo complesso delle patologie e dei tumori rari, è stato consegnato nel corso di una cerimonia che si è svolta nella serata del 2 dicembre a Roma, presso l’Auditorium dell’Ara Pacis.  

Maria Cristina Zannoner, Amministratore delegato di Librì Progetti Educativi, afferma:

Un tema educativo, per essere accolto dal mondo della scuola e dalle famiglie, ha bisogno dei giusti ingredienti, quali quelli di un’impostazione visiva molto gradevole e accattivante, un testo adatto alla capacità di comprensione dei bambini e che sappia catturare la loro curiosità e il loro interesse.

Il tutto partendo dalla competenza e dall’esperienza di chi vive i disagi e le difficoltà nel quotidiano, come le tante associazioni pazienti con cui abbiamo lavorato per costruire i contenuti della campagna.

‘Più Unici che Rari’ coniuga tutto questo, riuscendo a trattare il difficile tema dell’inclusività e della valorizzazione delle differenze

Il momento della premiazione, con Maria Cristina Zannoner (Amministratore Delegato di Librì Progetti Educativi) ed Elisa Ferrari (Senior Communication Project Manager di Librì Progetti Educativi)

Più unici che rari: obiettivo della campagna

Obiettivo della campagna è raccontare il valore dell’unicità di ciascuna persona e promuovere l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico, partendo da quelle difficoltà e barriere che possono nascere in presenza di malattie rare o altre patologie, come l’asma o la dermatite atopica, per le quali Sanofi è in prima linea nella ricerca e nello sviluppo di terapie, ma anche più semplicemente tratti fisici, caratteriali o comportamentali.

Tutti i materiali e i percorsi didattici della campagna nel corso delle ultime due stagioni sono stati sviluppati anche sulla piattaforma digitale www.piuunicicherari.it per poter essere fruiti anche da casa, a prova di DAD, e sempre disponibili per le famiglie affinché possano essere elementi di riflessione condivisa scuola-famiglia.

Marcello Cattani, Presidente e Amministratore delegato di Sanofi, in merito al premio ha detto:

Ci spingono a continuare a sviluppare e sostenere attività di sensibilizzazione su tematiche fondamentali come l’inclusione sociale e la diversità, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni di cittadini, lavorando sempre in un’ottica di partnership con le istituzioni e le associazioni di pazienti.

Qui un’intervista realizzata da noi a Marcello Cattani, del gennaio 2021.

Due nuove campagne

Quest’anno la campagna si arricchisce di due nuovi percorsi didattici, frutto di workshop con alcune associazioni pazienti, due nuove storie che parlano ai bambini e alle bambine, per non aver paura anche quando non tutto va come dovrebbe, ovvero quando ci si ammala e si è costretti a stare in ospedale o quando ad ammalarsi è un proprio familiare.

“La scuola in ospedale”

Il primo percorso, “La scuola in ospedale”, mira a far superare la paura dell’ospedale, un luogo dove lavorano medici, infermieri, ma anche insegnanti.  Questi ultimi aiutano tantissimi bambini e bambine che si ammalano, per periodi brevi o più lunghi, a stare meglio, a rimanere in contatto con i loro compagni e a non restare indietro con le lezioni. La scuola in ospedale è un servizio del MIUR che garantisce istruzione e formazione a bambini e ragazzi ricoverati in ospedale o degenti a casa. Sono oltre 50.000 gli studenti che ogni anno beneficiano di questo servizio.

“Luca ha cambiato colore”

Il secondo percorso, “Luca ha cambiato colore”, è rivolto a coloro che si trovano ad affrontare la malattia di un familiare: una situazione a cui non sono preparati, che li spaventa e che può cambiare il modo di vivere la loro quotidianità. La storia incoraggia i bambini a parlarne in classe con i propri insegnanti, amici e compagni per far sì che non si sentano soli e possano essere aiutati.

L’audiolibro “Più unici che rari. Storie dei ragazzi della III C”

Il libro illustrato “Più unici che rari. Storie dei ragazzi della III C”, che compone l’edu-kit per le insegnanti, gli studenti e le famiglie, distribuito gratuitamente nelle scuole e scaricabile anche dal sito web dedicato, rinnova la sua narrazione diventando un audiolibro.  

