psicoterapia

Settembre, tempo di rientro in classe: come affrontarlo, in questi tempi così delicati?

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Per voi i consigli di Giulia Ammannati, psicologa psicoterapeuta, per prepararsi al rientro in classe a settembre e “riabbracciare” i più piccoli dopo l’ultimo anno e mezzo alle prese con il Covid-19.

A maggio 2020, quando ci apprestavamo ad entrare nella 2° fase della pandemia da Covid-19, abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con la dottoressa Giulia Ammannati riguardo al rientro in classe.

Psicologa psicoterapeuta, la dottoressa aveva all’epoca da poco realizzato un vademecum ricco di utili consigli per insegnanti e genitori, per capire come parlare ai bambini di questa situazione e come aiutarli a tornare alle loro abitudini pre-pandemia.

Siamo a settembre 2021, alle porte con la riapertura delle scuole, e ancora ci pervade questo senso di dubbio riguardo alla ripresa delle lezioni e alle modalità in cui queste saranno affrontate. Inoltre, soprattutto con i più piccoli, è sicuramente necessario affrontare e rielaborare ancora quando successo in questo anno e mezzo.

Ecco perché ci sembra giusto riprendere esattamente le parole di Giulia Ammannati, valide ancora oggi per approcciarsi a questa nuova fase.

Ancora non sappiamo come avverrà il rientro a scuola, ma quali consigli possiamo già dare agli insegnanti per riabbracciare i loro piccoli studenti?

In questa nuova fase molti sono ancora i dubbi e gli interrogativi, in particolare sui bambini e sul rientro in classe. Credo che sarà fondamentale dedicare un tempo all’esperienza che abbiamo vissuto, non facendosi prendere dalla paura di dover recuperare.

Sarebbe molto rischioso far finta che nulla sia accaduto, o peggio ancora cercare di dimenticare. Più che ai programmi scolastici rimasti in sospeso, sarà importante dare voce ai timori e alle preoccupazioni che i bambini portano con sé.

Alle loro domande, al loro punto di vista, cercare di farli sentire abili e responsabili. Tenendo sempre in mente che ognuno di loro può aver sperimentato vissuti soggettivi molto diversi, a seconda delle emozioni che ha respirato in questo periodo.

Non dobbiamo dimenticare che i bambini e gli insegnanti durante questa didattica a distanza si sono “sperimentati”, reinventati. E hanno acquisito moltissime conoscenze e abilità. È proprio da qui che sarà importante ripartire.

È giusto che l’insegnante racconti ai più piccoli quello che sta accadendo? E qual è il modo migliore per farlo?

È molto importante prendersi del tempo per parlare di ciò che sta accadendo. I bambini non aspettano le spiegazioni degli adulti per interpretare il mondo, ma si creano una loro personale idea.

Per questo è fondamentale parlare con loro, anche per evitare che si creino idee sbagliate e confuse. I bambini percepiscono sempre le emozioni che circolano tra gli adulti, colgono i sentimenti, le preoccupazioni e tutto ciò che cerchiamo di nascondere.

Quindi non dobbiamo avere timore a parlare con loro in modo chiaro e diretto dell’esperienza che stiamo vivendo, ricordandoci di dire sempre la verità. A questo proposito sarà importante adeguare il linguaggio all’età cercando di trasmettere speranza e serenità, poiché è difficile aiutare e rassicurare gli altri se siamo eccessivamente preoccupati o spaventati.

Credo che l’insegnante abbia un ruolo fondamentale in questo momento, soprattutto per quei bambini che non hanno avuto lo spazio per parlare di quest’esperienza con altri adulti di riferimento.

Soprattutto in alcune regioni, sono state settimane piene di paura, che hanno coinvolto anche i bambini. Cosa potrà fare un insegnante per cercare di riprendere nel migliore dei modi tutte quelle trame che fanno di tanti studenti isolati una vera classe?

Sappiamo quanto le relazioni sperimentate con gli insegnanti e con il mondo dei pari siano fondamentali per lo sviluppo affettivo ed emozionale. Dopo l’isolamento vissuto da tutti a causa dell’emergenza una prima e importante sfida per gli insegnanti al rientro in classe sarà quella di ricostruire un clima di serenità e fiducia, in se stessi e negli altri.

Con la didattica e le amicizie a distanza, le interazioni dei più piccoli sono cambiate andando così a interrompere un normale processo evolutivo. Gli insegnanti potranno aiutare gli studenti promuovendo forme di cooperazione, di ascolto, di comprensione e di scoperta delle nuove regole di comportamento, fornendo a ciascuno gli strumenti necessari per riprendere l’apprendimento lì dove era stato interrotto.

Considerando la difficile situazione, in attesa di settembre, può suggerirci uno sportello d’ascolto o qualche iniziativa di sostegno utile a grandi e piccoli? Ci sono state moltissime iniziative sia a livello regionale che nazionale, in rete è possibile trovare vari servizi di ascolto gratuiti.

Tra questi segnalo l’iniziativa dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, a cui sto partecipando insieme a molti altri colleghi, quella del Ministero della Salute che ha messo a disposizione un numero verde nazionale per il supporto psicologico di tutta la popolazione e il Telefono Azzurro che ha aperto una sezione sul sito dedicata al coronavirus.

Questo è un periodo emotivamente molto faticoso sia per i grandi che per i piccoli. Pensando proprio a questi ultimi, consiglio nel caso dovessero insorgere paure consistenti o ad esempio difficoltà a dormire o a giocare, di non sottovalutarle e di consultare un professionista. Alcune scuole inoltre hanno attivato sportelli di ascolto online per famiglie, genitori e insegnanti.

Quindi il mio consiglio è di informarsi presso il proprio Istituto Comprensivo se è presente questa possibilità di supporto.

Foto di copertina by Deleece Cook on Unsplash

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