Salute

A tavola con tutti i colori della frutta

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Educazione alimentare: frutta e verdura a scuola per educare il gusto e guadagnare salute

Il consumo quotidiano di frutta e verdura è uno dei fattori essenziali per una sana e corretta alimentazione. La frutta e la verdura infatti garantisce l’assunzione di vitamine, fibre e minerali utili allo sviluppo dei più piccoli, oltre all’alta percentuale di acqua. Per questo è importante educare i bambini, fin dai primi anni della primaria, a un suo consumo, sia a scuola che a casa, dopo i pasti e come merenda nell’arco della giornata.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare ogni giorno 5 porzioni tra frutta e verdura, preferendo quella fresca e di stagione, perché più ricca di nutrienti. Mangiare frutta e verdura ci regala vitalità, rinforza le difese immunitarie e riduce il rischio di contrarre, in età adulta, molte malattie. Ma l’OMS ci dice anche di fare attenzione ai colori della frutta, perché ogni colore corrisponde a sostanze specifiche di cui ha bisogno il nostro organismo.

L’invito per tutti è dunque quello di portare a tavola frutta e verdura di tanti colori diversi!

Per raccontare ai più piccoli la bontà e l’importanza di mangiare ogni giorno frutta e verdura, Ismea – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, in collaborazione con Librì Progetti Educativi, ha realizzato un divertente percorso online interattivo“Gioca con Superchef” – rivolto alle scuole primarie di tutta Italia.

Superchef è un mago della cucina, che vive nel frigorifero dei bambini, e ha una missione: aiutare i più piccoli a conoscere i benefici e la bontà di frutta e verdura. Dalla colazione alla cena, i bambini aiuteranno Superchef a trovare sempre la soluzione migliore in cucina, scoprendo le sue ricette buone e gustose a base di frutta e verdura di tutti i colori.

“Gioca con Superchef” rientra nel programma dell’Unione Europea “Frutta e verdura nelle scuole”, promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, in collaborazione con il Ministero della Salute e le Regioni, per portare i colori della frutta nelle scuole di tutta Italia e la sua educazione al consumo.

E alla fine del percorso online, Superchef regala il suo SuperRicettario: delle schede, una per ogni pasto, con tante informazioni utili e suggerimenti per scoprire proprietà e varietà di frutta e verdura, ma anche divertenti e semplici ricette per rendere i più piccoli protagonisti in cucina! 

“Gioca con Superchef” è gratuito per le classi e le famiglie: per cominciare a giocare, basta collegarsi alla pagina di Giochiamo con la frutta!

Giovani e salute mentale: una giornata da ricordare

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Perché è importante parlare in classe di disagio psichico e corretto uso dei social, con la Giornata Mondiale della Salute mentale

Passata (almeno in Italia) quasi totalmente inosservata, il 10 ottobre scorso si è celebrata la Giornata Mondiale della Salute mentale. Istituita nell’ormai lontano 1992 dall’OMS, essa si prefigge di sensibilizzare l’opinione pubblica relativamente al tema dei disturbi mentali e di promuovere lo sviluppo di forme di cura e di assistenza nei vari Stati, che generalmente non dedicano risorse sufficienti ad affrontare una problematica che, stando ai dati Unicef, sta facendosi sempre più grave anche e soprattutto tra i più giovani. Per citare un dato tra i più impressionanti, il 20% dei giovani è affetto da patologie psichiche, e nella fascia d’età 15-19 il suicidio è la seconda causa di decesso.

Tema delicato, quindi, perché chiama in causa parole tabù come disagio psichico e – all’opposto – felicità, termine quasi scomparso dal vocabolario di una società sempre più orientata verso i valori del raggiungimento del successo, dell’immagine e della funzionalità socio-economica dell’individuo.

Colpevolmente ignorata anche dal sottoscritto fino a non molto tempo fa, quest’anno mi sono deciso – per quel moto fulmineo che ogni tanto prende anche l’insegnante – di parlare in classe della Giornata del 10 ottobre, anche attraverso l’ausilio di una striscia assai simpatica con protagonista una coppia di orsi, Milk and Mocha bear, e che – nonostante i miei cinquant’anni suonati, o proprio per quello – seguo costantemente. Per vedere la striscia, basta collegarsi alla pagina Facebook di Milk and Mocha bear.

La strip ideata per celebrare la Giornata ritrae la piccola orsa bianca vittima di bullismo via internet: coperta di insulti e di immagini offensive, l’orsa piange, e solo l’abbraccio del suo compagno orso la protegge. A giudicare dalle reazioni degli alunni, mai – posso dire – tempo fu meglio speso in classe: traspariva dai loro volti il senso di una liberazione, del ”finalmente se ne può parlare”, di una partecipazione e forse anche di un vissuto, come se improvvisamente si fosse messi davanti a grida di dolore mute, inascoltate, un dolore che in molti casi può risultare difficile da sostenere, specie per i più fragili .

I più fragili e i più soli, verrebbe da dire, perché la prima ancora di salvezza – come illustrato dalla striscia e dall’indagine dell’Unicef – è sempre la relazione affettiva, specie in ambito familiare, mancando la quale si aprono le voragini di un abisso difficile poi da risalire. Nell’inchiesta Unicef appare interessante anche la scarsa importanza attribuita dai ragazzi all’uso dei social media per raggiungere un adeguato livello di felicità, mentre un ruolo di primo piano sembra avere la frequenza del gioco all’aperto, pesantemente penalizzato dalle attuali norme di confinamento, il che darebbe molto da riflettere agli assertori così rigidi del lockdown; così come dovrebbe darla la chiusura delle scuole, che recenti inchieste e denunce – come quella del nostro Comitato tecnico scientifico – denunciano come una vera e propria ”emergenza” in ordine al benessere e alla possibilità di evoluzione dei più giovani.

Per tornare al tema della striscia, il bullismo sui social, una delle maggiori fonti di disagio tra i giovani, verrebbe in prima istanza da osservare che gli sfottò e le prese di giro ci sono sempre stati: vero, ma altrettanto vero è che i social media amplificano la potenza di tali messaggi diffondendoli – e per scritto – a un pubblico potenzialmente infinito, tale comunque da creare ansia e soggezione in chi è vittima dell’offesa.

E si potrebbe intravedere una scia lunga, che parte dagli anni Ottanta e prosegue fino ad oggi, fatta di programmi televisivi che hanno sdoganato l’offesa gratuita, imbecille, che hanno premiato e premiano – come neirealitychi si dimostra più cinico, più capace di schiacciare l’altro e di inchiodarlo alla parete del pubblico ludibrio, osannato da una folla sempre più becera e disumanizzata. Proprio questa piaga della disumanizzazione di una società che rischia sempre più di diventare senza volto, vuota, preda di un nichilismo feroce, andrebbe combattuta insieme dalla scuola e dalla famiglia, tutte e due chiamate a educare e – nel caso della famiglia – a far stare quanto più alla larga i propri figli da certe fonti di vero e proprio veleno.

Per affrontare il tema del bullismo e dell’uso dei social, ecco alcuni libri rivolti direttamente alle ragazze e ai ragazzi:
Fabio Leocata, Gentile come te, Librì 2020, le avventure e i problemi di un gruppo di preadolescenti.
Sabrina Rondinelli, Camminare correre volare, Edizioni EL 2008, il bullismo raccontato dalla parte di una bulla.

Immagine di copertina: Zulmaury Saavedra

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