Disponibile in anteprima qui e prossimamente sulle principali piattaforme di streaming tra cui Spotify, nell’audiolibro ritroviamo Olga, tredici anni, affetta da dermatite atopica, Leo, il bulletto e tutti gli altri personaggi del volume, ideato e scritto da Sabrina Rondinelli, insegnante e scrittrice, e illustrato da Francesco Fagnani.

Ognuno di loro è unico e speciale e si distingue per un tratto del carattere, per una caratteristica fisica, alcuni per una malattia. Una storia a più voci, per apprezzarsi l’un l’altro ed educare i ragazzi a riconoscere le differenze come una ricchezza e un’opportunità di crescita per sé stessi e gli altri.

Il concorso “Come stai? Dillo con arte!”

Dopo il successo della prima edizione che ha visto oltre 330 classi partecipanti, torna il concorso “Come stai? Dillo con arte!” che consente agli studenti di esprimere le proprie emozioni, sentimenti e paure attraverso la loro creatività artistica.

Un’occasione per i bambini e i ragazzi per pensare criticamente ad aspetti importanti tipici della loro fascia d’età, così che possano riflettere sulla loro esperienza e sull’esperienza degli altri, sentirsi compresi e comprendere, accettarsi e accettare. Per partecipare c’è tempo fino al 14 febbraio 2022. Regolamento e premi in palio sono disponibili qui.

Il progetto, attivo dal 2019 a oggi, ha raggiunto quasi 1.700 scuole con oltre 3.000 classi partecipanti e quasi 84.000 alunni e rispettive famiglie coinvolte attivamente.

Conta sul patrocinio di 25 Società Scientifiche e Associazioni di pazienti (A.D.I.G Lazio, AIAF, AIEOP, AIG-Gaucher, AIG-Glicogenosi, AIL, AIMAME, AIMPS, AIRP, AISM, AISMME, ANDeA, ANMAR, ANPTT, APMARR, Associazione Libellule, ESEO, FAVO, Federasma e Allergie, Associazione Niemann-Pick, Respiriamo Insieme, Salute Donna e Salute Uomo, UICI, UNIAMO e vEyes), oltre ai centri di Coordinamento Malattie Rare della Regione Abruzzo e della Regione Campania. È realizzato in collaborazione con Fondazione ASPHI onlus.

Giornata internazionale dello studente e della studentessa

in Scuola/Zigzag in rete by

Cos’è e perché si festeggia la giornata internazionale dello studente e della studentessa, e perché oggi, più che mai, è necessario lavorare in classe sul concetto di diversità come ricchezza.

Quello allo studio è un diritto inalienabile e fondamentale per formare personalità e pensiero di un individuo. Per questo ci teniamo a ricordare che mercoledì 17 novembre si festeggia la giornata internazionale dello studente e della studentessa.

Una giornata istituita nel 1941 dal Consiglio internazionale degli studenti di Londra, al fine di rivendicare il diritto allo studio e il diritto degli studenti ad esprimersi.

Ma perché proprio il 17 novembre?

La rete ci viene in aiuto, raccontandoci la storia dello studente cecoslovacco Jan Opletal.

Ucciso da un’arma da fuoco durante una manifestazione del novembre del 1939, il suo corteo funebre di migliaia di studenti, si trasformò presto in una manifestazione anti-nazista, con conseguenze tragiche.

Le autorità naziste chiusero tutti gli istituti di istruzione superiore e arrestarono e deportarono 1200 studenti.

Il 17 novembre, infine, nove fra studenti e professori furono giustiziati senza processo.

Ecco perché proprio il 17 novembre si festeggia la giornata internazionale dello studente e della studentessa, perché è in questa data che furono giustiziati lo studio e la libertà d’espressione.

Diversità è ricchezza!

La grande eterogeneità degli studenti costituisce una preziosa ricchezza.

Ci muovessimo in un gruppo di persone identiche a noi, non si imparerebbero l’empatia, la pazienza, la comprensione: concetti essenziali per vivere in una comunità!

A questo proposito vi presentiamo un’ attività dal titolo “IDENTITA’”, tratta dalla guida per gli insegnanti della campagna educativa Più unici che rari, realizzata in collaborazione con Sanofi Italia.

Più unici che rari

L’occasione della giornata internazionale dello studente e della studentessa è perfetta per ricordare questa campagna, che ha avuto come obiettivo quello di raccontare il valore della diversità.

