Il Reading Response: uno strumento di lavoro in classe sul testo letterario

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Scopriamo insieme un altro laboratorio di classe dedicato alla Letteratura: il Reading Response. Vediamo di cosa si tratta e come possiamo usarlo

Uno strumento che si è dimostrato subito molto potente nel laboratorio di letteratura è il Reading Response (da ora in poi RR).

Esso è un tipo specifico di breve saggio guidato, tipico del mondo didattico  anglosassone, molto concreto e molto pratico.

In Italia non è molto conosciuto se non a livello universitario, ma anche trasportato nella scuola secondaria può essere riadattato e utilizzato.

Di cosa si tratta

È uno strumento che ribalta completamente l’ottica con cui normalmente viene affrontato lo studio della letteratura nella nostra scuola: si spiega, si assegnano pagine di studio, si interroga.

Si valuta lo studente in base alla corrispondenza fra quello che è stato detto in classe e quello che l’alunno ripete.

Questo metodo spesso non funziona e lo sappiamo per certo: studiare letteratura non produce lettori o amanti della letteratura stessa. Tuttalpiù produce conoscitori di alcuni contenuti, spesso subito dimenticati, spesso appresi in maniera superficiale per una verifica o un’ interrogazione.

L’obiettivo del laboratorio è invece un altro:

Fare dello studente un lettore critico, appassionato, consapevole, che indaghi ciò che è un’opera letteraria, ciò che quella stessa opera gli suggerisce nel qui e ora del suo tempo di studente.

L’obiettivo è in sostanza  “leggere” perché leggere non può rimanere solo un compito scolastico ma una competenza per la vita.

Noi vogliamo che gli studenti pensino mentre leggono. Si sentano dunque lettori attivi e non passivi, siano in un rapporto ravvicinato e “di prossimità” con l’opera letta. Per fare questo occorre ricordare loro che possono e devono pensare, fornendo strumenti appositi (come il RR) di lettura e anche di scrittura.

Il RR è uno strumento utilissimo: ti chiede come lettore di impegnarti in modo critico con un testo assegnato. 

Non ti chiede semplicemente di limitarti alla semplice logica del “mi piace, non mi piace”. Ti chiede invece, una “risposta di lettura” per dirla come gli statunitensi.

Un RR ben strutturato dovrebbe:

 • Dimostrare al docente  di aver letto e compreso il testo

 • Identificare l’argomento principale e lo scopo del testo

 • Affrontare in modo critico il testo utilizzando evidenze dal testo stesso  per sostenere la prospettiva di lettura che si adotta.

Sebbene la lunghezza di RR possa variare in base al compito o al testo a cui si sta rispondendo, esso è comunque una sorta di saggio ovvero uno scritto in cui  il lettore è chiamato ad esprimersi in prima persona. 

In quanto tale, dovrebbe avere un chiaro schema organizzativo che renda facile la comprensione e la compilazione per lo studente lettore e scrittore. L’insegnante dovrebbe modellare il RR su di sé, offrendo agli studenti un modello, appunto, da seguire. 

In definitiva, il RR riguarda ad esempio i punti di forza e di debolezza del testo in questione.  Si è  chiamati ad esprimere un’opinione sul testo letto e tale affermazione deve essere supportata da evidenze testuali.

È del tutto evidente che un lavoro di questo tipo risulta complesso, ma anche molto più stimolante. Molte volte, infatti, ci lamentiamo del fatto che gli studenti non sappiano esprimere un’idea su un testo letterario, quando probabilmente nessuno lo ha mai insegnato loro in modo concreto ( cioè non ha insegnato come si fa) o anche solo glielo ha mai chiesto. Spesso sembra infatti più importante la conoscenza di ciò che altri hanno detto di un autore o di un’opera piuttosto che dell’opera stessa.

Di seguito sono riportate alcune domande che potrebbero aiutare  a chiarire cosa sia un RR e come potrebbe essere strutturato.

