Webinar del 28 marzo 2023 – ore 16:30

Relatore:

Alessandro Matiz, educatore professionale, è assegnista di ricerca presso l’università di Udine ed istruttore di Meditazione Orientata alla Mindfulness (programma per adulti e programma per bambini).

Abstract

Il webinar affronta la tematica delle Thinking Routines, strategie che consentono di sostenere e sviluppare la consapevolezza dei propri processi cognitivi in bambini e ragazzi e di promuoverne il pensiero critico, creativo e divergente, parte dell’ambito formativo delle soft skills, e le abilità metacognitive.

Gli approcci Making Learning Visible e il Visible Thinking, di Harvard Project Zero e promossi da INDIRE all’interno delle Avanguardie educative, mirano a rendere l’apprendimento e il pensiero “visibili” per favorire la motivazione all’apprendimento e sostenere lo svilupparsi di una maggiore propensione al pensiero critico, creativo e divergente attraverso alcune strategie e pratiche, tra cui le Thinking Routines.

L’evento formativo è rivolto a figure professionali che operano in ambito educativo e fornisce suggerimenti per conoscere alcune delle routine di pensiero utili a sostenere nei propri allievi la maturazione di una maggiore consapevolezza dei loro processi cognitivi, stimolare curiosità e un apprendimento attivo e partecipato

Nello specifico, il webinar consente di acquisire conoscenze e competenze su:

  • cosa sono e a cosa servono le Thinking Routines come strumento per valorizzare e sostenere lo sviluppo del pensiero critico, stimolare la curiosità, incoraggiare la partecipazione attiva all’apprendimento e all’elaborazione dei contenuti;
  • alcune delle Thinking Routines che possono essere utilizzate in classe, con indicazioni e suggerimenti d’uso;
  • proposte, esempi e riflessioni da proporre agli allievi per guidarli a sviluppare la propensione al pensiero critico, creativo e divergente e la curiosità legata agli apprendimenti.

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Domande e risposte

Breve sintesi delle domande poste alla relatrice durante il webinar.


1) Esistono esperienze di Philosophy for children e pubblicazioni che guidano nella pratica di riflessione e condivisione nel gruppo. Grazie per la chiara esposizione.

Vero, la Philosophy for Children consente di sostenere e sviluppare le abilità riflessive e il ragionamento in termini di “investigazione” e riflessione sulle varie tematiche e in cui il gruppo diventa una specie di comunità di ricerca tramite cui condividere, confrontarsi e discutere, e quindi sviluppare anche le abilità sociali e relazionali. 

2) Nelle fasi delle thinking routines, possono emergere elementi relativi alla personalità dei singoli bambini? e in caso, nelle personalità più introverse come si può intervenire?

Sì, durante ogni attività che proponiamo ai bambini e alle bambine possono emergere i vari aspetti di personalità. Con le Thinking Routines proponiamo differenti modalità di osservazione, analisi, ragionamento, indagine… che possono risultare più o meno “nelle corde” degli allievi. Possiamo quindi rilevare delle caratteristiche e delle abilità che magari non avevano ancora avuto l’occasione di manifestarsi, così come aver conferma di altre che avevamo notato in contesti e con attività diverse. 

Alcune fasi, poi, come evidenzia la docente, possono portare in luce maggiormente alcune caratteristiche, per esempio, nei momenti di condivisione in gruppo, possono emergere i/le bambini/e più estroversi, che si porranno più volentieri al centro dell’attenzione, mentre i più introversi potranno essere in difficoltà. In questi casi, prevediamo di adattare la fase alle caratteristiche del nostro gruppo, per guidare chi può essere introverso o chi manifesta timidezza al “mostrarsi” gradualmente: prima a coppie, poi in piccolo o piccolissimo gruppo, per esempio con 3-4 compagni/e, quindi inserendo uno o più “step” intermedi in cui il confronto e la condivisione sia limitato a pochi allievi. Per i momenti di condivisione collettiva con tutto il gruppo classe, possiamo prevedere che sia il portavoce di ogni gruppetto a proporre riflessioni, ragionamenti, conclusioni… emersi, e non il singolo allievo individualmente. Possiamo anche prevedere che il portavoce o i singoli scrivano ciò che vogliono condividere e lo leggano al gruppo (ovviamente, tenendo in debita considerazione le situazioni di sospetto o assodato DSA, in cui evitare la lettura a voce alta di fronte ai compagni).

