Ken Robinson, perché la scuola uccide la creatività

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Il video del monologo di Ken Robinson ai TED del 2006, sempre attuale, su come la scuola rischi di conformare tutti i ragazzi a una stessa miope visione del mondo

Ken Robinson è un professore d’arte inglese, autore e consulente educativo per istituzioni no-profit, famoso per i suoi interventi ai TED. In tutti i suoi discorsi, Ken, grazie anche alla peculiare ironia inglese, riesce a colpire i suoi ascoltatori con dei monologhi interessanti sul ruolo della creatività nell’educazione.

Gli argomenti di questo intervento del 2006 non sembrano invecchiati di un anno. Sono ancora molto attuali. Ken affronta il problema di un’impostazione scolastica che si basa sostanzialmente su un’idea utilitarista della società. La scuola pubblica nasce con la Rivoluzione Industriale e con le sue esigenze. La gerarchia delle materie è ben delineata, ovunque nel mondo, le materie scientifiche (le più “utili), poi le umanistiche e poi le arti.

Ma siamo sicuri che sia ancora un paradigma accettabile? E che stiamo andando nella direzione giusta? Ken pensa di no. Con la crescita demografica e l'”inflazione universitaria”, come la chiama lui, rischiamo di trovarci fra vent’anni con una generazione di laureati che non hanno idea di che farsene della laurea.

Scuola arte

Ma se non sappiamo dove saremo fra 5 anni, siamo davvero in grado di educare dei bambini e dei ragazzi per affrontare il mondo fra 20, 30, 40 anni? La sfida è impegnativa. E allora Ken propone dell’idee che quantomeno provano a tenere il passo coi tempi.

Innanzitutto rafforza il concetto che siamo tutti diversi. Conformare i bambini a un sistema educativo rigido non può che tarpare le ali a quelli che non sono portati per le materie su cui ci concentriamo e sui metodi che utilizziamo. Tutti i bambini hanno dei talenti, il compito della scuola è di coltivarli e non sempre è in grado di farlo.

E la creatività che spesso ne risente. Dovrebbe avere un’importanza maggiore nelle scuole, anche per affrontare con più sicurezza il futuro incerto che ci aspetta. Oggi insegniamo a non commettere errori, l’errore è il nemico numero uno della scuola. Ma senza errori non c’è apprendimento e se non accettiamo la possibilità di sbagliare non si può essere creativi.

L’essere umano, ci dice Ken, è ricco di capacità e possibilità, siamo diversi, unici e il contributo che possiamo dare non si può e non si deve limitare solo a ciò che è utile in una visione temporanea del mondo che viviamo. Dobbiamo pensare al futuro e al futuro che dovranno affrontare i ragazzi quando saranno adulti e riflettere se non occorre ripensare il sistema educativo per lasciare il giusto spazio alla creatività.

 

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