Questi tratti di unicità, come ha spiegato nella prefazione Marcello Cattani, Country Lead e Amministratore Delegato di Sanofi Italia:

Possono essere trasformati in opportunità, qualità e talento per arricchire se stessi e le altre persone.

Se la società tende a non comprendere, non accettare ed emarginare le diversità, l’individuo tende invece a nasconderle, per vergogna o paura.

La campagna educativa vuole raccontare le differenze (…) per poter affrontare in classe, in maniera propositiva, il tema dell’identità, dell’affermazione del sé e dell’inclusione.

Proponete quest’attività agli alunni della vostra classe, festeggiando insieme a loro la giornata internazionale dello studente e della studentessa! Buon lavoro!

Foto di copertina by by Chang Duong on Unsplash

Il pongo come pulsante di un videogame? È Click4all!

in Approcci Educativi/Attività di classe/Bisogni Educativi Speciali by
Con Nicola Gencarelli, del team Click4all, scopriamo la tecnologia digitale che aiuta l’inclusione di persone con disabilità e fragilità

Prima di parlare di Click4all, facciamo un passo indietro: dobbiamo infatti ricordare che è terminata il 14 febbraio la raccolta degli elaborati che hanno partecipato al Concorso “Come stai. Dillo con arte!“.

Perché ricordarlo? Perché il Concorso è promosso dalla campagna educativa nazionale Più unici che rari di Librì Progetti Educativi, in collaborazione con Sanofi, e vede come premio per le prime 15 classi, proprio il dispositivo Click4all.

Dunque, eccoci qua: di cosa si tratta, nello specifico, Click4all?

La domanda non è banale, e per questo abbiamo chiamato in causa uno degli ideatori di questo affascinante dispositivo: Nicola Gencarelli, laureato in Scienze della Comunicazione e Scienze dell’Educazione, nel 2012 ha scritto “Ausili fai da te. Creare e adattare oggetti e strumenti tecnologici per la disabilità“.

Il team che ha ideato Click4all fa parte della Fondazione ASPHI Onlus. Ci può parlare brevemente di cosa si occupa?

La Fondazione ASPHI Onlus promuove l’inclusione delle persone con disabilità e fragilità in tutti i contesti di vita, attraverso l’uso delle tecnologie digitali.

Partendo dai bisogni e dai contesti in cui si trovano queste persone, e attraverso un’attività di ricerca mirata alle tecnologie digitali, realizziamo i necessari adattamenti e cambiamenti che incidono concretamente sulla qualità di vita.

Come lo facciamo? Con azioni di sensibilizzazione, comunicazione, formazione e consulenza.

Click4all: cos’è e a chi si rivolge?

Click4all è un kit per costruire pulsanti e bottoni creativi che interagiscono con il mondo digitale e multimediale.

Quasi tutto può così diventare un tasto: il pongo, bicchieri d’acqua, una mela o una banana, ritagli di carta stagnola, scatole di latta e qualsiasi oggetto che contenga parti di metallo o acqua.

Con Click4all tutto diventa un pulsante per giocare a un videogame, ma anche per scegliere una musica su Spotify, suonare uno strumento musicale virtuale, comunicare sui social, sfogliare un e-book, far partire un video su Youtube, ecc. 

Click4all permette, in sintesi, di collegare questi tasti assemblati e modellati a proprio piacimento, a qualsiasi device, attivando relazioni di causa-effetto o di esplorazione.

Può essere utilizzato da bambini con disabilità diverse (cognitive, fisiche o entrambe), da adulti con disabilità, nell’ambito di attività riabilitative, educative o anche solo come gioco.

Come e quando è nata l’idea di questo dispositivo?

L’idea è nata nel 2015, in un momento di fioritura del fenomeno della digital fabrication, della prototipazione rapida e del movimento dei Makers e del fai-da-te digitale.

E’ ispirato nella sua realizzazione tecnica al bellissimo “Makey Makey”, strumento per l’educazione digitale nato da alcuni ricercatori del Media Lab del M.I.T. di Boston.

Partendo dalla loro geniale intuizione, abbiamo creato qualcosa che fosse più orientato alle esigenze delle persone con disabilità. 

Alla base di Click4all c’è l’approccio pedagogico costruzionista di Seymour Papert, ovvero l’idea che:

l’apprendimento non è una trasmissione di conoscenze, ma un processo di esplorazione e manipolazione di oggetti reali e artefatti cognitivi

Tutti, anche chi non è ingegnere informatico, possono quindi diventare creatori – e non solo consumatori – di tecnologia digitale.

