Piccolo museo del diario di Pieve Santo Stefano

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Il Piccolo museo del diario di Pieve Santo Stefano non è un museo qualunque: immergersi nelle storie che contiene al suo interno rende la visita un’esperienza di vita indimenticabile

Il Piccolo museo del diario di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, è un incredibile museo in cui, nel corso del tempo, sono stati raccolti diari, lettere e memorie che raccontano le esperienze di vita delle persone comuni nelle varie fasi della nostra storia. 

Si tratta di memorie private che assumono valore di storie collettive e universali, così che la storia delle persone comuni si interseca alla storia da tutti conosciuta rendendola più autentica e partecipata.

Il museo ha dimensioni ridotte (da qui il nome di Piccolo museo), ma al suo interno al visitatore verrà concessa un’esperienza forte ed emozionante che, sicuramente, non dimenticherà.

Un’esperienza interattiva e multisensoriale

Il percorso multisensoriale e immersivo del museo comincia con una stanza dai cassetti variopinti e posizionati in ordine alfabetico  all’interno dei quali si trovano le pagine che raccontano le storie personali.

Esse vengono interpretate dalle voci di attori che ne valorizzano la preziosità e proiettate in un gioco di luci dal forte potere evocativo.  

I visitatori vengono accompagnati in una incredibile realtà di immagini, voci, suoni, rumori, proprio come se le storie uscissero dalle pagine e prendessero vita.

Grazie ad un allestimento innovativo e multisensoriale realizzato dal dotdotdot di Milano – studio di progettazione all’avanguardia nell’exhibit interattivo, immersivo e digitale – il visitatore viene trasportato in un percorso espositivo, studiato nei minimi dettagli, dal forte impatto emotivo.

Ma le sorprese e le suggestioni sensoriali continuano fino all’ultima stanza: una delle zone più suggestive del museo è quella in cui è contenuto il lenzuolo di Clelia Marchi, una contadina di Poggio Rusco, paesino in provincia di Mantova, rimasta vedova all’età di 72 anni.

La donna aveva continuato a condividere i suoi pensieri con il marito morto scrivendogli lettere su carta, ma esaurito il supporto cartaceo, decide di iniziare a scrivere sul suo lenzuolo più bello, memore del fatto che gli Etruschi avvolgevano i loro morti in lenzuoli pieni di scritte, come aveva avuto modo di ascoltare in classe dalla maestra durante una lezione di storia. 

“Il museo è tecnologico e interattivo, ma conserva un’elevata emotività.

Io amo definirlo un ecosistema narrativo, con voci che escono dai cassetti

e fanno vivere a pieno le storie ai visitatori. Le persone sono coinvolte in

racconti di cui all’inizio no sentono di far parte, mentre al termine della visita sì,

c’è un forte senso di partecipazione, condivisione e appartenenza”

(Natalia Cangi, direttrice organizzativa della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale 

e presidente della Commissione di lettura del Premio Pieve Saverio Tutino)

Com’è nata l’idea di un piccolo museo del diario

Saverio Tutino, partigiano in Val d’Aosta e nel Canavese durante la seconda guerra mondiale e giornalista in giro per il mondo dopo la fine del conflitto, è colui che ha avuto l’intuizione di raccogliere le memorie delle persone comuni.

Vista la sua esperienza personale, la sua capacità narrativa e il suo grande desiderio di raccontare le storie del mondo attraverso le persone che lo vivono. 

Le sue idee contribuiranno significativamente alla creazione di uno spazio culturale in cui raccogliere diari, lettere e scritture autobiografiche nazionali e non solo, e porteranno all’istituzione dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano di cui Tutino è stato, appunto, il fondatore.

Due anni dopo la sua morte, avvenuta nel 2013, nasce il Piccolo museo del diario.

Nel 2016 esso entra a far parte dell’Associazione Nazionale Piccoli Musei

Qui il sito del Piccolo museo del diario.

Se avete diari, lettere, memorie o autobiografie potete contattare direttamente il museo o inviarli al Premio Pieve Saverio Tutino che si tiene ogni anno. Oppure depositarli nell’Archivio di Pieve Santo Stefano, che ne avrà cura per sempre. 

Del Piccolo museo del diario di Pieve Santo Stefano ne avevamo già parlato anche qui!

Docente di lettere in una scuola secondaria di primo grado della provincia di Arezzo, studio e sperimento variegate metodologie e pratiche di didattica attiva. Gestisco un blog in cui condivido esperienze significative realizzate all’interno delle mie classi.

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