3) Come avviare la modalità con piccoli di prima elementare?

Possiamo proporre le Thinking Routines basate sulle immagini, come SEE, THINK, WONDER e THINK, PAIR, SHARE, utilizzando immagini, filmati, video adatti all’età, che possano avviarli alla riflessione e al tipo di pensiero stimolato dalla Thinking Routine che abbiamo scelto. 

Per esempio possiamo utilizzare gli albi illustrati: se abbiamo previsto la lettura di un albo per affrontare un determinato argomento (l’amicizia, un’emozione specifica ecc.), prima di avviare la lettura, scegliamo uno dei disegni, una delle immagini più significative e mostriamola ai bambini invitandoli a osservarla, a dirci che cosa pensino rappresenti/stia accadendo e quali domande vengono loro in mente osservandola (SEE, THINK, WONDER). In questo modo possiamo far fare loro delle anticipazioni sul contenuto che poi verificheremo con la lettura, attivare i collegamenti con le conoscenze pregresse, incuriosirli e stimolarli all’ascolto o alla lettura, ma possiamo anche scoprire quali aspetti notano, quali sono le curiosità, i dubbi, le domande su cui possiamo riflettere insieme e approfondire. 

Possiamo utilizzare un albo illustrato, un silent book o un testo di narrativa, adatto alle caratteristiche della classe, che tocchi dei temi che ci interessa esplorare o approfondire (magari da leggere noi ai bambini e alle bambine, per allenarli all’ascolto e sviluppare il piacere della lettura, oltre che per ampliare il loro vocabolario) anche con la Thinking Routine del Cerchio dei punti di vista. Possiamo proporre il Cerchio dei punti di vista anche dopo la visione di corti o film di animazione, per invitare poi gli allievi e le allieve ad esplorare uno dei possibili punti di vista presenti.

Possiamo utilizzare e proporre altre Routines, che non sono state affrontate durante il webinar, come WHAT MAKES YOU SAY THAT? (Cosa te lo fa dire?), con cui chiedere ai bambini e alle bambine di descrivere ciò che vedono (un oggetto, un’immagine) e di spiegare la loro interpretazione.

oppure utilizzare la routine HEADLINES (Titoli) , con cui, in classe prima, possiamo inviate i bambini e le bambine a riflettere su quanto osservato, letto, ascoltato, studiato… per dare un titolo, diverso da quello eventualmente presente, che secondo loro sia adatto al contenuto affrontato. Questa routine aiuta a individuare l’aspetto centrale, più significativo, ma rileva anche quali sono gli elementi che catturano maggiormente la loro attenzione.

4) Buonasera, quali caratteristiche deve avere una domanda stimolo per attivare al meglio la thinking routine?

Le domande-stimolo per le specifiche Routines sono proposte nei vari documenti della “Cassetta degli attrezzi” si Project Zero: Project Zero’s Thinking Routine Toolbox. Selezionando la routine che si vuole proporre, si può scaricare il pdf con tutte le indicazioni di utilizzo, in inglese o in spagnolo. In senso più generale, ogni domanda può essere utile per utilizzare le Thinking Routines.

5) Qual è la routine come modalità di insegnamento per un apprendimento efficace.

Non esiste un’unica Routine che garantisca un apprendimento efficace. 
Una routine è un’azione che viene usata ripetutamente, tanto da diventare “automatica”, abituale. Impiegare spesso le Thinking Routines durante la didattica porta quindi gli allevi a usarle poi in modo automatico, sia negli apprendimenti, sia nella vita. Si tratta infatti di strategie che “allenano” a pensare e a ragionare, che sviluppano il pensiero critico e creativo, e che quindi sono trasversali agli apprendimenti e supportano l’apprendimento stimolando la motivazione, l’interesse e la curiosità degli allievi. 

6) Dove trovare esempi di attività da proporre a alunne e alunni della scuola primaria?

Al momento attuale, non esistono pubblicazioni in italiano con esempi di attività da proporre alla scuola primaria. Possiamo