Nel nostro piccolo, con Click4all permettiamo a bambini e adulti di esplorare, immaginare e realizzare forme nuove di interazione con il digitale.

Quante professionalità hanno contribuito alla sua realizzazione?

L’idea è nata dalla squadra di ricerca tecnologica di ASPHI: attualmente il gruppo è formato da un informatico, un educatore, uno psicologo e una pedagogista.

Dall’idea iniziale alla sua realizzazione, quanto tempo è trascorso?

Le prime versioni, nel 2015, erano fatte con una scheda Arduino chiusa dentro scatole di gelato. Nel 2016 siamo passati alla produzione dei kit che ora sono in commercio.

Ad oggi, quanti premi ha vinto Click4all?

Abbiamo vinto il bando Thinkforsocial di Fondazione Vodafone nel 2016, che ci ha permesso di passare dai prototipi alla produzione del kit.

Inoltre, abbiamo potuto ambire a una distribuzione capillare sul mercato italiano delle soluzioni tecnologiche, in ambito educativo e riabilitativo.

Abbiamo poi vinto il premio Make to Care di Sanofi Genzyme nel 2016, e il premio Cariplo Crew nel 2019, che ci sta permettendo di sviluppare una app, Click&DO, utile a chi utilizzerà Click4all in futuro.

Fino ad ora il kit è utilizzato soprattutto da operatori dell’educazione e della riabilitazione, con predisposizione alle tecnologie. Con l’ app vogliamo rendere più semplice la creazione di attività digitali, anche da parte di famiglie e insegnanti.

Ha un sogno da realizzare, o un bisogno specifico che vorrebbe soddisfare, attraverso la realizzazione di una qualche tecnologia?

La mission di Fondazione ASPHI è contribuire a processi di innovazione sociale, cercando di dare il nostro piccolo contributo a colmare l’ultimo miglio che separa l’ecosistema tecnologico, dalle necessità e dai desideri delle persone con fragilità.

Per questo, più che l’invenzione di nuove tecniche o strumenti, serve una rivoluzione culturale, un cambiamento di paradigma verso un welfare di comunità: nella scuola, nel lavoro, nel sistema socio-sanitario della cura.

La tecnologia di per sé è neutra: può creare ponti o barriere, contribuire alla coesione sociale o approfondire diseguaglianze. Saranno le nostre scelte politiche, sociali e culturali a fare la differenza. Il nostro impegno per il futuro è contribuire a questo cambiamento.

Ringraziamo Nicola Gencarelli per aver risposto alle nostre domande.
Per coloro che vogliono approfondire ulteriormente, ecco i riferimenti ai profili social Facebook e Twitter di Click4all.

A scuola con la dislessia

in Bisogni Educativi Speciali by
La dislessia è uno dei disturbi dell’apprendimento più diffusi, eppure ancora oggi la dislessia non viene sempre riconosciuta, creando problemi in bambini e ragazzi.

Bianca è una bambina che frequenta la classe terza della primaria, è piena di vita e le piace fare sport, ma ha un problema. Ogni volta che la maestra la chiama per leggere ad alta voce, le lettere davanti ai suoi occhi cominciano a muoversi, a ribaltarsi, a contorcersi e le parole perdono di significato. Sì, perché è così grande l’impegno che Bianca deve mettere per leggere quelle parole, che alla fine non riesce neanche a capire quello che ha letto. Eppure Bianca non è svogliata né pigra, e sta sempre molto attenta quando la maestra spiega.

Col tempo, questa difficoltà è diventata così ingombrante che Bianca si sente spesso a disagio, è fragile, e col tempo le ha creato dei problemi nell’apprendimento e nell’andamento scolastico. Anche nei rapporti con i suoi compagni e con gli adulti, Bianca si sente spesso in difficoltà: è stanca di vedere sul volto degli altri la delusione o il sorriso. Si sente sempre più inadeguata, meno intelligente, e si chiude sempre più in se stessa. Finché un giorno una giovane insegnante appena arrivata nella sua classe intuisce qual è il problema di Bianca…

Questa di Bianca è una storia inventata, ma non così tanto, perché assomiglia alla storia di tanti altri  bambini e bambine che soffrono di dislessia, considerata oggi il disturbo dell’apprendimento più diffuso: secondo i dati dell’AID – Associazione Italiana Dislessia, sono circa 1.500.000 gli individui che ne soffrono in Italia.