  • Quali sono i punti più significativi del testo?  Sta discutendo/ esponendo qualcosa in particolare?  E quindi?
  • Cosa puoi tralasciare?  Quali idee sono meno importanti per il lavoro sul testo che stai facendo?
  •  Puoi collegare questo testo ad altri testi che hai già letto (nella tua classe attuale o al di fuori di essa)?
  • C’è una citazione che vuoi annotare? Perché?
  • Riassumi in tre frasi il contenuto del testo.

La prima volta che l’ho sperimentato è stata sulla novella di Verga “Cavalleria Rusticana”. La versione di allora era molto semplice ed era più o meno questa:

ANNOTARIFLETTI
Qui annota (segna la pagina e sottolinea sul testo )qui scrivi
citazioniè importante perché ….
brevissimo recall ( sunto)





mi ricorda …. (libro , storia, film), lo collego a….
notizie autore che ti hanno colpitoho capito che…
Parole che hai imparato:Ti sono utili? Perché?
Connessioni con Te stessoMondoe quindi? Concludi con una tua idea personale
 
Funziona? Sì. Con alcune precisazioni
  • È assolutamente necessario fare modeling, cioè insegnare a studenti e studentesse “come si fa”.
  • Occorre avere fiducia nelle loro potenzialità di lavoro. Se l’obiettivo è solo dare contenuti e fare più “ programma” (che non esiste) possibile,  questo NON è lo strumento ideale.
  • Con il RR si procede costruendo e negoziando significato, non affidando alla classe  contenuti precostituiti da studiare. Sono due cose completamente diverse. 

Il WRW propone un laboratorio, non uno studio tradizionale. Propone una ricerca, un fare, un ribaltamento di prospettiva. 

Facciamo anche una piccola considerazione su come lavorano di solito i libri di testo. In questi oggetti didattici il percorso è  totalmente diverso. 

Si danno notizie pre confezionate, si presume  studio individuale A CASA, il tutto è lasciato nelle mani del docente che spiega ( cose scritte sulle pagine del testo), legge, chiede prodotti spesso senza interessarsi dei processi.

Nei libri in adozione le domande così dette di “comprensione del testo” quasi sempre presuppongono una comprensione prestabilita che è quella ritenuta corretta da chi scrive. Non c’è  dunque nessuno stimolo all’ allenamento al pensiero, all’istituire connessioni, a formulare domande. Si cerca solo di proporre la memorizzazione di contenuti a volte, perfino, senza che i testi siano nemmeno letti, ma solo citati.

Allora chiediamoci:

Perché a scuola leggo e porto la letteratura? A cosa penso che serva? Devono diventare tutti esperti di filologia e iscriversi alla facoltà di lettere? Lettori dunque per professione? No. 

La letteratura a scuola serve per insegnare a sostare nel pensiero. A formulare domande sul mondo e su se stessi. A capire chi sono, dove voglio andare. Anche a selezionare gusti, interessi, strade da lettore e lettrice.

E dunque fermiamoci un attimo a riflettere: quando io sono diventata/o lettore o lettrice? Quando il gusto del sapere ha prevalso superando la noia e il senso dell’obbligo e del compito per forza? Quando ho capito che quei libri ( vecchi!) in fondo mi riguardavano?

Ecco con questa domanda rivolta a tutti voi, vi do appuntamento alla prossima puntata!

Avevamo già proposto un laboratorio dedicato alla Letteratura nelle scorse settimane, se te lo sei perso recuperalo qui

Foto copertina by Gülfer ERGİN on Unsplash

Docente di lettere a Savona e formatrice. Con Linee di WRW si occupa di didattica dell’italiano cioè di come si possa insegnare a leggere e scrivere. Il Writing and Reading Workshop le ha fornito idee, strumenti, pensiero. Studia e continua a sperimentare. Collabora con l’associazione culturale T21 nel campo del teatro sociale.

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