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La natura a scuola, anche in città

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Dalle collezioni all’orto, fino all’esplorazione del giardino e  del territorio: tre idee di Monica Guerra, presidente di Bambini e Natura, per portare la natura nelle aule scolastiche

Un primo modo per portare la natura in classe è quello di arricchire l’ambiente con elementi “verdi”. Portare piante e permettere a bambini e ragazzi di portarle ha molti aspetti positivi. Innanzitutto si tratta di elementi vivi che entrano nella quotidianità della scuola, chiedendo attenzione, pazienza e cura per garantire il loro benessere, tutti aspetti preziosi, oggi quanto mai da apprendere.

 Arricchire l’ambiente con elementi verdi

naturaCome è noto, poi, le piante hanno un effetto benefico sull’aria che respiriamo e alcune in particolare hanno il potere di purificarla, quindi si aggiunge un beneficio fisico. Ma i benefici sono anche a livello psichico, perché è ormai dimostrato che alcuni degli effetti positivi dello stare in natura, quali la riduzione dello stress e l’aumento della concentrazione, si possono raggiungere almeno in parte anche arricchendo di elementi naturali gli spazi interni.

Quindi via libera alle piante, a raccolte e collezioni naturali e perfino a belle immagini di natura, fatte a scuola o a casa e poi portate in classe da condividere. A proposito di collezioni, è utile prevedere uno spazio dove poter allestire le raccolte fatte all’aperto, che via via possono dar luogo a “musei” naturali da osservare e approfondire in classe, avviando percorsi di conoscenza interdisciplinare a partire da elementi che hanno interessato i bambini e i ragazzi.

Trascorrere tempo in giardino

Il miglior modo per portare la natura in classe resta comunque portare i bambini e i ragazzi fuori ogni volta che è possibile. Per farlo non occorre essere una scuola nel bosco e neppure abitare contesti naturali eccezionali. Se se ne ha la disponibilità, trascorrere tempo nel giardino della scuola può essere una ottima occasione per osservare la natura che lo abita, cosa vi cresce, anche spontaneamente, e cosa vi vive, per fare lezione fuori seduti intorno ad un albero o anche per giocare liberamente. Se poi la scuola ha solo un cortile, magari poco verde, anche lì si potranno trovare elementi verdi sfuggiti al cemento, resistenti come ad esempio le “selvatiche” che costeggiano i marciapiedi e che ci mostrano la resilienza della natura; ma è anche bello cominciare ad arricchire il cortile con vasi di piante o orti in cassetta, magari facendosi aiutare da qualche familiare o da qualche esperto per scegliere cosa coltivare, che permettono a bambini e ragazzi di sperimentare la cura, insieme al piacere di vedere crescere qualcosa coltivato da loro stessi… e magari anche di poterlo poi assaggiare.

Fare scuola all’aperto

Infine, si possono fare piccole uscite nel quartiere, alla ricerca di natura urbana, bella e interessante proprio perché prossima e dunque vicina alla quotidianità di ognuno, oppure scegliere di destinare le uscite didattiche a zone naturali del territorio, per imparare a conoscerlo meglio e dal vivo. In ogni modo si scelga di farlo, a partire dal proprio cortile, oltre a far bene alla loro salute, fisica e psichica (e anche a quella degli insegnanti), fare scuola all’aperto rende più autentica ogni esperienza di apprendimento, perché a ben guardare ogni contenuto – non solo quelli naturalistici o scientifici – si può affrontare all’aperto e spesso meglio che al chiuso. Ma, soprattutto, in questo modo la natura resta negli occhi, nelle mani, nei pensieri e nei cuori di bambini e ragazzi: che è il posto dove è più al sicuro, nutrendo loro che crescono e garantendosi qualche possibilità in più di essere curata e rispettata quando saranno adulti.

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