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I ragazzi odiano la scuola? A mettersi in gioco devono essere gli adulti

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Marco Vinicio Masoni, psicoterapeuta e formatore , ha condiviso con Occhiovolante alcune considerazioni a tre anni dall’uscita del saggio “Ragazzi che odiano la scuola. Come negoziare con i più difficili”.

Marco Vinicio Masoni, psicoterapeuta e formatore, ha pubblicato nel 2016 Ragazzi che odiano la scuola. Come negoziare con i più difficili (ed. Fabbrica dei Segni) . Un “piccolo” saggio importante, scritto in modo chiaro, che mette come perno e radice, necessari a una trasformazione possibile, la capacità di “trasformare le difficoltà in risorse” in classe, ma anche a casa. «Oggi ogni alunno – dice Masoni –  tende a chiedere all’insegnante una grande dose di attenzione ed energia. Difficile vero? La soluzione è cambiare il modo di fare lezione, adeguare i gruppi ai bisogni e non i bisogni all’idea ingessante e vecchia di gruppo classe. Come stanno facendo molti paesi europei e, diciamolo, anche molti insegnanti italiani».

cambiare il modo di fare lezione

ragazzi che odiano la scuola masoniCome fare? La trasformazione del problema in risorsa, l’accettazione dell’altro, la restituzione a un adolescente, e non solo, di una lettura diversa e positiva di se stesso, è davvero la chiave di volta per uscirne. Invece di curare i “ragazzi disattenti” sostiene Masoni la “cura” dovrebbe riguardare il modo col quale si conduce la lezione. «Il bravo insegnante trova il modo di essere seguito, ma per alcuni studenti occorrerebbero altri metodi, stili esplicativi, relazioni. Da qui la grande ipocrisia istituzionale: anziché dotare la scuola di strumenti e conoscenze, si dice che quei ragazzi, con i quali la scuola non ce la fa, sono – tra virgolette – disturbati».

Si tratta di una grande sfida quella che coinvolge adulti, genitori, insegnanti e formatori, sottolinea l’autore: «i ragazzini di oggi non riconoscono le gerarchie, per loro non è ovvio “obbedire” solo perché chi dà gli ordini è un genitore o un insegnante». Gli adulti quindi si devono meritare, devono guadagnarsi l’ascolto da parte dei ragazzi, imparando a insegnare senza dare ordini. Motivare vuol dire questo: far sì che l’allievo ti dica: insegnami. «Se la scuola non cambia nei prossimi decenni, secondo me, perderà la sua utenza».

insegnare senza dare ordini

«Questi ultimi tre anni trascorsi dall’uscita del libro, che pure non sono nulla rispetto ai tradizionali tempi della storia, contano e mostrano la differenza – ha aggiunto Masoni – Ciò che ho visto dal mio piccolo osservatorio è questo: sono aumentati i ragazzi che restano a casa. In un passato recente l’argomento di chi non voleva più andare a scuola era la voglia di intraprendere un lavoro, anche duro, anche pesante. So di ragazze che abbandonata la scuola sono andate a lavorare dai parrucchieri cinesi. Hanno resistito poco (una ce l’ha fatta per un solo giorno!), altri mi dicevano di avere un amico o un parente meccanico e che avrebbero voluto andare in officina a fare pratica… Oggi no.

Si cambia con gli incontri

Oggi smettono di andare a scuola e stanno a casa, sul letto, tutto il giorno e gran parte della notte con l’i-phone in mano, a chattare o a vedere serie o film. La gerarchia, di qualunque tipo, sembra per loro sembra sempre più invisibile. Quali destini attendono ragazze e ragazzi così? Ma la scuola non sarà l’impronta di un destino. Si cambia con gli incontri e la scuola può permettere incontri. Se non li permette la scuola, la vita ne offre comunque altri. I genitori e gli insegnanti posso essere incontri. Non solo. Genitori e insegnanti possono mettere in atto autocambiamenti e diventare nuovi incontri. Un incontro può anche essere un libro, un film, un’opera d’arte. Questo libro vuol essere un piccolo incontro per genitori e insegnanti. Però mi raccomando: non è adatto ai ragazzi, non obbligateli a leggerlo».

Fonti:
Formazione-Studio
Zero14, Gazzetta di Modena

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