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Caro ragazzo senza nome… La lettera di Sara, 14 anni, al naufrago con la pagella

in Attività di classe by
Lei si chiama Sara e ha 14 anni. Questa è la lettera che ha scritto per un concorso legato alla parola scolpita al Memoriale della Shoah Binario21 di Milano:”indifferenza”.

Ognuno dice la propria e io, da docente, oggi ho avuto la più grande lezione di umanità possibile non da film, non da documentari né da interviste, ma da una ragazzina piccola, 14 anni, terza media e tanta sensibilità, quella che mi fa sempre credere che le nuove generazioni siano decisamente meglio di noi adulti. Ho approfittato di un concorso sulla Shoah, che quest’anno è stato dedicato al Binario21 e a quella scritta scolpita come roccia che campeggia silenziosa in quella stazione della memoria e che ci urla il nostro più grande male l’indifferenza.

Con i miei ragazzi di terza sto partecipando a questo concorso, stiamo realizzando diversi lavori, tra cui un corto. Il professor Luperini, nell’articolo “La pagella del ragazzo africano” apparso in laletteraturaenoi, ha caldamente invitato noi insegnanti di portarne a conoscenza la storia,, il cui triste epilogo è venuto alla ribalta con la vignetta di Makkox. E Sara, la mia alunna, ha scritto una lettera asimmetrica, una lettera al ‘caro ragazzo’ che mai ha posato piede nella terra dove, per caso, noi siamo fortunati e abbiamo la felicità. In tempi di polarizzazioni social, mi sento di voler diffondere questa lettera perché mi ha toccato, mi ha emozionato, perché è farina del suo sacco, perché è un‘umanità sincera e vera. Non la dimenticate, crescendo…

Caro ragazzo senza nome,
mi chiamo Sara e penso di essere stata molto fortunata ad essere nata qui.
Ti scrivo da un mondo totalmente diverso dal tuo, una terra lontana in cui sono felice ed insieme ad altre persone possiedo tutto ciò di cui ho bisogno: un piatto a tavola tutti i giorni, un tetto sotto il quale ripararmi, un letto caldo in cui dormire e un posto dove ho avuto la possibilità di istruirmi e di conoscere grandi amici: la scuola .

Sai, sono a conoscenza del fatto che tu avevi, come tutti noi, un sogno nel cassetto, quello di entrare a far parte di questa scuola, proprio come ogni ragazzo, imparando qualcosa di nuovo, con la speranza di diventare qualcuno un giorno.
Quando sei stato ritrovato nei fondali marini oltre al corpo è stata recuperata la tua pagella, la quale conteneva dei fantastici voti, per questo ho subito pensato che saresti stato uno studente modello e un esempio da seguire per tutti noi.

Non so il tuo nome e probabilmente non lo saprò mai, e di questo sono molto dispiaciuta, avrei voluto chiederti, tu, oltre al futuro in una scuola, cosa speravi di trovare da questa parte? Cosa credevi ti potesse riservare questa terra? Avrei voluto farti queste domande perché qui, oltre a tutte le cose che ti ho elencato, oltre alla salvezza, all’istruzione e alla felicità, sono presenti anche cose negative come malvagità e indifferenza.

Non tutti la pensano come me, non tutti vi vogliono qui da noi e non tutti pensano che voi abbiate il diritto di emigrare nella nostra terra, entrare nella scuola ed di usufruire dei nostri stessi beni e la domanda che mi faccio spesso è “perché”… Perché non dovreste venire qui a cercare salvezza, per ricominciare una nuova vita piena di felicità, perché, se siete degli esseri umani proprio come noi.

La cosa più triste però non è solo questa, perché, come se non bastasse, oltre all’odio immotivato nei vostri confronti, da parte di moltissime persone, siete considerati anche inferiori, siete sottovalutati proprio come si faceva con gli ebrei, per questo quando attraversate il mare su un gommone per trovare salvezza, e in tanti muoiono durante il tragitto, molti fanno ironia sul fatto e altri invece rimangono del tutto indifferenti, come se voi non contaste niente. Io ho solo quattordici anni, ho ancora tanto da imparare, devo ancora crescere e con tutta onestà non voglio vivere in un mondo del genere, per questo spero davvero che tutta questa indifferenza un giorno finisca, che le persone che pensano queste determinate cose capiscano di aver commesso un grande sbaglio a giudicare prima ancora di conoscere… Io sono convinta che questo possa accadere soltanto se loro, anche se per poco tempo, si trovassero nella vostra stessa situazione, vivendo il terrore che provate voi ogni singolo giorno con i vostri occhi… Forse in quel caso, queste persone potrebbero cambiare le loro opinioni razziste sul vostro conto e potrebbero cambiare idea anche sul fatto di ospitarvi.

Fortunatamente però, caro ragazzo senza nome, non esistono solo persone così, ma anche altre, buone e altruiste, e pure se poche, cercano in ogni caso di far cambiare idea a determinata gente, mettendosi nei vostri panni proprio come faccio io, appoggiando le mie dichiarazioni e che pensano, proprio come me, che voi non siate affatto inferiori come vi ritengono, ma il contrario… e tu e la tua pagella, caro ragazzo, ne siete la dimostrazione.
Non tutti hanno le capacità che possedevi tu e sono sicura che se avessi avuto la possibilità di studiare, saresti diventato ancora più bravo e da grande saresti arrivato molto lontano.

Spero che adesso, ovunque tu ti trova, stia meglio e che abbia trovato tanta felicità, più di quanta ne avresti trovata qui insieme a tante persone crudeli e razziste. Sappi solamente che eri un esempio per la tua società e lo saresti stato sicuramente anche per la nostra e per me.
Sara


Illustrazione: Makkox

Cinzia Sorvillo, all’anagrafe Vincenza, è nata a Napoli nel 1981. Cresciuta nella provincia di Caserta, dopo gli studi si è trasferita a Napoli, dove attualmente vive col marito e la figlia. Laureata in Lettere all’ Università di Napoli ‘Federico II’, è stata borsista presso l’Istituto di Studi Storici ‘Benedetto Croce’, dove ha proseguito gli studi avviati per la tesi di laurea. Ha conseguito un Dottorato in ‘Filologia, Linguistica e Letteratura’ presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’ e ha collaborato per alcuni anni con la ‘Rivista di Studi Danteschi’ della Salerno Editrice. Oggi è insegnante di materie umanistiche alle scuole medie e collabora con il gruppo Divergenze, Associazione per le pratiche della cura e della clinica fondata da Massimo Recalcati. Ama leggere e promuove iniziative scolastiche che favoriscono l’incontro degli studenti con il libro, nella convinzione che la lettura apra mondi e aiuti gli alunni nella conoscenza di se stessi e del loro desiderio.

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