Ma cos’è la dislessia?

Forse è meglio dire cosa non è la dislessia! Non è un deficit di intelligenza né è dovuta a problemi ambientali o psicologici, né a deficit sensoriali o neurologici. L’International Dyslexia Association ci dice che “è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio”.

Il risultato è che il bambino dislessico fa così tanta fatica a leggere e a scrivere – perché impegna tutte le sue energie! – che si stanca prima degli altri, è quindi portato a commettere degli errori, a rimanere indietro, ad avere difficoltà nell’apprendimento. Anche se sono studenti intelligenti, svegli e creativi! Per questo è importante riconoscere subito questo disturbo: per la loro autostima, per far vivere loro con serenità il gruppo classe.

Ed è, questo, un aspetto fondamentale! La dislessia, come tutti gli altri disturbi dell’apprendimento e come altre patologie di diversa natura, ha un ruolo importante anche nelle relazioni della classe. Riconoscerla e mettere in moto gli strumenti necessari significa favorire la nascita di una classe inclusiva:

“Educazione per tutti significa effettivamente per tutti, in particolare quelli che sono più vulnerabili e hanno maggiormente bisogno”. (Prefazione alla Dichiarazione di Salamanca su educazione e bisogni educativi speciali)

Parliamo di temi importanti, come la diversità e l’inclusione scolastica, argomenti quanto mai attuali nel mondo della scuola. Questi sono anche i temi principali diPiù unici che rari”, una campagna nazionale rivolta alle scuole secondarie di I grado, realizzata da Librì Progetti Educativi e Sanofi. Il progetto vuole porre l’attenzione dei ragazzi – e delle loro famiglie – su tutte quelle difficoltà e barriere che possono nascere in una classe in presenza di determinati disturbi o patologie.

Oltre ai DSA come la dislessia, o ad altre patologie, la campagna vuole accendere i riflettori anche sulla categoria delle malattie rare, riguardo alle quali Sanofi è da molti anni in prima linea nella ricerca e nello sviluppo di terapie e soluzioni.

Una campagna educativa che oggi è diventato anche un libro, scritto da Sabrina Rondinelli e illustrato da Francesco Fagnani.

A proposito di dislessia, tra i più giovani ha avuto un grande successo – e tantissime visualizzazioni su Youtube – la canzone scritta e interpretata da Lorenzo Baglioni, L’arome secco sé.

La canzone, sviluppata con la collaborazione di AID, “affronta il tema della dislessia con ironia e leggerezza ma anche con sensibilità e rispetto”, senza dimenticare che tutto il ricavato delle vendite digitali della canzone verrà destinato ai progetti AID a favore dei ragazzi e delle ragazze con DSA.

“Più unici che rari. Storie dei ragazzi della 3C”: la diversità come valore

in Attività di classe/Bisogni Educativi Speciali by
Presentata a Didacta 2019 la campagna educativa che affronta il tema della diversità e dell’inclusione nella scuola secondaria di primo grado

Presentata a Didacta la nuova campagna educativa di Librì Progetti Educativi Più unici che rari“, realizzata in collaborazione con Sanofi Genzyme, e rivolta alle classi della scuola secondaria inferiore.

“Tutti noi siamo portatori di diversità – ha sottolineato Annalisa Scopinaro, presidente di Uniamo FIMR Onlus – Federazione Italiana Malattie Rare – che si tratti di una disabilità fisica, di una malattia rara, magari invisibile agli occhi, o di caratteristiche che magari ci mettono a disagio come un naso pronunciato o delle orecchie a sventola. La cosa fondamentale è continuare a restare in ascolto, aperti e accoglienti invece di giudicare per evitare di aggiungere dolore a chi magari ci sta già convivendo”.

Da sinistra: Filippo Tesi Presidente Federasma e Allergie onlus. Elisa Ferrari di Librì progetti Educativi, Alice Manfredini, moderatrice dell’evento, Sabrina Rondinelli, scrittrice per ragazzi e autrice dei testi, Annalisa Scopinaro per Uniamo FIMR Onlus – Federazione Italiana Malattie Rare, Alessandro Norfu di Fondazione Ansphi Onlus, Filippo Cipriani di Sanofi Genzyme

La campagna, ha spiegato Elisa Ferrari, responsabile editoriale di Librì Progetti Educativi, “Il kit comprende i materiali per lavorare col gruppo classe e anche degli opuscoli per avvicinare le famiglie a tematiche che non necessariamente conoscono, per creare un dialogo, una attenzione a 360 gradi”.

Un progetto extracurriculare perfettamente allineato alle indicazioni del MIUR, che pone tra gli obiettivi della scuola secondaria di primo grado infatti quello di stimolare «la crescita delle capacità autonome di studio e di interazione sociale».

“Le nostre campagne di comunicazione – ha sottolineato Ferrari – arrivano gratuitamente sui banchi di scuola grazie al supporto di grandi aziende, come Sanofi Genzyme, in questo caso, che hanno a cuore e investono sulle nuove generazioni e di associazioni ed enti come Uniamo – Fimr Onlus e Federasma e Allergie. Nel kit Più unici che rari i docenti trovano 25 copie di un testo narrativo, una guida per le attività e un opuscolo per le famiglie. Inoltre è possibile partecipare al concorso di scrittura creativa: le 15 storie più belle saranno premiate il 29 febbraio 2020 durante la Giornata mondiale delle Malattie Rare. Come premio un kit ClickForAll“.

Foto di Francesco Guazzelli

“Abbiamo a cuore le nuove generazioni ed è stato un piacere poter collaborare alla realizzazione di questo progetto” – ha confermato Filippo Cipriani, biotecnologo e responsabile delle relazioni con i pazienti e dei progetti innovativi di Sanofi Genzyme. In questo progetto i protagonisti sono ragazzi e ragazze che, sicuramente, a tutti è capitato di incontrare o di avere come alunni. Fragili, insicuri, con un segreto, con un dolore, con sogni e aspirazioni e talenti: l’intento è proprio quello di valorizzare l’unicità di ciascuno e trasformarla in risorsa per il gruppo”.

Il volume che fa da traccia portante per le attività e le discussioni in classe è stato scritto da Sabrina Rondinelli, ex docente e stimata autrice per ragazzi, nota per la grazia, la delicatezza e la competenza con la quale riesce a raccontare emozioni e situazioni anche complesse.

“Ho fatto l’insegnante per anni – ha raccontato Rondinelli – e quando scrivo cerco sempre di farlo pensando ai ragazzi veri e non a personaggi immaginari. Io so che uno dei lavori più complessi per un docente è proprio creare un gruppo classe che lavori in modo efficace e sereno, integrando tutte le caratteristiche, i punti di forza e debolezza individuali, attraversando anche gli inevitabili conflitti. Per raccontare le storie della3C, come sempre quando mi avvicino a un tema, non mi sono basata solo sulla mia esperienza ma ho ovviamente svolto anche un ampio lavoro di approfondimento per comprenderne meglio le specificità”.

Foto di Francesco Guazzelli

I protagonisti della “3C” sono Teresa, Thomas, Valentina, Olga, Leo, Filippo, Giulia, Bianca, Gianluca, Daniele, che litigano, scherzano, si sostengono, si vogliono bene, a volte si stanno antipatici, si capiscono, e a volte no. Diventano lo specchio del quotidiano di moltissimi ragazzi e ragazze della loro età. Quelle dei Ragazzi della 3C non sono storie sulla malattia o sulla disabilità, anzi, sono racconti che come gli antichi mobili hanno un cassettino segreto, dove si possono scoprire mondi privati e silenziosi. Conoscendoli, inevitabilmente e semplicemente, si impara a non fermarsi alle apparenze e a superare i giudizi e i pregiudizi e ad aprirsi all’ascolto e alla condivisione.

Foto di Francesco Guazzelli

Il progetto educativo, in sintesi, offre strumenti e metodologie per affrontare con i ragazzi il tema della diversità, con particolare attenzione, tra l’altro all’inclusione dei ragazzi che presentano malattie rare e altre patologie come Asma e Dermatite Atopica. Racconta e sottolinea il valore della diversità: l’unicità che caratterizza ognuno di noi è molto spesso una ricchezza, una qualità, un talento, un’esperienza irripetibile che può arricchire l’intero gruppo classe.

Foto di Francesco Guazzelli

Scarica unità didattica

Argomenti

Go to Top